Titolo: La bocca di Sirius
Livello: 8
Prompt: Labbra (
wolfstar_ita )
Personaggi: Remus/Sirius
Rating: PG
Avvisi: Slash, zucchero che cola
Disclaimer: Remus, Sirius e la sua bocca appartengono a JKR
Numero di parole: 1507
Riassunto: Remus ha una piccola ossessione
Un Assaggio: "La bocca di Sirius è qualcosa da far perdere la testa."
La bocca di Sirius
La bocca di Sirius è qualcosa da far perdere la testa.
Remus lo pensa ormai da anni; con l'attenzione sciocca del ragazzo, e poi dell'uomo, innamorato, ha pensato e ripensato a cosa sia che lo attira tanto in qualcosa di così piccolo, e di così insignificante, in fondo, a confronto con tutto quello che è Sirius per lui.
Non è solo dannatamente sexy, anche se ovviamente è incredibilmente, dannatamente sexy, soprattutto quando Remus ha passato abbastanza tempo a baciarla da lasciarla umida e arrossata. E' più il fatto che Sirius non si renda nemmeno conto di quanto, esattamente, la curva perfetta e bellissima delle sue labbra lo rappresenti.
Dicono che gli occhi siano lo specchio dell'anima. Be', si sbagliano di grosso, pensa Remus, e soprattutto non conoscono Sirius Black, eccezione di quella poetica regola.
Perché lo specchio vero di tutti i sentimenti di Sirius sono le sue labbra, e nella piega che prendono persino quando si muovono mentre parla, Remus può leggere ogni sfumatura dei suoi pensieri.
Quando erano poco più che bambini era praticamente sempre e solo pura gioia, e quel sorriso aperto a mostrare tutti i denti, sempre un po' storto di lato perché sembrasse più un ghigno, senza riuscirci. Sirius era un bambino felice, allora. Ridevano correndo per i corridoi, dopo uno scherzo troppo infantile da essere pericoloso, e Sirius faceva quella cosa con le labbra, come se cercasse di imporre alla sua bocca un'espressione da combinaguai che invece rifletteva solo la gioia di quella libertà.
Allora si imbronciava solo quando riceveva posta da casa. L'espressione di Sirius si faceva dura, le labbra sottili come se volessero nascondersi, e i suoi sorrisi, dopo, per qualche ora erano altrettanto tesi. Remus aveva l'abitudine di fare silenzio in quei momenti, e studiava il suo amico con un'attenzione intensa, fino a quando inevitabilmente qualcosa scoppiava o cominciavano a volare cuscini per la stanza ed il sorriso tornava sincero e pieno.
Remus aveva capito che Sirius sapeva del suo segreto osservando le sue labbra. Le aveva viste, al secondo anno, prendere una piega nuova e sconosciuta, stentare ad aprirsi e tremare un poco quando Sirius gli parlava, per qualche giorno. Le aveva viste combattere e sforzarsi di piegarsi in una posa più amichevole, senza riuscire davvero a nascondere le piccole pieghe della paura.
Anche anni dopo, come allora, Remus non gliene fa una colpa. Sirius è stato cresciuto per avere un'idea chiara di cosa sia spaventoso e disgustoso, e per quanto si sforzi sempre di negarlo a labbra serrate, era e rimane un figlio della Nobile ed Antichissima Famiglia Black. Ha persino le labbra dei Black, morbide e piene come quelle di sua madre.
Quando Sirius, ciarliero dodicenne sempre in movimento, aveva preso a farsi silenzioso vicino a Remus, e le sue labbra erano diventate rigide e controllate ogni volta che si parlavano, Remus aveva capito che Sirius sapeva. Si era sentito molto triste, spaventato e perso, lo ricorda bene. Aveva pensato di aver perso quell'amico, che già da allora era il suo preferito, anche se non l'avrebbe mai ammesso.
Poi Sirius gli si era avvicinato, una sera che James e Peter erano in punizione, e avevano parlato, e Remus aveva guardato con sorpresa e meraviglia la bocca di Sirius modulare le parole che li definivano ancora, nonostante quello che Remus era, amici per la vita.
Quel ricordo è così prezioso per Remus che anni dopo l'ha usato per evocare il suo primo Patronus.
Al quinto anno, quando ormai guardava le labbra di Sirius non più solo per capire cosa provasse, ma anche per il semplice piacere di ammirarne la bellezza, Remus aveva capito che il mordicchiarle continuo di Sirius non aveva lo scopo di farlo impazzire, ma era un altro dei suoi gesti inconsapevoli e rivelatori. Gli ci era voluto un po' per arrivarci, ma solo perché non era consapevole che Sirius se ne accorgesse, quando lui lo guardava. Come un cane che si morde la coda, si erano girati attorno per mesi senza sapere di avere le stesse domande, in mente, e per la verità anche le stesse risposte. Alla fine comunque Remus aveva capito cosa significava il modo pazzesco in cui Sirius si mordeva le labbra ogni volta che Remus lo guardava. Ed era stato buffo capirlo, realizzare di colpo che Sirius era intrigato ed insieme imbarazzato dall'intensità dell'attenzione di Remus.
Poco dopo per la prima volta alla mappatura precisa dei movimenti della bocca di Sirius, Remus aveva aggiunto i dati del sapore e della consistenza di quelle labbra sotto le sue, quando aveva buttato ogni dubbio e cautela al vento e aveva rovesciato a terra Sirius e tutti i suoi libri nella fretta goffa del loro primo bacio.
A ripensarci gli viene ancora da ridere. Anche Sirius ride quando ne parlano, spalancando le labbra e tirando indietro la testa, così bello come sempre che a Remus viene voglia di baciarlo di nuovo, ogni volta.
Remus ricorda anche Sirius con la bocca triste, poche settimane dopo, e un labbro gonfio e pesto dove Remus l'aveva colpito forte con un pugno sulla faccia. E' stato dopo l'incidente della Stamberga, quando Remus era così arrabbiato e deluso da non avere più nessuna voglia di prestare attenzione alle labbra di Sirius. Da non avere, per qualche terribile settimana, nemmeno la voglia di passare del tempo con Sirius, di averlo intorno e neppure di guardarlo.
Gli era occorso del tempo per capire che le labbra di Sirius avevano smesso di sorridere, in quel periodo. Forse, se Remus non l'avesse conosciuto e capito così bene, non si sarebbe accorto dalla sua bocca di quanto Sirius fosse triste e pentito per quanto era accaduto, e magari non l'avrebbe mai perdonato. Ma Remus era sempre stato ossessionato dalla bocca di Sirius e le aveva creduto più che alle sue parole.
E poi altre mille volte Remus si è fermato ad osservare quelle labbra con curiosità, con amore e devozione. Ricorda con chiarezza la bocca di Sirius la mattina appena sveglio, le labbra serrate perché lui si vergogna di parlare finché non si è lavato i denti; il tremore leggero e la forma decisa mentre scandiva ad una ad una le parole del suo discorso al matrimonio di James; fin da prima, le sue labbra aperte e tese prima di inginocchiarsi davanti a Remus e farlo impazzire con quella bocca meravigliosa.
I ricordi si sovrappongono, mentre Remus guarda Sirius sorridere di nuovo. La linea dura e tesa nel mezzo di un duello accanito, e quella morbida delle stesse labbra quando bacia la fronte di Harry prima di metterlo a nanna nella sua culla. Sirius rappresentato in ogni movimento della sua bocca, il suo modo educato e fine di mangiare, la durezza quando lui e Remus inevitabilmente litigano, quel modo buffo di arricciarle quando sta per mettersi a ridere e non vuole, proprio come adesso...
-Remus, questo discorso non ha senso, lo sai?- dice Sirius. Remus batte un paio di volte le palpebre, osservandolo, perplesso.
-Quale discorso?- chiede.
-Tutta questa tiritera sulla mia bocca- risponde Sirius, il mezzo sorriso che diventa un ghigno in un istante.
-L'ho detto ad alta voce?- chiede Remus, sgranando gli occhi.
Sirius scoppia a ridere così tanto che Remus ha l'impressione che le sue labbra potrebbero spaccarsi per quando le sta tendendo. Lo osserva senza dire una parola, aspettando che si ricomponga e finalmente gli spieghi il motivo di tanta ilarità. Si stufa e beve un sorso dal suo bicchiere di Firewhisky prima che Sirius torni in sé.
-Cos'è che ti fa tanto... ridere?- chiede ancora Remus, incespicando sulle parole.
Sirius scuote la testa, i lunghi capelli neri che per un attimo nascondo a Remus la vista delle sue labbra ancora piegate in un sorriso.
-Hai parlato per dieci minuti della mia bocca, Moony- dice Sirius. Poi si alza dalla sedia del pub. -Andiamo a casa- aggiunge, tendendogli una mano. Remus l'afferra e Sirius lo tira in piedi. -Sei veramente ubriaco, Remus- dice, e sì, Remus sente il locale che gira tutto intorno a lui, quindi deve esserlo davvero, anche se non ricorda granché di quel che ha bevuto.
Oscillando pericolosamente lascia che Sirius lo guidi fuori dalla porta, nella notte fredda che forse aiuta a schiarirgli un po' le idee. Sirius lo trascina in un angolo riparato dagli occhi dei Babbani, e gli afferra un braccio. Remus capisce che ha intenzione di smaterializzarli entrambi a casa.
-Aspetta un attimo- biascica, con l'ineccepibile logica dell'ubriaco. -Dopo che ho... cantato per ore le lodi della tua bocca, non mi merito almeno un bacio?-
Sirius ride di nuovo, ma si volta e lo bacia, aggrappandosi alla sua giacca e permettendogli di sentire di nuovo sulle sue le labbra che ha sognato, osservato e ricordato per tutta la serata. Si baciano in piedi, per qualche momento.
Poi Sirius si stacca piano e lo guarda negli occhi. La sua bocca si piega in un sorriso malandrino e dolce insieme.
-Andiamo a casa, adesso?- chiede, e Remus annuisce.
Mentre il familiare senso di nausea della materializzazione lo invade, Remus pensa che probabilmente se non fosse stato ubriaco non avrebbe mai detto tutte quelle cose sulle labbra di Sirius, sì; ma sicuramente le avrebbe pensate, come ha sempre fatto in quegli anni.
Quel pensiero lo rende inspiegabilmente felice.