Fic tornata fresca fresca dal secondo turno del "
More
than two months of insanity - Grindeldore Chantest", indetto da
agnehalf
sul forum di EFP. Il prompt era "bacio", per questa fase, e la cosa che mi è
uscita fuori è decisamente strana. Comunque...
Fandom: HP
Rating: Pg-13
Personaggi: Ariana, Albus/Gellert, Aberforth
Avvisi: Slash, un punto di vista piuttosto particolare
Disclaimer: Non sono miei né i personaggi né i luoghi; di mio
c'è solo qualche idea.
Riassunto: Ariana sa molto più di quello che sembra. Un viaggio
nella sua mente può essere molto strano, da fare.
Un Assaggio: "C'è un ragazzo nuovo nella vostra casa. Lo vedi e non
parli. Entra dalla porta di ingresso, fianco a fianco con Albus, e sulla sua
giacca ci sono sette bottoni d'argento, e uno pende un poco, dove il filo ha
ceduto. Si chiama Gellert, lo sai perché te lo dice. Ti si mette davanti come
non fa nessun altro, ti guarda e sembra chiederti di guardarlo indietro, ti
tende la mano e si presenta anche se
non lo tocchi e non gli rispondi. I suoi capelli sono del colore delle pozioni
d'amore.
Lo sguardo di Ariana
C'è un ragazzo nuovo nella vostra casa. Lo vedi e non parli. Entra dalla
porta di ingresso, fianco a fianco con Albus, e sulla sua giacca ci sono sette
bottoni d'argento, e uno pende un poco, dove il filo ha ceduto. Si chiama
Gellert, lo sai perché te lo dice. Ti si mette davanti come non fa nessun altro,
ti guarda e sembra chiederti di guardarlo indietro, ti tende la mano e si
presenta anche se non lo tocchi e non gli rispondi. I suoi capelli sono del
colore delle pozioni d'amore. Il giallo per le pozioni d'amore, diceva la Mamma,
il verde per cambiare...
Lo aspettavi da tanto tempo.
Sapevi che sarebbe arrivato; non conti i giorni che passano da quel che è
successo, ma sempre e solo quelli che mancano a quel che succederà, e la Mamma
aveva quasi iniziato a comprenderlo, ma la Mamma è andata via e lo sapevi da
prima, anche se Albus ha tentato di spiegartelo con parole gentili, come se
pensasse che non avresti capito.
La Mamma è morta e Gellert è arrivato, e tutto è solo come deve essere.
Ti fa pena come Albus lo guarda. Tuo fratello fa caso a te quando ti siedi
vicino a loro, incrociando le gambe sulla sedia della cucina e ascoltandoli
mentre conti i grani di zucchero sul fondo della sua tazza di tè. Se sono
quindici succederà oggi, ma sono ancora tanti, tanti di più.
-Non farci caso- dice Albus.
-Non lo faccio, stai tranquillo- risponde Gellert, e pensa ad Ariana, povera,
piccola Ariana, che non capisce e non sa, e non si può controllare, come faremo
con Ariana? Per quanto tempo Albus sarà legato a lei, per quanto tempo dovremo
rimandare i nostri viaggi, e non vedere l'Europa, e non trovare i Doni, e
rimandare il nostro mondo perfetto mentre Albus guarda la piccola Ariana che
ondeggia e conta le mosche?
Tu sai che si sbaglia, che non partirà mai con tuo fratello e che il mondo
giallo di sole e verde di alberi rimarrà solo un sogno nella sua mente, com'è
ora. Ma non sarà per colpa tua, e i granelli di zucchero sono centoventisei:
presto Gellert lo saprà, ma non oggi.
Ti alzi e Gellert tocca la mano di Albus e Albus diventa rosso come uno
schiantesimo e tu sorridi a Gellert, e conti i giorni e sai che ne ha ancora
tanti per toccarlo così, prima che tutto finisca.
E Albus è felice, e tu non parli, perché non deve sapere, non deve essere triste
prima che accada. E te ne vai cantando a giocare nel prato con Aberforth; e
Albus sorride a Gellert e Gellert sorride ad Albus e Aberforth sorride a te, e
il vento sugli alberi non fa che fischiare la tua stessa canzone.
Aberforth cammina per la stanza, e ogni tanto parla, ma soprattutto pensa.
Albus pensa sempre a cose grandi e un po' spaventose, aspetta sempre quel che
succederà domani, come se portasse cose incredibili in serie di tre, tre Doni,
tre viaggi, tre nuove idee. Aberforth pensa alle piccole cose da riparare in
casa, tre persiane rotte, tre tazze sul tavolo della colazione, tre mele già
mature sull'albero in cortile. I suoi pensieri sono piccoli e semplici, e sono
quelli che ti piacciono di più. Tu vedi un disegno nel tre; ma tu sai che dal
tre viene il due, due fratelli che restano soli, due mesi di sogni crudeli, due
grandi guerre con tanti morti. Il due è il numero delle disgrazie.
E' il modo in cui vedi le cose, e sul lenzuolo di Aberforth scrivi con il dito
del tre che diventa due e del male che vi aspetta, ma nessuno lo capirà.
-Sta fuori tutto il giorno con lui,- dice Aberforth, e due nuvole passano
davanti alla sua finestra, -e non ci pensa a te? Se la Mamma lo vedesse...-
Ma la Mamma penserebbe che Albus è Albus e Aberforth è Aberforth, e Ariana è
pericolosa, Merlino, ancora, guarda i suoi occhi, lo vedo che sta per perdere il
controllo di nuovo.
-Ariana, stai bene?- chiede Aberforth, teso e preoccupato, solo un po' stanco.
Ma no, non stai bene, ci sono due corvi posati sull'albero, troppi, troppi due,
non va bene...
E il tavolo prende fuoco, così d'improvviso che anche tu ne hai paura. Aberforth
salta davanti a te per proteggerti dalla tua stessa magia, e prima di
accorgertene davvero ti inarchi all'indietro mentre tutto fluisce di nuovo fuori
da te, e il letto comincia a bruciare quando ogni muscolo del tuo corpo tira e
tira, facendoti male.
Aberforth ti solleva come fa sempre quando arriva la crisi, ma non può scappare
dalla porta perché anche lì hai lanciato il fuoco, senza volere, come quando è
morta la Mamma.
Poi Gellert compare, un passo appena davanti ad Albus, e dalla bacchetta manda
acqua sul fuoco. Albus ti prende dalle braccia di tuo fratello e spegne le
fiamme che hanno avvolto la tua gonna. Aberforth tossisce e Gellert getta altra
acqua sul fuoco, lasciando solo fumo e bruciato nella stanza.
-Albus, che cosa...?- chiede, confuso, e pensa non è possibile, è solo una
bambina, da dove viene tutto questo potere? E' pericolosa, pensa, ma poi subito,
è potente, e forte, se la si potesse controllare cosa succederebbe?
La crisi pian piano ti lascia andare; ogni pezzetto del tuo corpo fa male, ma è
un male dolce e hai sonno, e ti addormenti ancora in braccio ad Albus che ti
guarda triste e non capisce, non capisce, non capisce.
-Capisci perché non posso mai allontanarmi?- sta dicendo Albus a Gellert
quando ti svegli. Sei nel suo letto, avvolta nella sua coperta per non prendere
freddo, mentre loro parlano alla scrivania.
-Accidenti, Albus- risponde Gellert. E' seduto sul tavolo con le spalle contro
la finestra. Lo vedi saltare giù, all'indietro, come se si tuffasse da uno
scoglio e sai che sarebbe capace di farlo, con la sua magia precisa e
controllata. Che gli piacerebbe uscire in quel modo, vedere gli occhi stupiti di
chi guarda il suo salto nel vuoto e ridere dell'effetto che fa. Volare come un
uccello, alto nel cielo, senza padroni e regole. Ti piace Gellert, il modo in
cui si vede e quello in cui vede te, e soprattutto come guarda Albus, quando è
concentrato su di lui. E' bello che sia così felice con tuo fratello, così
vicino a lui da sedersi sulla sua scrivania e non perdersi nemmeno uno dei suoi
gesti, anche adesso che sono tesi e seri.
-E' già abbastanza difficile così- dice Albus, non potrò mai venire con te,
pensa tra sé, non con Ariana così, ma aspetterai per me che mio fratello sia
pronto ad occuparsi da solo di lei?
Vorresti dire ad Albus che Gellert aspetterà. Ma se anche lui ha nel pensiero
quell'attesa, e già calcola ogni modo per non dividersi da Albus, le cose
andranno diversamente, e Albus diventerà triste quando lo saprà. Così conti
quante volte l'unghia di Gellert tocca il legno del tavolo, diciotto,
diciannove, e non dici niente.
Loro non sanno nemmeno che sei sveglia.
-Troveremo un modo- dice Gellert, avrò quello che ho sempre voluto, il mondo, e
anche di più, e sarà perfetto con te, vedrai, so che sarà così.
Vorresti dire che no, non lo sa, mancherà sempre qualcosa, ma anche a Gellert
vuoi bene e se parlerai non sarà mai più felice. Venticinque, ventisei, la mano
di Gellert percorre la scrivania e lui pensa che vorrebbe toccare i capelli di
Albus invece del legno, ma se Albus non prova lo stesso?
-Non ha senso- dice Albus, -tu sei libero, puoi cominciare già adesso a
cercarli, no?-
Vedi Gellert fermarsi, davvero non ti importa di venire con me, Albus? E' ferito
e infelice, il suo bel viso meno luminoso e più ricco di ombre. Un giorno non
lontano sarà sempre così, ma oggi è troppo presto.
-Preferirei che lo facessimo insieme- dice, e se ne pente subito, non sono cose
che si dicono tra amici, e non voglio perdere la tua amicizia, Albus, è
incredibile averti incontrato, distruggerò tutto se chiedo di più?
No, tu lo sai, distruggerà tutto comunque. Le persone come Gellert, le persone
come Albus, sognano sempre un mondo a loro immagine, perfetto e bellissimo, ma
poi quel mondo inevitabilmente crolla. Non è colpa loro, è il modo in cui sono
fatti.
La voce di Albus è come un incantesimo di trasfigurazione, ha il potere di
cambiare ogni cosa.
-Vorrei che lo facessimo insieme- dice, piano, con la voce così bassa e dolce
che quasi non lo riconosci. -Sarebbe un sogno bellissimo, Gellert-.
Gellert trasfigura una smorfia in un sorriso. -Sarà un sogno bellissimo, allora-
dice.
Sono vicini, adesso, anche se persino tu, che vedi tutte le cose minuscole, non
ti eri accorta di quanto finché Albus non si sporge un poco in avanti e posa la
mano sulle dita di Gellert, fermando il suo grattare sul legno prima del
settantunesimo passaggio.
Sta succedendo, davvero?
Lo pensano insieme, entrambi.
Sorridi quando li vedi muoversi ancora più vicini, e hanno nella testa pensieri
vaghi e confusi, entrambi, e un gran disordine in cui non trovi un senso; ma non
ti spaventa, perché sono felici e insieme hanno un po' paura della stessa cosa,
ed è bello vederli così, è bello davvero, come quando il paese fa festa d'estate
e la gente balla nella piazza, e persino dalla tua finestra si sente la musica.
Albus sente calore, ed un'emozione nascosta nella pancia, so cosa succederà, c'è
sempre un momento in cui lo sai, ma non è mai stato così, e il respiro di
Gellert sa di fiori sulla bocca, e questo è il primo di mille brividi.
Gellert pensa Albus è vicino, tanto e troppo e poco insieme, è come saltare
dalla finestra, una spinta, il vuoto che diventa paura e gioia pura insieme,
avanti ancora un poco. Non c'è solo la mente, non è solo il pensiero ad unirci,
c'è di più, le sue dita sul mio polso e non ho mai sentito niente del genere,
sarà così per sempre, sarà bellissimo.
Li senti incredibilmente completi quando le loro bocche si trovano in silenzio,
e non hai bisogno di guardarli mentre si baciano, perché sono così
incredibilmente concentrati su tutto quel che succede che è come se te lo
stessero urlando.
La bocca morbida di Gellert è umida sotto le labbra di Albus, si porta via tutti
i pensieri, e tuo fratello non sa nemmeno che sei lì, adesso, non sa dove
finiscono le sue mani ed inizia la pelle calda di Gellert, e l'oro dei suoi
capelli è così intenso che lo sente anche sulle dita, come l'Amortentia più
pura, scivola leggero sotto la sua mano che affonda tra i riccioli come sognava
dal primo momento che l'ha visto.
Gellert si spinge più avanti, inclina la testa e la sua lingua scivola piano tra
le labbra di Albus, è così nuovo e così naturale insieme che lui si sorprende di
sapere cosa fare, come muoversi, e il suo stupore fluisce dentro di te, sarà
giusto, e va bene così, va bene così.
Si baciano per un tempo infinito.
E' come il fuoco che ti è sfuggito nel pomeriggio, ma molto più dolce. Il calore
impregna la stanza e per qualche istante desideri poter cambiare quello che sai,
poter dire loro che sarà così per sempre. Spezzeresti il silenzio se le tue
parole avessero il potere di avverarsi. Ma non lo faranno, e non puoi nemmeno
essere triste adesso, perché i loro pensieri sono così forti e pieni di luce da
soffocare i tuoi.
Come sempre, ti nascondi in fondo a te stessa e già senti la magia che si
accumula in risposta al tuo scomparire, dentro di te. Non oggi, ma presto la
perderai di nuovo, quando ogni emozione che sia tua scompare, e Albus dice che
sei persa nel tuo mondo, e tutto quello che non senti quando senti loro diventa
potere che ti riempie finché di nuovo ritorna due, due e due e devi lasciarlo
andare.
Ma non oggi.
Stanotte Albus si alza dalla sedia e si appoggia contro Gellert, la bocca sulla
sua, le mani sul colletto della sua camicia, e nella mente una pazzia dolce di
desiderio; e Gellert gli va incontro, pensando solo Albus, Albus, è perfetto, a
sognarlo non l'avrei mai sognato così bene.
Quando il bacio finisce manca a te come a loro.
-Scusa- dice Albus, e Gellert pensa sei pentito, non volevi, ma Albus sorride e
l'idea spaventosa sparisce così come è venuta, nel cercare di riprendere fiato.
-C'è mia sorella nel letto, e se continuiamo...-
Gellert ride piano, più leggero, capisce. Albus pensa cose che nasconderebbe, se
sapesse che puoi sentirle anche tu.
-Va bene- dice Gellert, capisco e provo lo stesso, Albus, davvero, non sai
quanto sono felice e incredulo e... -E' meglio se ci vediamo domani- sussurra, e
un altro bacio, e un altro.
E poi Gellert salta all'indietro dalla finestra, un piccolo movimento della
bacchetta e atterra preciso sulle punte dei piedi, nel rettangolo di luce sul
prato. Albus lo guarda e Gellert gli rivolge un sorriso e un piccolo inchino, e
si volta e corre verso casa, portandosi via tutti i pensieri che comunque erano
pieni solo di Albus.
Tuo fratello resta a guardare l'amico che sparisce nelle ombre della notte
fonda, e ugualmente la sua mente è piena solo di Gellert.
Poi si volta e guarda i tuoi occhi chiusi, intenerito e spaventato insieme, come
è sempre da te, e pensa Ariana ha continuato a dormire, e comunque non avrebbe
capito, è solo una bambina, dorme serena, finalmente. Presto Aberforth potrà
prendersi cura di lei, e io andrò con Gellert. Poi troveremo la pietra e la
Mamma potrà tornare ad occuparsi di lei, e sarà ancora più facile quando il
mondo sarà perfetto e non dovremo più nasconderla.
I pensieri sono accecanti e la sua sembra l'unica possibile realtà, quando tu
sai che è solo il sogno ingenuo di un ragazzo.
Ma ti piace quell'immagine, perché Aberforth è felice, Albus e Gellert sono
felici e sembra esserlo tutto il mondo. Albus si siede sul lato del letto e ti
guarda non dormire. Tu decidi che hai sonno, e che puoi davvero riposare,
cullata dai pensieri gioiosi di tuo fratello.
Siete ancora al sicuro.
Un giorno ti sveglierai e ci saranno due voci che gridano, due tazze rotte sul
tavolo della cucina, quindici granelli di zucchero e due incantesimi che si
scontreranno a mezz'aria prima di entrare nel tuo petto e lasciare due fratelli
piangenti dietro di te. Sai che sarà così, lo sai da sempre. La Mamma aveva
cominciato a capirlo e Aberforth ha paura che succeda qualcosa, e Albus è troppo
felice e capirà solo quando sarà troppo tardi.
Non sarà oggi, non sarà domani; ci sono ancora tre Doni nei pensieri di Gellert,
tre baci nella stanza buia, tre fratelli che dormono tranquilli, sognando un
mondo più bello per loro. E ancora tre giorni d'agosto davanti a voi.
Note noiose:
Ok, mi sento in dovere di spiegare come è venuta fuori questa cosa strana.
Non sappiamo esattamente come fosse Ariana da viva, dal canon. Quel poco che
sappiamo non è chiaro, per giunta, su cosa avesse di strano, oltre al problema
del controllo della magia che causò la morte di Kendra.
Ogni teoria è valida: per quel che mi riguarda, l'ho sempre immaginata come se
fosse affetta da autismo. I disturbi dello spettro dell'autismo sono diversi e
complessi, per non dire piuttosto misteriosi. Senza rifarmi ad una sindrome
specifica, ho preferito scegliere arbitrariamente delle caratteristiche da
assegnare ad Ariana. Sono correlati all'Autismo l'incapacità (o la non volontà)
di comunicare attraverso il linguaggio (infatti Ariana non parla, ma canta),
l'ossessione per gli schemi, per i numeri che ritornano, l'incapacità di
esprimere correttamente le proprie emozioni e le crisi, che sono in qualche modo
scatenate dal riprodursi di uno schema considerato negativo (il due che
ritorna). Allo stesso tempo le capacità intellettive di Ariana dovrebbero
risultare normali; il problema dell'autismo è sostanzialmente legato al rapporto
con la realtà, non alle capacità mentali.
E qui entra in gioco la magia. L'autismo è spesso associato a quella che oggi si
chiama "Sindrome Savant" (
Fonte);
ai tempi di Albus, Gellert, Aberforth ed Ariana non si sarebbe utilizzato il
termine sindrome, ma semplicemente si sarebbe definito l'individuo affetto come
un "idiot savant", termine francese traducibile con il poco gentile "idiota
sapiente"; in genere i rarissimi individui affetti da questa sindrome hanno
limitate capacità di comunicazione ed elaborazione, se non in un campo
specifico, nel quale sono incredibilmente portati, oltre i limiti dei cosiddetti
"normali". I campi più comuni sono senza dubbio la musica e la matematica, due
materie così piene di schemi e di logica da andare a braccetto con le ossessioni
tipiche dell'autismo.
Ecco, in pratica, quello che volevo far trasparire è che Ariana è una sorta di
Savant per quanto riguarda la magia. Infatti ha poteri inusuali, vede il futuro
e sente costantemente i pensieri di chi le sta vicino; tuttavia non ha controllo
e non riesce a comunicare quello che comprende e sa fare.
Non so quanto mi sia riuscito questo esperimento. E' stato difficile rendere
quello che Ariana pensa, dal trovarle un linguaggio ed un frasare adatto, al
cercare di far capire come funziona la sua mente. Non credo di aver
rappresentato accuratamente l'autismo; mi ci sono solo ispirata, aiutata dal
fatto che, per quanto la scienza Babbana sia avanzata, non è realmente in grado
di spiegare cosa sia l'autismo, né di comprendere come funzioni, né in sostanza
di far altro che osservarlo e compilare statistiche imprecise. Certo è che
proprio questa sostanziale inspiegabilità lo rende un argomento affascinante, e
persino un po' magico, il che mi ha fatto pensare di poterlo applicare a questo
mondo che magico lo è di suo.
Tutto qua, credo.
Questa fic partecipa alla seconda fase del "
More
than two months of insanity - Grindeldore Chantest", indetto sul Forum da
aGNeSNaPe, ed ha avuto questo bellissimo giudizio:
Miki - Lo sguardo di Ariana
Grammatica 2/2
Stile 2/2
Caratterizzazione e IC 2/2
Originalità 2/2
Prompt 1/1
Gradimento personale 1/1
Totale: 10/10
Beh. Come al solito tu mi lasci basita, ragazza, ma come ti vengono certe idee?!
I numeri parlano da soli, ma aggiungo un piccolo commento.
Ariana mi piace enormemente; l’idea di ricercare nell’autismo e nella Sindrome
Savant la sua caratterizzazione è difficilissima e geniale. È assolutamente
complicato far parlare persone così, ma tu ci sei riuscita alla perfezione. Ho
valutato, a questo proposito, se toglierti punti sullo stile, ma hai gestito
così bene il flusso di pensieri di Ariana che ho abbandonato subito l’idea.
Deliziosi alcuni piccoli tocchi di colore che hai dato con all’apparenza
insignificanti dettagli (“Albus pensa sempre a cose grandi e un po' spaventose,
aspetta sempre quel che succederà domani, come se portasse cose incredibili in
serie di tre, tre Doni, tre viaggi, tre nuove idee. Aberforth pensa alle piccole
cose da riparare in casa, tre persiane rotte, tre tazze sul tavolo della
colazione, tre mele già mature sull'albero in cortile”).
Il prompt resta relegato all’ultima parte, ma l’idea che Ariana senta e non vede
mi è piaciuta tantissimo.
Sto diventato noiosa.
In sintesi: brava Miki! ^_^