I can't get 'em out of my head

Feb 04, 2017 06:14

Autore: miharu92
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Scorpius Malfoy, James Sirius Potter, Albus Potter, Minerva McGrannit
Raiting: NC17
Conteggio parole: 1391
Avvisi: //
Genere: Angst, Introspettivo,
Betareaders: //
Note dell'autore: Mi sentivo talmente in colpa per essere stato male furante la ptima settimana di cowt, e quindi di non aver potuto postare niente, da essere qui alle CINQUE E MEZZA del mattino a postare DA CELLULARE questa... roba, che mi girava nel computer da anni. La metterò a posto asap.
QUESTA FIC PARTECIPA AL COWT7
Disclaimers: I personaggi sono di proprietà intellettuale di chi ne detiene i diritti. Non ricevo alcun profitto dalla stesura e pubblicazione di questa storia, i fatti narrati non sono intesi a ledere l'immagine di nessuno e qualsiasi similitudine a fatti realmente accaduti è da considerarsi puramente casuale.
Riassunto:


I can't get 'em out of my head

Non ricordava il momento esatto nel quale tutto quello era iniziato. C'era un prima, limpido e sereno, e c'era un dopo, con il cielo carico di nuvoloni scuri e minacciosi, venti impetuosi, tuoni e fulmini. Ma la linea di demarcazione, lo spartiacque fra quel "prima" così tranquillo e quel maledetto "dopo" non era mai riuscito a trovarlo.
Aveva attraversato la porta dell'inferno senza nemmeno essersene reso conto.
Ma le cose stavano sfuggendo di mano, e non riusciva più a controllarsi, non riusciva più a nascondere il suo disagio, a contenerlo all'interno di se stesso. Albus ormai sembrava aver capito da mesi che qualcosa non andava, ma aveva rispettato il suo migliore amico evitando di fargli domande. Era tipico da parte sua, aiutarlo di nascosto, dietro le quinte; tutto il contrario di Rose che, incarnando perfettamente le caratteristiche della propria casa di appartenenza, aveva cercato più di una volta di affrontarlo di petto.
"Hai un problema e non permetti a noi, i tuoi amici, di aiutarti!"
Oh, Rose -avrebbe voluto dirle- se solo sapessi cosa mi rende così, se solo avessi la minima idea dell'inferno che vivo ogni giorno, i tuoi occhi si riempirebbero di paura e di orrore, e scapperesti via.
Perché tutti, chi più e chi meno, hanno paura dei pazzi.
Ogni volta che Rose cercava di parlargli, lui tentava in ogni modo di sfuggirle, impaurito. Non poteva spiegarle, non poteva parlarne, e con il suo atteggiamento non faceva altro che peggiorare la situazione. La sua preoccupazione li avrebbe svegliati-- !
-Non è insopportabile, Scorpius? Lei con la sua voce acuta, il suo gesticolare senza senso, la sua parlantina... non ti verrebbe voglia di , una volta per tutte?-
Nessuno dei suoi amici capiva mai il perché, ma Scorpius spalancava gli occhi, terrorizzato, ogni qual volta qualcuno di loro si avvicinava a lui, trafficando per recuperare le sue cose e correndo via.
Non poteva spiegarglielo, ma aveva paura.
Di tanto in tanto, anche Lily aveva cercato di dare il suo contributo, e la sua testa scoppiava di parole che mai avrebbe pensato di associare alla più piccola di casa Potter.
-Hanno chiamato rinforzi... Fa' stare zitta quella puttana, falla tornare a giocare con le sue bambole!-
Ma il peggio accadeva quando si trovava in compagnia di James. Non avrebbe saputo spiegare il perché, ma mentre il suo stomaco pareva fare capriole e salti mortali, le sue tempie pulsavano e la sua nuca tremava, rimbombando.
-Un altro di loro. Patetico e perverso piccolo uomo. Sai come ti vede? Te lo dico io, ti vede come un giocattolo, una bambolina da muovere a suo piacimento. Oh, le cose che vorrebbe farti...-
Si componevano così, le suo giornate, di insulti e tremori, di sussulti e paure, di errori e di voci. Non sapeva quando tutto quello era iniziato, non riusciva a ricordarlo, ma da quel momento aveva lentamente perso il controllo su se stesso e sulla sua magia. Capitava spesso che avesse scoppi di magia involontaria, che di notte l'intera camerata fosse un disastro a causa del fatto che non riuscisse a controllarsi; non era insolito vederlo stare alla larga dagli altri studenti per paura di cosa potesse fargli.
Iniziavano a girare delle voci, per il castello, e se le sentiva addosso ovunque andasse.
"Scorpius Malfoy è pericoloso", "Scorpius Malfoy ha il diavolo in corpo", "Scorpius Malfoy dev'essere allontanato, è un pericolo per chiunque lo guardi".
Ognuno di quei pettegolezzi, ognuna di quelle occhiate, ognuno di quei commenti sussurrati alle sue spalle, ma abbastanza forti da essere sentiti, alimentavano il disastro che era diventato.
Perché se di giorno le sue orecchie erano piene di odio per i suoi amici, di notte quell'odio rimbalzava su se stesso.
-Guardati, piccolo scarto, dormi tranquillo nonostante tu sappia il disastro che sei? Cos'hai combinato oggi, mh? Hai fatto quel test per il quale hai tentato così disperatamente di studiare? A quante domande hai risposto, sì e no due? Patetico. Così com'è stata patetica la tua esibizione a Pozioni. Non era la tua materia preferita? Hai intossicato i sotterranei ed hanno dovuto evacuare la zona per due ore. Per non parlare di Incantesimi. Hai allagato il quarto e quinto piano. Non sei proprio capace a far nulla, Scorpius. A proposito, hai mangiato? Ovvio che no... ci tieni così tanto ad essere visto come un fallimento? Chi ti potrebbe volere, distrutto come sei?-
E così fino a quando non crollava, esausto, cercando nel sonno un sollievo che non riusciva comunque a trovare. Non sapeva, però, che una notte sì e l'altra pure, Albus restava sveglio nel suo letto, inchiodato al materasso dai suoi singhiozzi, e di tanto in tanto si alzava e lo abbracciava, per cercare di donargli un po' di pace, almeno nel sonno.
Nessuno sapeva niente. Tutti parevano parlare senza avere idea di cosa succedesse all'interno della testa di Scorpius. Persino i suoi genitori non avevano idea di cosa fare, e lo vedevano solo per le vacanze. Sua madre era sempre più preoccupata ad ogni festività, e suo padre non aveva idea di cosa potesse essere accaduto a suo figlio.
Scorpius li sentiva spesso litigare, perché è questo che porta il dolore: rabbia.
-Oh, sentili come urlano! Magari questa volta si separano per davvero!-
-E sarà tutta colpa tua, piccolo Scorpius.-

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Il rumore dei passi gli riempì le orecchie, stranamente silenziose e vuote. Sapeva che gli studenti stavano arrivando, era ora di cena e lui si trovava proprio all'ingresso della Sala Grande. Ma non riuscì a muoversi. I suoi muscoli erano ghiacciati e la sua mente annebbiata dalla paura.
Sentì un urlo lacerare l'aria e qualcuno trattenne il fiato.
« Scorpius, che cosa-- Oh mio Dio. »
La voce di James gli arrivò ovattata alle orecchie, e si voltò di scatto, guardandolo con occhi terrorizzati. Aprì le labbra, ma non ne uscì alcun suono.
Vide alle spalle del ragazzo Albus farsi strada per avvicinarsi a lui, corrergli incontro, e l'istinto di Scorpius fu quello di tendere la mano, il sangue che iniziava a rapprendersi, per dirgli di fermarsi e di non avvicinarsi a lui.
"Non voglio farti male!" avrebbe voluto dire, ma dalle sue dita scivolò la magia prima che potesse fermarla, ed Albus fu scaraventato contro il muro, il suo corpo che cadde a terra con un tonfo sordo.
A Scorpius tremarono violentemente le dita.
« N-- No... ! » balbettò, mentre tutti quanti fecero un passo indietro. Il gelo gli scivolò sulla pelle, e sussultò quando sentì la preside intimare ad alcuni studenti di farla passare per vedere cosa fosse accaduto.
Lo sguardo di terrore che vide nei suoi occhi gli rimbombò dentro.
« P-- Professoressa, lo g-giuro, io non volevo, non volevo farlo! La prego, m-mi creda, n-- non... ! »
« Per prima cosa si calmi, signor Malfoy. » la sua voce assomigliava così tanto al tono che sua madre gli rivolgeva in quei giorni da fargli salire le lacrime agli occhi.
Non notò immediatamente un professore correre verso il ragazzo riverso a terra, le convulsioni a scuotergli il corpo e le dita pallide a cercare di fermare il sangue che gli sgorgava dal petto. Qualche incantesimo d'emergenza, per contenere il danno, e fu portato immediatamente in infermeria.
« Tutti gli studenti si allontanino immediatamente da qui! Prefetti, scortate gli alunni nei loro dormitori, la cena è stata rimandata. »
La voce della McGrannit tuonò attraverso il corridoio e ci volle solo un battito cardiaco prima che tutti quanti si mossero per fare ciò che era stato loro detto, non senza però scoccare occhiatacce e sibilare insulti in direzione del Serpeverde.
« Ed in fretta! »
Tutti aumentarono il passo.
« Potter, aiuta tuo fratello a rimettersi in piedi e controlla che stia bene. Malfoy, quanto a te... » la donna si avvicinò, e l'istinto di Scorpius fu quello di indietreggiare fino a trovarsi con la schiena contro il muro.
« L-La prego, non voglio farLe del male, p-per favore, n-- non... non voglio fare del male a n-nessuno... »
« Malfoy, devi calmarti. Non mi farai del male, ma devi venire con me nel mio ufficio. »
« Non mi espella! Preside, La supplico, non mi espella, i-io non l'ho fatto apposta, n-non so cosa sia successo, L-la pr-- »
« Malfoy. »
La sua voce era decisa, ma appena tremante. Scorpius si zittì istantaneamente.
« Io le credo. »

Fine.

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