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Alla fine Baciami ancora potrebbe essere il Casablanca del cinema gggenerazzzionale italiano: nel senso che l'accumulo di luoghi comuni, di situazioni già viste - al cinema, nella fiction, soprattutto a Uomini e donne o C'è posta per te - è talmente smaccato e sovrabbondante, e realizzato con tanta indubbia maestria, da risultare non dico sublime (anche se la scena del giovaneartista che suona nudo il pianoforte lo sfiora) ma quanto meno rassicurante, e certo definitivo. Buono per i nostri nipoti, insomma: questo è un certo tipo di film che voleva rappresentare un certo tipo d'Italia negli anni duemila, visto questo visti tutti, passate oltre. Anche la caninità di certi attori aiuta: fossero tutti bravissimi non sapremmo più dove siamo.
Di buono o di diverso rispetto ad altri, più stucchevoli esponenti del genere - un nome: Ozpetek - è che Muccino non fa niente per rendere simpatici i suoi personaggi. Cioè, se ci pensi un attimo ti accorgi che in questo film sono tutti stronzi, non c'è una sola brava persona con cui vorresti identificarti. E il lieto fine? Mah, anche agli stronzi va bene, forse soprattutto a loro, ma poi chissà per quanto, dategli un po' di tempo e vedrete che stronzi come sono combineranno qualche altro casino. Di diverso rispetto agli altri c'è anche questo: è forse l'unico film italiano non natalizio che non dà per scontato che il suo spettatore medio sia un elettore di centrosinistra impiegato in qualche sorta di professione intellettuale.
Se poi mi chiedete se valga il prezzo del biglietto, beh vabbè.