Prompt: The Avengers, Thor/Loki, Davanti allo Scrigno degli Antichi Inverni
Titolo: Scrigno, rivelazioni, certezze
Autore:
melitot_pdWordcount: 980+
Rating: giallo
Avvertimenti: slash, pseudo-incesto, flashfic, Thor!fluff, Thor!innuendo
Disclaimer: nada, niente, zilch. E' tutto d'altri, tranne la prosa.
Note: scritta per la Staffetta in Piscina, Sfida 4, di
piscinadiprompt. Sì, lo so, titolo originalissimo; lo sostituirò appena mi si presenterà un'alternativa migliore. E parlando di fanfic: un'onesta oneshot, incredibile!
....Mi sono appena resa conto che quasi tutto quello che scrivo per il fandom è dal punto di vista di Loki; questo deve cambiare, visto che adoro anche Thor. Um. Vedrò che si può fare.
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Scrigno, rivelazioni, certezze
Lo trova nella camera del tesoro.
Loki non ha più varcato quella soglia dal giorno della rivelazione, eppure nulla è cambiato: i suoni rimbombano e sussurrano sotto le sue suole, una luce azzurrina riverbera sulle volte di pietra. C'è lo Scrigno degli Antichi Inverni, là in fondo. Il dannato ha trovato la via del ritorno.
Thor lo osserva, ritto davanti al cippo nero. Sentendosi annodare lo stomaco, Loki scende la scalinata e si unisce alla contemplazione. Il viso di suo fratello è assorto; ci sono voci e sospiri appena sotto la superficie del silenzio, correnti che Loki conosce intimamente - stringe i pugni, perché vorrebbe non esserne tanto rassicurato. (Ma non può liberarsi del proprio sangue più di quanto potrebbe liberarsi di ciò che prova per Thor. Lo sa: ci ha provato.)
Si chiede se Thor possa udirli; se il sangue di Bestla, la madre di cui Odino ha quasi cancellato le origini, filtri per lui le voci degli antenati anche a distanza di due generazioni. Se è così potrebbero avvelenargli la mente, ed è un pensiero che non può sopportare. Basta un mostro, in famiglia.
Quando il mormorio sale come la marea, gira il capo verso suo-verso il principe, senza alzare gli occhi.
«Che stai facendo qui?»
«Pensavo.»
La bocca di Thor s'incurva: condizionamento di secoli di battute. A volte anticipa i suoi commenti prima ancora che Loki li abbia formulati; lo conosce come Loki non vorrebbe esser conosciuto da nessuno, e questo è sempre spaventoso.
Mentre ricambia istintivamente il sorriso, Loki considera la sua espressione assorta, pensa allo Scrigno, capisce e viene invaso da una sensazione di panico. Meglio cambiare aria. Perché rischiare-
Ma è troppo tardi. Thor si è voltato, gli ha cinto la nuca con una mano e sorride.
«I consiglieri ti stanno cercando» dice Loki, nella speranza di distrarlo. «Sembrano tacchini impazziti. Dovresti tornare.»
Le dita stringono. «L'unico della cui opinione mi fidi è qui.»
«Allora sei uno sciocco» soffia, sulla difensiva. «Solo un imbecille chiederebbe consiglio a uno Jotun per la guerra contro Jotunheim!»
Deve andarsene, ma la sua mente è un groviglio di fili dove le parole di potere sono soltanto un alone. E liberarsi dalla stretta con la forza è impossibile, naturalmente.
Thor non gli dà neanche il tempo di provare. Lo attira vicino e gli massaggia la nuca con la mano rovente; l'altra segue il profilo di una spalla, del braccio, scendendo. «Non è ancora una guerra, e non la sarà, se mi aiuti.»
«Tu-»
La mano si chiude sul polso di Loki e lo tira avanti, piano, verso il-
«No!»
Il grido gli sale dal petto. Riesce a riprendersi la mano, ma Thor non lo molla. Gli ha circondato la vita col braccio sinistro.
«Loki...»
«NO!» gli urla in faccia, furibondo. Poi lo prende per il collo con dita ricurve (perché se non può liberarsi, se non può pensare abbastanza da usare la magia allora gli trafiggerà la bocca affinché non possa chiedere e gli caverà gli occhi affinché non possa vedere, perché non può chiedergli questo non puònonpuònonpuò). «Lasciami!»
Thor lo blocca, fissandolo negli occhi. Poi si abbassa e lo bacia. Non è un bacio gentile - troppi denti e troppa battaglia - ma, alla fine, la passione di Thor vince. Loki si sente di nuovo guidare la mano verso lo Scrigno e abbandona la testa sulla spalla del non-fratello, in attesa dell'inevitabile.
«Loki» mormora Thor. «Lascia che ti veda.»
Non sa cosa gli sta chiedendo?
«Loki.»
«Fa' come vuoi» sbotta, soffocato.
«Allora guardami.»
Lo fa, perché non è un vigliacco. Nello stesso istante, le sue dita toccano una delle scanalature d'impugnatura dello Scrigno. La stringono. Thor abbandona il suo polso con un carezza e copre la sua mano con la propria.
Deve ritrarla quasi subito, bruciato dal gelo. A Loki sfugge una risata miserabile.
«Contento, adesso?»
«No, non lasciarlo.»
«Vuoi finire nelle stanze di guarigione, stupido? Cosa pensi di fare?»
Thor è dietro di lui, il suo petto gli sorregge la schiena come un trono. «Rilassati» si sente dire all'orecchio. Thor gli guida i gomiti attraverso la stoffa degli abiti cerimoniali. «Come credi che sia stato generato nostro padre, a iarde di distanza?»
Oh. Oh, Norne.
«E cos'ha detto il tuo augusto consiglio, quando hai indagato?» chiede, voce non del tutto ferma.
«Ho domandato a nostra madre.» Per i Nove, è anche peggio. Loki si sente arrossire dalla mortificazione. Che Frigga debba discutere di Jotun e di accoppiamenti e di- «Lei capisce.»
«Ne sono certo.»
Thor ride, basso. Il suono è rilassante. Prima di accorgersene, maledetto lui, Loki è malleabile fra le sue braccia.
E sta toccando lo Scrigno.
«Ecco, vedi?» mormora Thor, basso, mentre la trasformazione si completa.
A fatica, Loki stacca lo sguardo dalla reliquia. Gli occhi di Thor tracciano ogni contorno del suo volto, seguiti da un tocco leggero di polpastrelli, e ogni istante è una carezza che brucia. Asgard è soffocante, in quella pelle. Persino la camera del tesoro, sepolta nelle viscere buie del Váláskjálf, sembra calda. Il respiro di Thor scotta. Come può guardarlo così, anche dopo secoli di reciproche riparazioni? Lo ridurrà in cenere.
«Non è difficile.» Un sorriso. «Basta aver fiducia.»
Loki ha un corpo di ghiaccio che desidera più la neve del contatto fisico, ma in quel momento vorrebbe solo rifugiarsi dentro il petto di Thor e non uscirne mai più, esistere per sempre nell'oro fuso, perché chi se non lui ha la sua fiducia?
Ha chiuso gli occhi. Se ne accorge quando sente un bacio sulla fronte.
«Ti sei mai guardato? Sei sempre tu, sai» mormora Thor, sfregandogli il naso contro il collo. «I lineamenti, le espressioni. Credo che su di te starebbe bene qualsiasi colore.»
«Ti prego» geme, il cuore pieno fino a scoppiare. «Niente sortite nella poesia.»
Thor ride e lo stringe forte, baciandolo sulla bocca.
Loki ricambia, blu, freddo e libero.