Fratelli vampiri, arrivo! Il mio contributo della settimana inizia da qui...
Ammetto che il prompt Attesa del
COW-T di
maridichallenge di questa settimana mi ispirava alquanto, prima di vedere l'avviso Gen... Da quel momento, l'unica cosa che mi è venuta in mente è questa microfic, in realtà. Be', meglio di niente...
Comunque!
Fandom: HP
Rating: PG
Personaggi: Andromeda Tonks
Avvisi: Gen
Disclaimer: Tutto di JKR come al solito.
Riassunto: Andromeda ha le idee chiare per sua figlia.
Un Assaggio: "E' strano pensare che stai per diventare madre."
La chiamerai Nimphadora
La chiamerai Nimphadora.
Sei cambiata da quando aspetti la bambina. Lo dicono tutti; Ted, i tuoi suoceri, tutti i tuoi nuovi amici.
Quando sei scappata da casa per sposarti eri una ragazzina arrogante e viziata, orgogliosa e incapace di fare le cose più semplici. La prima volta che hai incontrato tuo suocero, il tuo suocero babbano, hai esitato prima di stringergli la mano, quasi fosse un animale.
Se ci pensi adesso ti si imporporano le guance; ti viene quasi da piangere, ma questo forse è per colpa della gravidanza.
Hai cominciato a migliorare, un pochino, nei primi tempi del matrimonio, abituandoti pian piano a quella nuova vita.
Quando sei rimasta incinta, hai scoperto una nuova dolcezza che non credevi di avere, in te.
Quei mesi di attesa sono i più belli della tua vita.
Hai ricominciato a dipingere; non lo facevi più da quando eri una bambina, perché tutti a casa tua pensavano che fosse un'occupazione poco adatta ad una Black. Per un po' hai creduto di aver perso ogni capacità; ma poi hai cominciato a muovere il pennello sulla tela pensando alla creaturina che porti in grembo, e per magia sono venute fuori figure bellissime, fiori, fate, giardini luminosi. Immagini per la tua piccina di un'infanzia colorata e piena di luce, così diversa dalla tua.
Accarezzi con le dita la tua pancia ormai evidente mentre fai progetti per la tua bambina.
Segno dopo segno e colore dopo colore, pensi alla sua stanzetta piena di quelle figure dolci, da libro delle favole. Una fatina azzurra danza leggera sui petali di una campanula; sulla riva del lago, due ninfe giocano ad intrecciare collane di margherite.
Quando hai saputo di aspettare una figlia avevi appena iniziato quel quadro, che ora hai appeso dietro il cavalletto e guardi ogni volta che pensi al fatto che stai davvero per diventare madre.
L'idea del nome ti è venuta da lì.
E' strano pensare che stai per diventare madre.
La senti scalciare spesso, la tua piccina. Ogni mattina, quando ti svegli, aspetti che anche lei lo faccia. L'attesa del primo calcio è trepidante; quando la bimba si muove smette di essere un peso che ti fa dolere la schiena, e diventa una persona.
Parli con lei. Canti per lei quando è agitata, e anche se sei sempre stata stonata lei sembra calmarsi quando sente la tua voce. E quando smetti di cantarle la ninnananna, spesso la tua Nimphadora ti dà un calcetto.
-Mamma, sono qui, canta ancora- sembra dire.
Ha già un bel caratterino.
Hai dipinto la sua stanza di colori allegri.
Ted avrebbe voluto aiutarti, ma sapevate che avrebbe fatto uno dei tuoi pasticci e alla fine ti ha lasciato fare. Meglio così; è una cosa tra madre e figlia, quella.
Hai scelto così tanti colori: i muri verdi, la culla rosa con le margherite bianche, le tendine gialle e un grande, morbido tappeto azzurro. Usi gli stessi toni quando dipingi e ti sembra che tutta quell'allegria di colori debba in qualche modo trasmettersi alla tua bimba. Immagini quasi minuscole dita che si tendono a toccarli tutti.
La tua infanzia è stata buia; quella di Nimphadora non lo sarà.
L'hai deciso.
Quando arriverà, tu sarai sempre felice, qualsiasi cosa faccia.
Non passerà quello che hai passato tu.
Avrà una stanza colorata che potrà mettere in disordine come vuole, invece dei mobili antichi, ereditati da centinaia di avi defunti, e dell'ordine rigido della tua infanzia.
Somiglierà a te e a Ted, e non sarà costretta a riconoscere il suo viso ogni giorno in decine di ritratti sempre pronti a criticarla per il suo aspetto o perché correrà nei corridoi.
Riderà agli scherzi di suo padre.
Verrà da te per farsi sistemare i capelli, per farsi ricordare che è graziosa quando si sentirà insicura. Ti racconterà del suo primo amore, e tu non lo criticherai. Lascerai che viva le sue esperienze, quando sarà il momento.
Sarà una bambina felice, una ragazza felice e una donna felice; senza dover lottare e soffrire per seguire il suo cuore.
Si innamorerà di un uomo perfetto per lei, e tu lo approverai fin dal primo istante. Sarà l'uomo giusto che non la farà soffrire, e tu per allora non avrai più nessun pregiudizio che la costringa a soffrire per quello che ha scelto.
Avrà una vita felice, più della tua. Si guarderà allo specchio e riconoscerà la bambina che era nella donna che diventerà.
E un giorno potrà sedersi vicino a te, prenderti la mano e con gli occhi ridenti dirti che aspetta un bambino.
Un altro bambino da crescere felice; l'attesa e la speranza ricominceranno da capo, e ancora e ancora, generazione dopo generazione, in una semplice catena di infanzie felici, senza i rimpianti e il dolore che ti porti dietro tu.
La chiamerai Nimphadora, e sarà una bambina felice.
Andrà tutto come hai pensato in quei mesi di attesa.
Ne sei sicura.