Seattle. *_*

Jan 18, 2010 23:35

 In attesa di una soluzione (che forse sto trovando con angy182  *__*) posto il primo capitolo di un mio progettino. :P
Non è un sim-progetto, una specie di raccolta-romanzo.
Vi spiego, questo "romanzo" conterrebbe cinque storie. Cinque vite, cinque protagonisti differenti.
E' come se fossero una raccolta, ognuno troverà un suo spazio nel libro, in successione.
Se vi interessa e non vi scoccia che non ci siano foto vi posto volentieri il primo capitolo. :P Magari dopo un vostro segnale potrei postare anche il resto. XP




Breathe.

First.

Zoey.



Non patisce mancanza chi non sente desiderio. (Cicerone.)

Le prime sagome si fanno più vive: una mia ciocca di capelli. Un ciuffo si è adagiato proprio sopra le mie ciglia. Sbatto le palpebre, lo sento cadere e infastidirmi le orecchie, ma non ci bado.
Comincio a distinguere le piastrelle bianche del pavimento.
Sento il morbido cuscino sotto la mia testa e ci affondo letteralmente. Lo afferro con le dita, le mie unghie si arrendono facendo scivolare le dita per sprofondare nel soffice tessuto bianco.
Non capisco se le afferro per stringermi ai sogni che ho appena vissuto e sfuggire alla gabbia della realtà, o semplicemente per cullarmi nel dolce svegliarsi alla mattina.
Le macchine passano troppo veloci sotto i miei occhi. Perché sì, avevo lasciato la finestra aperta per addormentarmi osservando la Seattle notturna.
Seattle si muove, si muove troppo frettolosamente. Fa passi troppo grandi, raggiunge mete troppo rapidamente. Non riesco a stare dietro a tutto questo. Non riesco a tenere il passo dei miei coinquilini, quelli con cui condivido questa città così caotica e cupa. Non riesco a..guardare sempre dritto e camminare in fretta. C'è qualcuno che si è mai fermato a guardarsi intorno?
Soffocamento. Vorrà dire questo? Si può spiegare con una sola parola ciò che si prova?
Forse no, ma era comunque il caso di alzarsi ed iniziare la giornata.
Mi strofino gli occhi sentendo la mia ruvida pelle sulle mie ciglia, che senza farsi troppo sentire si scontrano con le mie unghia.
Saldo le mie mani sulle lenzuola stropicciate e alzo la schiena. Qualche ossa protesta rimanendo in silenzio, come io facevo ogni giorno. Protesto rimanendo in silenzio.
Piego le mie gambe per portare i piedi per terra, nonostante non lo volessi affatto.
Sento sotto le gambe il distacco fra l'aria e il bordo del letto, mentre sotto i piedi il freddo pavimento.
Primo contatto con la realtà.
Le vene rabbrividiscono appena vengono allo scoperto, dopo una notte passata sotto il velo delle lenzuola.
Sono in reggiseno affacciata alla finestra, ma nessuno se ne sarebbe mai accorto. Sono tutti..troppo impegnati a... guardare davanti a sé. Così la folla di Seattle si affaccenda nel cominciare la giornata.
Un passo dopo l'altro mi portano ad affrontare la giornata. Indosso un paio di jeans, sento il tessuto freddo sfiorare le mie gambe, per poi riscaldarmi immediatamente.
Le mie mani fredde afferrano la lana del mio maglione. Ho voglia di sentire quel calore, quel calora che sta avvolgendo le mie mani in questo momento. Lo voglio sentire in ogni posto. Vorrei poter sentirlo. Vorrei poter sentirlo nelle strade di Seattle, nei volti delle persone, nel fruscio del vento di Novembre.
L'orologio segna le 6 del mattino. Le lancette dell'orologio rompono il silenzio di quella casa. Una casa abitata solo da me. Al pensiero di essere sola per l'ennesima mattina, di non essermi svegliata con qualcuno accanto rabbrividisco. Dov'è il calore che aspetto?
Sento il ritmo. Tic. Tac. Tic. Tac. Va a ritmo del mio cuore. Tum. Tic. Tum. Tac.
Sconsolata butto lo sguardo sul comò e lo specchio mi mostra la mia figura. Una ragazza magra, degli occhi che desiderano qualcosa. Colgo il desiderio nei miei occhi. Così forte da diventare mancanza. Scaccio via quei pensieri troppo deprimenti per me e passo una mano sui miei folti capelli lunghi. Sento la pressione del dito scivolare fino al collo lisciando i capelli.
La cintura dei pantaloni mi stringe la vita. Respiro a fondo sentendo i polmoni riempirsi e svuotarsi, il mio respiro innonda il silenzio dell'aria. Io mi sento più carica. Posso farcela. Affronterò questa giornata come tutte le altre volte, dimenticando la solitudine.
Raggiungo in pochi secondi il lavandino e mi butto l'acqua del rubinetto addosso, ascoltandone l'incessante rumore. Le gocce si lanciano sul mio viso, atterrando inermi e silenziose. Il mio viso si fa ancora più pallido, l'asciugamano ruvido è pronto a togliere quell'acqua tanto purificatrice quanto gelata.
In poco tempo sono pronta. Pronta ad uscire e ad unirmi a Seattle.
Prendo al volo l'ascensore, ed è la solita metropoli ad accogliermi. L'aria mi punge sulle guance e il mio respiro crea nuvolette alitate. Sento le mie labbra soffrire il gelo, i miei capelli venir travolti da un'ondata di vento. E' tutto..troppo..freddo. Voglio calore.

stories: breathe, character: zoey

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