Titolo: Can I have this dance?
Fandom: Supernatural.
Personaggi: Bobby. Crowley.
Pairing: Crowley/Bobby pre-slash.
Rating: PG-13.
Conteggio Parole: 1195 (OpenOffice).
Avvertimenti: Pre-slash. Fluff. Crack, suppongo (ma credo che quello sia più che altro ciò che ho ingerito io per scrivere questa fanfiction). Sono in un perenne blocco dello scrittore, quindi chiedo scusa in anticipo per la presenza di eventuali errori. Non betata.
Disclaimer: i personaggi appartengono a Eric Kripke, Robert Singer, Sera Gamble, Ben Edlund e a chiunque altro avente diritto. Gli avvenimenti di seguito narrati sono frutto della mia fantasia e non ci guadagno nulla nello scriverli. La definizione grosso orso brontolone per Bobby appartiene a mia nonna.
Note: a mia nonna, che voleva vederli ballare.
.can I have this dance.
Il primo pensiero che passò per la mente di Bobby, dopo la sorpresa iniziale, fu che l'avrebbe ucciso. Questa volta l'avrebbe fatto davvero. Niente se, niente ma. Niente ripensamenti dell'ultimo minuto. Era certo che poi si sarebbe sentito meglio. Ci sarebbe stata una persona in meno a cui avrebbe voluto poter stringere le mani intorno al collo e la sua pressione ne avrebbe risentito in modo positivo.
Il secondo fu domandarsi come avesse fatto ad entrare in casa sua. Di nuovo. Non capiva nemmeno perché continuasse a sforzarsi a disegnare e ridisegnare trappole e sigilli anti-demone, e a spargere sale davanti a porte e finestre ogni sera prima di andare a dormire, tanto era inutile. Un modo per raggirare il tutto lo trovava sempre. Bobby ringraziò che non tutti i demoni fossero fastidiosi e perseveranti come lui, altrimenti sarebbe stato morto già da un bel pezzo.
Il terzo fu diventare consapevole dell'essere sveglio alle sei e trentasette di una domenica mattina e dell'umana debolezza di indossare solo dei boxer, una vecchia canottiera di cotone e il solito cappello con visiera.
Il quarto fu chiedersi come era possibile che quella fosse la sua vita. Perché, pensò, qualcosa doveva per forza essere andato nel verso sbagliato, ad un certo punto. Non sapeva quando, di preciso, ma ci doveva essere stato un momento in cui venire svegliato dalla voce di Robert Johnson mentre cantava Crossroads Blues [1], sapendo di non aver lasciato acceso nulla la sera precedente, mettersi il cappello e afferrare il pugnale che teneva nascosto sotto il materasso, scendere le scale con circospezione, raggiungere il salotto - che funzionava anche da biblioteca e da studio personale - e trovarvi Crowley, con in mano un bicchiere di quello che con ogni probabilità era il suo prezioso Craig ed intento a muovere qualche abbozzato passo di danza sulla musica che fuoriusciva dalla sgangherata radio posta sulla scrivania... ecco, ci doveva essere stato un momento in cui tutto quello per lui era diventato - quasi - normale. Era inquietante. E così dannatamente sbagliato.
La canzone si avviò verso le note finali. Crowley scivolò verso destra e fece un giro su se stesso, per poi arrivare a fermarsi davanti a lui. Lo squadrò dall'alto verso il basso e gli sorrise in quel suo modo speciale che a Bobby faceva venire voglia di tirargli un cazzotto.
«Buongiorno, raggio di sole.» lo salutò «Hai un aspetto meraviglioso.»
Il quinto pensiero fu che l'avrebbe ucciso.
«Si può sapere che diavolo stai facendo?» chiese Bobby furibondo.
«Solo un piccolo ballo vecchio stile, non quella mostruosità moderna che fa sembrare tutti in preda ad una crisi epilettica.» spiegò Crowley.
Bobby aprì la bocca per dirgli che quello l'aveva visto anche lui, grazie tante, oppure per mandarlo al diavolo - era ancora indeciso - ma l'altro alzò la mano libera per fermarlo. Crowley bevve un sorso di whiskey, poi appoggiò il bicchiere sulla scrivania alle sue spalle. Girò la cassetta nel mangianastri incorporato alla radio e premette play. Una melodia lenta e malinconica riempì di nuovo la stanza. Crowley si dondolò a ritmo di musica per qualche secondo.
«Ascolta.» disse «Blues, la musica dell'anima. Abbastanza letteralmente, a dire la verità. Quando questo genere è stato inventato tutti credevano nei demoni, e nei mostri, e nella magia. Tutti gli schiavi neri in cerca di una via di fuga e tutte le persone bianche con un'unica parola nella testa: soldi, soldi, soldi. Sigillavamo decine di patti al giorno. Quelli, amico mio, quelli sì che erano bei tempi.»
Bobby roteò gli occhi. «Hai finito di blaterare?»
«Pensavo ti piacesse il suono della mia voce.»
«Vai a farti fottere.»
Crowley sorrise. «Dopo, magari. Se sono fortunato.»
Bobby sentì le guance scaldarsi, non era certo se per rabbia o imbarazzo.
«Ma prima...» aggiunse il demone. Lasciò la frase in sospeso. Si avvicinò di qualche passo e gli porse la mano.
Bobby aggrottò le sopracciglia e la fissò con diffidenza. Poi capì quello che l'altro intendeva. Spalancò gli occhi e sollevò lo sguardo su di lui. «Sei completamente impazzito per caso?»
«Non l'ultima volta che ho controllato, no.» rispose Crowley.
Bobby alzò il pugnale che ancora stringeva in una mano e lo puntò al petto del demone.
«Dimmi una sola buona ragione per cui non dovrei piantarti questo nel cuore e rispedirti all'Inferno.»
Crowley continuò a sorridere, senza scomporsi. «Perché sono adorabile.» affermò «E ti mancherei.»
«Ti piacerebbe.»
«Solo un ballo, Mr. Singer. Che ne dice?»
«Scordatelo.» fu la risposta brusca di Bobby.
«Tutto lavoro e niente gioco rende Jack un ragazzo noioso [2].» cantilenò Crowley. Poi vide lo sguardo confuso del cacciatore e aggiunse: «Proverbio inglese.»
«Fottiti. Proverbio americano.»
«Oh, andiamo, Robert!» esclamò Crowley «Hai bisogno di un po' di divertimento a volte. Inoltre questo è un momento perfetto. Rocky e Bullwinkle [3] sono a caccia e non torneranno prima di un paio di giorni. Io ho lasciato il cellulare nell'altra giacca quindi non devi preoccuparti che ti possa riprendere - e puoi credermi, perché altrimenti niente mi avrebbe impedito di immortalare la visione di te in boxer. Ci siamo solo tu e il buon vecchio me. Nessuno verrà mai a saperlo.»
Bobby avrebbe voluto ucciderlo, per tanti motivi. Il fatto che fosse un demone non era nemmeno uno dei principali. E avrebbe voluto farlo, davvero, ogni singola fibra del suo corpo gli urlava di farlo. Invece si ritrovò ad appoggiare il pugnale sul comò alla sua destra e ad afferrare la mano dell'altro.
Il sorriso di Crowley, se possibile, si fece ancora più largo e assunse una sfumatura soddisfatta e maliziosa, e Bobby avrebbe tanto voluto cancellarglielo dalla faccia a forza di pugni. Si limitò a maledire lui, se stesso e qualsiasi dio gli avesse inflitto quella punizione, e si lasciò trascinare al centro del salotto.
Crowley gli appoggiò la mano libera sul fianco, mentre Bobby mise la propria circa a metà della sua schiena, in modo un po' goffo. La posizione non era quella ideale, ma gli permetteva di tenere una certa distanza e allo stesso tempo non lo faceva sentire come se stesse facendo la parte della donna - non troppo per lo meno.
Iniziò Ain't No Sunshine [4], e loro mossero qualche passo appena accennato, girando in tondo sempre sullo stesso punto, lentamente. Dopo qualche secondo Bobby sbuffò. «Mi sento un cretino.»
«Non essere così duro con te stesso.» rispose Crowley «Non sei così male per essere un grosso orso brontolone senza un minimo di grazia.»
«Se inizi a farmi volteggiare come una ragazzina giuro che ti riempio di così tanta acqua santa da farti diventare una fontana.»
«Beh, avevo pensato ad un modesto casqué per il finale, ma suppongo che possiamo riservarlo per la prossima volta.»
«Prossima volta un corno. Questa è la prima e ultima.»
«Certo, Bobby, qualsiasi cosa tu voglia.»
Bobby borbottò un idiota a mezza voce, ma smise di lamentarsi. Crowley gli cinse la vita con un braccio e gli si strinse contro. Rise, e Bobby tentò di ignorare quanto gli piacesse quel suono. In un certo senso, sapeva che il problema non era che stava ballando un lento in biancheria intima con un demone che era anche un uomo.
Il problema era che gli andava bene.
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[1]
Crossroad Blues - Robert Johnson.[2] In originale All work and no play makes Jack a dull boy: si dice di una persona che è sempre presa dal lavoro o si preoccupa solo della propria carriera.
[3]
Ain't no sunshine - Freddie King.[4]
Rocky e Bullwinkle: Rocky e Bullwinkle, rispettivamente uno scoiattolo volante e un alce canadese, sono i protagonisti di un famoso cartone animato americano.