Titolo: Numbers (B1)
Fandom: The Hobbit (2012)
Personaggi: Bilbo Baggins, Thorin Oakenshield, Kili, Fili
Rating: NC17
Avvertimenti: Slash, foursome, doppia penetrazione, incest, non ne ho assolutamente idea, qualunque cosa abominevole.
Conteggio parole: 5066
Riassunto: “Su, su vieni!”
C’è qualcosa che non lo convince granché.
Accelera il passo, finché Kili non si scosta per farlo passare, e il rumore della porta che si chiude - a chiave, con un clack secco - gli fa venire un brivido di terrore lungo la schiena.
Decisamente c’è qualcosa che non lo convince.
“Posso sapere cosa ci faccio qui?” chiede, un sopracciglio alzato.
Kili intreccia le dita della mano con le sue, mentre si allunga sulla guancia per dargli un bacio. “Non temere, Bilbo, va tutto bene. Dobbiamo solo fare un controllo, vieni.”
Note: Io non ho scritto una 4some con doppia penetrazione incest. Non l'ho fatto. Giuro.
Gesù, vado a rinnegare sta cosa per tutta la vita. Se ci sono errori, è colpa dell'amore che ho per le povere anime che leggono sta cosa (se ci sono cose tremende però ditemelo, che sia mai che la lasci così, nell'orrore)
Io non so gestire quattro persone che scopano. Gesù.
È sabato.
Bilbo non capisce perché il suo telefono squilli con insistenza alle cinque del pomeriggio, mentre si sta togliendo quei radi fili di barba che ha sul mento e che sembrano più prenderlo in giro che farlo sentire un uomo maturo. Alza un sopracciglio, vedendo il nome di Kili lampeggiare sul display, e si chiede se sia successo qualcosa o se semplicemente abbia voglia di rompergli un po’ le scatole.
Decide di rispondere solo per mera curiosità.
“Sì?”
La voce di Kili, dall’altro lato del telefono, squilla con così tanta forza da bucargli le orecchie. Gli viene istintivo allontanare il cellulare dall’orecchio per qualche secondo, prima di chiedergli di ripetere tutto con calma e con voce più modulata.
“Oh, scusa. Vieni in azienda? Abbiamo bisogno di aiuto e tu sei l’unico che ha risposto, abbiamo davvero davvero davvero bisogno di una mano, ti prego!”
Bilbo sospira, poggiando la lametta e storcendo il naso mentre guarda l’orologio. “Non possiamo aspettare lunedì?”
“No, assolutamente no! È davvero urgente, Bilbo, aiutaci, Thorin si arrabbia se per lunedì non è tutto a posto.”
Bilbo si guarda allo specchio, come a cercare conforto. Per un momento spera davvero che il suo riflesso possa aiutarlo, e quando si arrende all’idea che non gli darà nessun segno divino sbuffa sconsolato.
Aveva altri progetti. Progetti migliori.
“D’accordo, d’accordo. Dammi una mezz’ora e arrivo.”
Si pente immediatamente di quello che ha detto quando, dietro la voce di Kili, sente il ridacchiare sommesso di qualcuno.
*
Scopre di averne tutte le ragioni del mondo.
Quando finalmente riesce ad arrivare in azienda il sole è già tramontato dietro i palazzi. Bilbo non è assolutamente entusiasta di essere lì di sabato pomeriggio, ma in fondo l’ultima cosa che vuole è ritrovarsi un superiore decisamente troppo arrabbiato per poter essere digerito per un giorno intero, per cui stringerà i denti. Davanti a lui, le luci della Oakenshield and company sono tutte spente, meno che quelle della sala esposizione - immagina che Kili sia lì, insieme a Fili, probabilmente.
Con le mani in tasca si dirige verso lo stabile, pregando ogni santo che conosce che la cosa sia breve - brevissima, così che possa tornare a casa e prepararsi decentemente per andare in discoteca con Frodo, ne ha davvero bisogno.
“Kili?” chiama a voce alta, mentre si avvicina sempre più alla porta della sala esposizioni. Quella si apre, lasciando apparire un Kili che sorride sornione, agitando la mano.
“Su, su vieni!”
C’è qualcosa che non lo convince granché.
Accelera il passo, finché Kili non si scosta per farlo passare, e il rumore della porta che si chiude - a chiave, con un clack secco - gli fa venire un brivido di terrore lungo la schiena.
Decisamente c’è qualcosa che non lo convince.
“Posso sapere cosa ci faccio qui?” chiede, un sopracciglio alzato.
Kili intreccia le dita della mano con le sue, mentre si allunga sulla guancia per dargli un bacio. “Non temere, Bilbo, va tutto bene. Dobbiamo solo fare un controllo, vieni.”
Bilbo decide che è inutile continuare a chiedere spiegazioni, perché è chiaro che nessuno gliele darà. Quindi, sconsolato, si limita a lasciarsi stringere la mano da Kili e farsi guidare lungo l’andito della sala, il ragazzo chiaramente diretto all’ultimo androne. La sua lingua scivola tra le labbra nel misero tentativo di sedare l’ansia, e quando entra nella stanza, il suo respiro si blocca nel vedere non solo Fili, ma anche Thorin appoggiati contro il muro.
“Cosa…” Il biondo sorride quasi sinistro, i primi bottoni della camicia lasciati liberi di mostrare una minuscola parte di petto, mentre il suo superiore si limita a fissarlo, occhi di ghiaccio che lo penetrano e lo fanno sentire così a disagio che vorrebbe scappare. “Okay. È chiaro che non ci sia assolutamente nulla da controllare.”
“Oh no, Bilbo, ti sbagli.”
Kili si scosta, lasciandogli vedere il letto al centro della stanza. È appena uscito dalla fabbrica, brilla, profuma appena di vernice. Bilbo si avvicina, ne accarezza gli intagli, si perde a guardare la luce riflessa nel legno lucido, prima di guardare i tre con fare inquisitorio.
“Abbiamo bisogno di testare quel letto.”
“E io cosa…?”
“Kili non si è espresso bene.” Scuote la testa Fili. Non è rassicurante il fatto che faccia diversi passi avanti, fino a raggiungerlo e cingergli le spalle con le braccia, la barba leggera che struscia contro la sua guancia glabra. “Voleva dire che abbiamo bisogno di te, per testare quel letto.”
Le labbra di Fili sul suo collo scottano; Bilbo sente chiaramente le sue guance avvampare, e i suoi occhi cercano Thorin disperatamente, alla ricerca di un’ancora di salvezza.
Ma Thorin sorride, lo squadra da capo a piedi e scuote la testa.
Kili stringe le sue spalle, costringendo Fili a mollare la presa e Bilbo a sedersi sul letto. C’è qualcosa che non quadra, davvero, soprattutto quando sente le dita del fratello più giovane sfiorargli il collo gentilmente, facendogli venire la pelle d’oca. La testa gira, ma non fa in tempo a dir nulla ché si ritrova a non respirare, quando le labbra di Kili si appoggiano sulle sue e il principio di barba punge appena, quando le mani di Fili circondano il suo busto e risalgono fino al primo bottone della sua camicia per sbottonarla, piano. Sente la lingua di Kili spingere tra le sue labbra, invitandolo a dischiuderle per farlo entrare. E si arrende, alla fine, gemendo di sorpresa quando lo sente muoversi dentro la sua bocca, quando Fili nel frattempo ha già liberato il suo petto dalla copertura della camicia, facendola scivolare lungo le spalle e incastrare attorno ai polsi.
Bilbo cerca Thorin con lo sguardo, ma quello rimane immobile contro la parete e con le braccia incrociate, senza distogliere lo sguardo dai tre nemmeno per battere le ciglia. Il suo cuore salta distintamente uno, due, tre battiti, lasciandolo in apnea quando Kili si allontana dalle sue labbra per avventarsi sul suo collo, Fili già impegnato a lasciargli segni scuri sulla pelle. “T-Thorin…”
“Aaah, Bilbo, non puoi chiamare lo zio mentre noi ci prendiamo cura di te.”
“Non è corretto nei nostri confronti.”
Lo sbuffo divertito di entrambi scotta la sua pelle come sole d’estate. Sospira con forza, alzando gli occhi al cielo, mentre le sue braccia si sollevano per stringersi attorno alle braccia di Kili. Non doveva venire, se lo sentiva.
Almeno lo avessero avvertito. Vieni Bilbo, abbiamo voglia di umiliarti davanti al tuo capo, così avrebbe detto no, spento il telefono e dimenticato della Oakenshield and company per le successive ventiquattro ore. Ma no, perché avvisare, in fondo?
Thorin si avvicina, mentre lui fatica a respirare per tutta quell’overdose di contatto fisico. Riesce a vedere i suoi occhi chiari pieni di un’ombra che ha visto ancora poche volte, e la visione lo fa deglutire così forte che Kili riesce a sentire il suo pomo d’Adamo muoversi bruscamente contro le sue labbra. Osserva il suo superiore - il suo amante, Dio, non riuscirà mai a metterselo in testa - chinarsi davanti a lui e accarezzargli una coscia, risalendo pericolosamente dove la stoffa è già tesa.
“Thorin…” lo chiama di nuovo, il tono ambiguo di chi non sa se proseguire con una domanda o fermarsi e attendere qualunque cosa. L’altro si umetta le labbra, prima di avvicinarsi alle sue e respirare lava sul suo viso.
“Ricordi, qualche mese fa, quando siamo usciti tutti insieme per andare al mare?” Bilbo annuisce, piano, arrossendo in anticipazione. “Ricordi cosa ti ho detto? Che tu, in mezzo a loro due, saresti stato uno spettacolo meraviglioso.”
Bilbo geme forte, inarcandosi contro la spalla di Kili e ansimando marcatamente quando la mano di Thorin si ferma sulla sua erezione già piena. Ora che se lo ricorda sente il suo stomaco attorcigliarsi attorno quella che pensava fosse una semplice fantasia. Oddio santissimo.
“Sai che noi vogliamo bene allo zio.”
“E tu ci piaci tanto, Bilbo, non potevamo perdere l’occasione di farti provare esperienze nuove.”
Kili solleva la testa, scambiandosi uno sguardo d’intesa con l’altro mentre libera Bilbo dalla costrizione della camicia. “E non hai idea di quali nuove esperienze.”
Bilbo sente l’ennesimo brivido scuotergli la schiena e vibrare con forza nella sua testa. Ha l’impressione di non poter resistere a lungo, tra Fili che lo obbliga a girare la testa per baciarlo e Kili che scivola con la bocca sul suo petto, i pollici che sfiorano la pelle più scura, la lingua che fa movimenti circolari e lo obbliga a respirare più veloce per riuscire ad avere abbastanza aria nei polmoni per vivere. Socchiude gli occhi, quando sente le dita di Thorin muoversi tra le sue gambe per abbassargli la cerniera dei jeans, quando la sua mano scivola dentro e comincia ad accarezzarlo da sopra la biancheria. Le sue dita si stringono con più forza attorno alle braccia di Kili, mentre la sua bocca è totalmente incapace di articolare suoni sensati.
Il suo cervello gli grida di scappare, ma come può, quando le gambe sono molli e ha così tante mani addosso da non capire quante persone ci siano attorno a lui?
Sente un paio di labbra sfiorargli l’orecchio, quando Fili lo libera dal bacio. “Rilassati.” Le parole accarezzano la conchiglia, un sospiro leggero che lo accarezza con una dolcezza fuori luogo, e Bilbo sospira riconoscendo la voce di Thorin. Si morde il labbro, annuendo lentamente.
Non credeva che ci avesse pensato ancora, dopo quel giorno. L’idea aveva solleticato il suo stomaco in modi che non avrebbe mai pensato, ma non credeva che prima o poi si sarebbe trovato in questa situazione. Non con Kili e Fili a premere contro di lui in quel modo lascivo, non con Thorin a guardare quando debole diventa sotto tutte quelle attenzioni.
Riapre gli occhi con una lentezza disarmante, tenendo la testa abbassata. Davanti a lui, la mano di Thorin continua a muoversi sulla sua erezione, senza stringere, senza premere, senza togliergli i boxer e fargli sentire la sensazione meravigliosa di carne contro carne. Deglutisce ancora, Bilbo. Forse è il caso di assecondare tutti, di lasciarsi andare e sperare solo che le promesse siano all’altezza delle aspettative. Quando si lascia andare sul petto di Fili, i fratelli fischiano in apprezzamento, lasciando scivolare le mani sull’addome e pizzicando la pancia, macchiandola di rosso.
“Bravo il nostro Bilbo.”
“Non te ne pentirai.”
Non è sicuro che abbiano ragione.
Geme di dolore, quando Fili sposta la testa dal suo collo per far spazio a Thorin e ai suoi denti che mordono la carne come se fosse pane. Il letto scricchiola, sotto il loro peso.
“Anche i clienti te ne saranno grati.” sorride Kili, prendendolo per il mento e sollevandogli la testa per guardarlo negli occhi. “Testare i prodotti è uno dei tuoi ruoli principali.”
Bilbo sbatte lentamente le palpebre, cercando di sostenere il suo sguardo. “E da… quando?”
“Da oggi, ovviamente.”
La lingua di Kili entra nella sua bocca prima che possa fare qualunque cosa. È irruenta, invasiva, irrispettosa - niente di diverso dalla persona che adesso lo sta stringendo per i fianchi. Il suo bacino fa uno scatto in avanti, alla ricerca di un contatto più profondo mentre Thorin gli allarga le gambe con una mano per scivolare meglio dentro i suoi pantaloni.
C’è qualcuno che lo accarezza sul bordo dell’intimo, che scivola ad accarezzare il suo pube prima di tornare su, e scuoterlo di brividi. Sposta lo sguardo su Thorin, che lo guarda come se fosse la cosa più bella del mondo.
Come può anche solo pensare di andarsene, adesso?
Thorin sogghigna, e Bilbo improvvisamente si rende conto di un sacco di cose. Si rende conto dell’erezione di Fili che preme contro la sua schiena, si rende conto della mano di Kili sprofondata dentro i suoi pantaloni, si rende conto che la stoffa del suo intimo è umida, e Dio, il cervello sta per esplodergli.
Kili sfila le mani dalle mutande, sorridendo mentre preme le dita appena umide sulle labbra di Bilbo. “Apri.” Bilbo lo lascia libero di accarezzarlo sulla pelle secca, prima di obbedire e sentire le dita di Kili sfregare contro la sua lingua. È salato, non capisce se per colpa del liquido o della sua pelle, ma non è così importante. Comincia a leccare con avidità, quasi spaventato di se stesso, mentre dietro di lui Fili sogghigna soddisfatto e Thorin stringe la sua erezione con un po’ più di forza.
“Mhmh, okay, adesso basta giocare, sì?” dichiara il biondo, quando Kili sfila le dita dalla bocca di Bilbo con un suono osceno e si allunga sul giovane per baciarlo ancora una volta. Bilbo geme frustrato, quando sente la mano di Thorin scivolare via dalle sue gambe, l’uomo che gli si mette in piedi davanti. Solo adesso Bilbo vede quanto la situazione gli piaccia, e quando su suoi occhi si rifletta una leggera gelosia che riscopre essere eccitante.
Bilbo allunga una mano sul cavallo dei pantaloni di Thorin, trattenendo il fiato quando lo sente spingere contro la stoffa dei pantaloni. Lo accarezza appena, mentre le dita di Thorin affondano nei suoi riccioli e lo obbligano ad alzare la testa quel poco che basta per riuscire a catturare la sua bocca. Un bacio, i denti affondati sul suo labbro inferiore, e Thorin sorride, penetrandolo con gli occhi.
“Ogni cosa a suo tempo.”
Bilbo si lecca le labbra, sentendo il dolore pulsare.
Kili e Fili si allontanano, e improvvisamente si sente freddo. Si volta per guardarli, Fili che si appoggia alla testiera del letto mentre Kili si inginocchia ai piedi del materasso, entrambi che lo invitano con gli occhi a raggiungerlo. Thorin gli dà una pacca sulla spalla, invitandolo a salire sul letto - è enorme, sembra più grande del suo di almeno mezza piazza, e lui dorme in un letto matrimoniale. Gattona fino al centro del letto, lasciandosi guidare dalle mani di Fili che affondano nei suoi capelli, massaggiano la sua cute facendolo mugolare. Dietro di lui, Kili si aggrappa ai suoi pantaloni, trascinandoli fino alle ginocchia e lasciandolo con le cosce nude, i boxer ancora addosso, ma quasi del tutto inutili.
Thorin si siede affianco a Fili, una mano tra le gambe, gli occhi incollati sui tre.
“Non lo hai mai fatto con più persone, vero?”
Avvampa, alla domanda di Fili. La sua testa si agita in diniego. Non gli è mai saltato in mente nemmeno di provare, e a guardarsi attorno, adesso, sente un nodo allo stomaco stringersi con forza. È strano, e forse sbagliato - dio, Kili e Fili sono fratelli, per Dio - ma è tutto così caldo, così piacevole…
Sussulta, quando la stretta di Fili si fa più forte e le sue mani lo obbligano ad abbassarsi finché il suo naso non sfiora la patta dei pantaloni del biondo. Bilbo solleva lo sguardo, e gli occhi di Fili gli dicono tutto quello che ha bisogno di sapere. Trattiene il fiato, aprendo la patta dei pantaloni chiari, la punta del suo sesso che sbuca appena dalle mutande. Le lascia scivolare verso il basso, quel poco che basta per liberarlo e, chiudendo gli occhi, comincia ad accarezzarlo, dapprima con le labbra, poi con la lingua.
Ignora totalmente il fatto di sentire lo sguardo di tutti e tre appiccicarsi sulla sua pelle come sudore.
Lascia scivolare Fili dentro la sua bocca, rincuorato dal fatto che le mani sulla sua testa non gli stiano imponendo di muoversi a un ritmo che non vuole. Sente già le prime gocce di sperma contro la lingua, un sapore diverso da quello di Kili, meno salato, meno forte.
Continua così, piano, finché non si irrigidisce e stringe le mani sulle cosce di Fili quando sente l’altro fratello fargli scivolare l’intimo lungo le cosce. È lì che Fili stringe appena i suoi capelli, tenendolo fermo prima che possa muoversi. “Continua, Bilbo. Non ti preoccupare.”
Deglutisce, il sesso di Fili ancora in bocca, e l’altro lo spinge appena, stavolta, facendolo gemere per il contatto sgradevole della punta umida contro la sua gola. Respira, si abitua alla presenza per quando riesce, prima che Fili gli dia il permesso di muoversi di nuovo. Comincia a succhiare, la lingua che aderisce alla carne bollente, e così continua finché di nuovo non si ferma, stavolta gemendo di sorpresa alla sensazione insolita che gli attorciglia lo stomaco.
Non gli importa se Fili gli tiene una mano sulla testa, proprio no. Si solleva e si volta per vedere Kili chino su di lui, le mani grandi ad allargargli le natiche mentre il suo viso sparisce dietro la curva del sedere. “K-Kili…” balbetta, e l’altro in risposta si alza appena e gli sorride.
Non preannuncia niente di buono.
Quando scompare dietro la curva del suo sedere, Bilbo non sente solo il viso bruciare, ma tutto il corpo. La lingua di Kili forza sulla sua apertura, la saliva che scivola lenta sulla pelle calda. Bilbo non riesce a tenere la posizione e si volta verso Fili, premendo la testa sul suo petto. Non riesce a pensare più a niente se non a quella lingua che lenta si spinge dentro di lui.
“Va tutto bene.”gli sussurra, accarezzandogli i capelli. Bilbo non riesce a far altro che voltarsi a guardare Thorin e mordersi le labbra.
È sopraffatto. Dall’odore che gli si appiccica addosso, dagli sguardi carichi di desiderio, dalle sensazioni che rapidamente si attorcigliano attorno allo stomaco e non lo fanno respirare. Annaspa, quando Kili spinge più forte dentro di lui, per trattenere il fiato quando Thorin si sposta verso il nipote, e Bilbo si sente terribilmente esposto.
“Kili.”
La sua voce è così roca che, se continuasse a parlare, potrebbe venire così, senza che nessuno lo tocchi. Kili lascia dietro di sé un vuoto umido e freddo quando si allontana per dedicarsi allo zio. Non ha bisogno di aggiungere altro, il ragazzo che si sposta accarezzando la schiena di Bilbo e lasciando posto a Thorin.
Bilbo stringe gli occhi, quando sente la grossezza familiare delle dita dell’uomo spingere piano in lui, umide della saliva di Kili e di lubrificante - quando diavolo l’ha tirato fuori? Si sente rincuorato dal movimento del suo dito, sollevando il sedere per seguire i suoi movimenti. Geme contro il petto di Fili, le mani dei due fratelli contro la sua schiena, per poi mordere la stoffa della camicia del biondo quando un secondo dito scivola in lui, allargandolo.
“Ah, Bilbo, Bilbo. Dovrai stringere un po’ i denti, stavolta.” esclama Kili in tono spaventosamente giocoso, stringendogli poi il lobo dell’orecchio tra i denti. Bilbo si volta per guardarlo, e il sorriso sul volto del giovane lo inquieta come poche altre cose al mondo.
Poi Thorin piega appena le dita, e vede tutto bianco.
“Fili, giralo.”
Bilbo sente i suoi muscoli così molli, il sangue che scorre nel suo corpo unicamente per raggiungere un unico punto, che Fili non fa alcuna fatica a girarlo. Thorin lo libera dei pantaloni, un cumulo di stoffa attorno alle sue caviglie, prima di ricominciare a spingere in lui con le dita, piano, snervante.
Di solito a quest’ora avrebbe già smesso di prepararlo.
D’altro canto, di solito non usa tutto quel lubrificante.
I suoi occhi scorrono sul viso di Thorin, sul suo petto che si solleva e si abbassa rapido, sulla sua mano che si muove tra le sue gambe, il palmo che accarezza il sedere quando spinge in fondo. È imbarazzante stare così, con le gambe spalancate davanti al suo superiore e un’erezione dolorosamente dura che gli accarezza la pancia, bagnandola appena. Un terzo dito, e la premura che Thorin impiega nell’allargarlo comincia a diventare sospetta. Il suo sguardo schizza tra i tre, ma tutti sembrano così tranquilli, nonostante la fame che aleggia nei loro occhi.
“Thorin?” lo chiama con voce rotta, senza ricevere risposta.
L’uomo alza lo sguardo, ma non guarda Bilbo. Guarda oltre le sue spalle, a Fili che dietro di lui muove la testa in cenno d’assenso. Le mani di Fili scivolano lungo i suoi fianchi, stringono la carne per sollevarlo e permettere al biondo di sistemarsi meglio sotto di lui.
“Bilbo…” sospira Thorin, mettendosi sulle ginocchia e sfiorandogli le labbra con le sue. “Fallo entrare. Piano.”
Bilbo trema, mentre lo guarda. Ma si lascia guidare dalle mani di Fili, che si lascia scivolare piano dentro di lui. Tira la testa all’indietro, sospirando, e mentre si prepara a muoversi il suo sguardo cade sulla mano di Thorin, il lubrificante che bagna ancora le sue dita. Fili circonda il suo petto con le braccia, obbligandolo a sdraiarsi sul suo petto, e Bilbo deglutisce con forza, e il suono rimbomba così forte nelle sue orecchie che si chiede se abbia fatto davvero tutto quel rumore. Si lecca le labbra nel momento stesso in cui lo fa Thorin, che si risiede sulle sue gambe. Fili muove il bacino piano contro Bilbo, una, due volte, respirando pesante contro il suo collo.
Quando Thorin lo ferma, entrambi grugniscono insoddisfatti. “Zio…” mugola Fili, la punta del naso che accarezza lenta l’orecchio di Bilbo. Thorin non risponde se non con un cenno della testa, mentre frega le dita tra di loro per bagnarle bene.
La mano che preme sul petto di Bilbo scotta. Kili lo guarda col sorriso sulle labbra, mentre lo invita a rilassarsi contro il petto di Fili. “Tranquillo.”
Tranquillo. Sì, certo. Se sapesse cosa sta succedendo potrebbe anche provarci, a stare tranquillo.
La mano di Thorin scivola piano sul suo addome, fermandosi sopra il suo sesso eretto; mentre Bilbo freme al contatto, l’uomo guarda Kili, e subito la mano del giovane prende il posto della sua, cominciando a muoversi piano.
Finalmente Bilbo si rilassa contro il petto di Fili, chiudendo gli occhi per godersi meglio il contatto. Vorrebbe che Fili si muovesse, che Kili continuasse a muovere la mano - vuole liberarsi dell’elettricità che gli scorre in corpo perché, Dio, non sa per quanto ancora riuscirà a sopportare il cuore che batte come un martello nel petto. Ma Fili non si muove, e Kili lo tocca come se fosse qualcosa di fragile, come se non volesse provocargli piacere, ma solo… distrarlo.
Capisce perché solo quando Thorin forza nuovamente un dito dentro di lui, sfregandolo contro l’erezione di Fili. Bilbo apre gli occhi, un singulto che gli fa aspirare tutta l’aria attorno a sé e lo lascia teso come una corda di violino.
“Rilassati, Bilbo.” sussurra Kili con un bacio sulla guancia, e Bilbo gli direbbe di non trattarlo come un gattino, se non fosse che la voce gli muore in gola ogni volta che cerca di dire qualcosa.
Non sa perché si ritrovi con un ginocchio piegato verso il petto e l’altra gamba tenuta da Kili, perché il dolore sordo che sente tra le gambe, le dita di Thorin che aumentano lentamente, che lo fanno sussultare per le fitte ad ogni spinta. Le dita di Thorin si muovono con fatica dentro di lui, ostacolate dall’erezione di Fili, e Bilbo è certo che tra poco si spaccherà in due.
“T-Thorin!”
Bilbo si inarca in avanti, cercando la spalla di Thorin con una mano. Spera di cuore che smetta di torturarlo così, perché si sente sull’orlo delle lacrime, e l’eccitazione è troppa e il dolore è troppo e-
“Va tutto bene. Fidati di me.”
E non può dirgli di no.
Thorin lo rispinge gentilmente contro Fili, che comincia a dedicare al suo collo le attenzioni che si merita, una corda di baci che va da dietro all’orecchio fino alla spalla, per poi tornare indietro. Bilbo respira forte, cercando di sopportare il dolore, di non dar corda al vago sentore di nausea che sente muoversi nello stomaco. “Piano, piano.” Lo incita il biondo, accarezzandogli la pancia mentre Thorin fa scivolare il terzo dito, di nuovo, un’altra fitta di dolore che lo apre in due.
Gli viene istintivo avvicinare ancor di più il ginocchio al petto, la mano libera di Thorin che gli stringe la coscia con così tanta forza che probabilmente domani avrà i segni - come se fosse il minore dei problemi.
“Fa ancora male?”
Non riesce a capire se la voce di Kili tremi per l’eccitazione o la preoccupazione, ma è quasi certo che la seconda opzione non sia quella giusta. Bilbo trae un respiro profondo e stringe gli occhi, cercando di rilassare i muscoli, cercando di trovare il piacere dove sente dolore. L’intrusione di Thorin è meno molesta, adesso. Si impone di respirare piano, di concentrarsi sulla mano di Kili che ancora si muove tra le sue gambe. Lentamente, mordendosi il labbro, scuote la testa e riprende a guardarsi attorno, il moro che gli sorride affabile, Thorin troppo concentrato a prepararlo per guardarlo negli occhi.
Ci vuole ancora un po’, prima che Thorin finalmente sfili le dita dal suo corpo, lasciandolo nuovamente con una fastidiosa sensazione di vuoto, accompagnata dall’eccessivo umido del lubrificante. Trattiene il fiato, quando Thorin scende dal letto, muovendo la mano dalla coscia al ginocchio per accarezzarla. Kili abbandona la sua erezione per muoversi davanti a lui, sollevandogli la gamba tesa sul materasso e tenendo le mani dietro le sue ginocchia.
“Ti piacerà.” ammicca Kili, e se Bilbo fosse nel pieno delle sue facoltà mentali probabilmente lo prenderebbe a ceffoni per la sua spudoratezza.
Fa in tempo a guardare Thorin, prima che tutto si faccia troppo intenso e lui si senta troppo pieno, l’aria che viene risucchiata nei polmoni con un singhiozzo di dolore. Kili spinge contro la sua apertura, sfrega contro le sue pareti, contro Fili che comincia a muoversi piano, come a voler aiutare il fratello a muoversi dentro di lui. La testa si riempie di grida e nomi che vorrebbe urlare, ma dalla sua bocca non esce nulla, soltanto gemiti strozzati ogni volta che Kili si spinge un po’ di più, ogni volta che Fili gli accarezza il petto e fa ondeggiare il bacino.
È sicuro che si ritroverà aperto in due - lo è già, lo è già, Cristo. Non si presenterà più a lavoro, non avrà il coraggio di guardare in faccia nessuno senza pensare a questo, all’odore del sesso che gli solletica le narici, ai sospiri pesanti di Fili contro l’incavo della sua spalla, a Kili che socchiude gli occhi e gli allarga le gambe quanto più può.
Senza pensare allo sguardo di Thorin che si muove tra il suo viso e il suo corpo, tra i cazzi dei suoi nipoti che scompaiono dentro di lui e la sua bocca aperta e gonfia.
Sente la cerniera dei pantaloni di Thorin abbassarsi, e quando finalmente trova il coraggio di guardare, l’uomo ha le ginocchia poggia sul bordo del materasso, l’erezione stretta in un pugno pericolosamente vicina al suo viso.
Tanto vale che si lasci andare.
Bilbo si allunga verso di lui, la lingua che lecca piano la punta già umida. Quasi lo rilassa, sentire il suo sapore sulla lingua - è l’unica cosa famigliare in mezzo a quel casino dentro la sua testa, attorno al suo corpo, l’unica che lo sblocca totalmente e gli dà quasi il permesso di lasciarsi andare.
Il gemito che esce dalle sue labbra è così lascivo che quasi si chiede se sia stato lui ad emetterlo. E a quello se ne susseguono altri, e altri ancora, tutti incastrati tra la laringe e la gola, tutti pronti ad uscire ad ogni spinta, l’aria calda che accarezza l’erezione di Thorin, che spinge la sua lingua a leccare seguendo il ritmo dei due fratelli - poco importa, adesso, che camminare domani diventerà impossibile.
Adora sentire i gemiti di Thorin sovrastare quelli di Kili e Fili, sovrastare i suoi. Adora la piega calda che prende la sua voce quando perde il controllo del suo corpo, adora qualunque cosa di quell’uomo. Tutto attorno a loro diventa un cumulo di versi e nomi che si confondono, di frasi di apprezzamento che non avrebbe mai pensato di sentire con le sue orecchie. Sente il piacere di Kili e Fili scorrere nelle sue vene, e si spaventa, quando pensa che potrebbe accettare qualunque cosa, adesso, che se Thorin volesse potrebbe entrare anche lui, al diavolo il dolore, al diavolo tutto.
Qualcuno prende in mano la sua erezione, non è sicuro che sia Fili, o Kili, o Thorin, ma non importa. Quello che importa è che respirare finalmente diventa difficile non per il dolore, ma per il troppo piacere. È pieno, troppo pieno.
Non riesce a sopportare oltre, ma è certo del fatto che, in quella stanza, nessuno sia messo meglio di lui.
Il primo a cedere è Fili, che affonda i denti nella sua spalla mentre dà una spinta più forte, si infossa dentro di lui con un fremito che lo fa tremare. È incredibile, sentire il suo sperma occupare il poco spazio che rimane dentro di lui, sentirlo scivolare fuori, lungo il solco delle sue natiche. Kili gli dà il colpo di grazia, le sue spinte rese più scivolose dal lubrificante mischiato al seme di Fili. Vengono insieme, Bilbo che chiude gli occhi sentendo il suo corpo scuotersi, le farfalle nello stomaco mentre la testa pulsa, il suo sesso pulsa, lasciandolo inerme e senza fiato; qualcosa bagna il suo viso, e quando riapre gli occhi Thorin è inarcato su di lui, con il pugno che si muove accompagnando gli schizzi. Bilbo apre la bocca, guidato dall’eccitazione, sentendo il seme di Thorin scivolare dalla lingua giù per la gola.
Non c’è nessuno, lì dentro, che non stia annaspando.
“Meraviglioso.” Sussurra Thorin col fiato corto, chinandosi per baciare il viso di Bilbo dove lo ha sporcato.
Lui risponde con uno sbuffo divertito, incapace di dire qualunque cosa e abbandonandosi al calore delle sue labbra.
Sono tutti stretti l’uno contro l’altro, Thorin che stringe Bilbo in vita e gli accarezza il collo col naso, il riflesso perfetto di Kili e Fili che non fanno che ridacchiare e giocare con la pancia morbida del tirocinante.
“Siete… siete assurdi.” balbetta, scuotendo la testa, premendosi contro il corpo di Thorin nella speranza che gli altri la piantino di molestarlo. Kili e Fili rispondono scuotendo la testa e sorridendo, troppo presi dal torpore post sesso per poter rispondere in modo intelligente.
“Ti è piaciuto.”
“L’importante è questo, no?”
Bilbo sbuffa, roteando gli occhi e lasciandosi scappare un sorriso soffice. “Non potrò camminare per giorni.”
“Hai tutto il weekend per riprenderti. Anche se grazie, è decisamente un complimento, il tuo.”
Bilbo si volta a guardare Thorin, implorandolo di fare qualcosa per far star zitti i suoi nipoti. L’unica risposta che riceve è un bacio possessivo, lingua che esplora e denti che fregano contro le labbra colorandole di rosso.
“Non vi ci abituare troppo. Non penso succederà una seconda volta.” grugnisce poi, stringendo Bilbo a sé, il braccio in vita che sembra quasi marcare il territorio, volerlo strappare dalle grinfie dei suoi nipoti.
Tutti ridono, e Bilbo si sente bene, nonostante il dolore sordo al sedere.
In fondo, poco importa per la discoteca. Sta più che bene dov’è adesso, tra il calore del suo amante, e di due idioti che forse ama più di quanto crede.