Summer Prompt #11: L'ultimo giorno d'estate - Jaime/Cersei
“L’inverno sta arrivando”: questo era quello che dicevano gli Stark da generazioni e, prima o poi, sarebbe dovuto accadere. L’estate avrebbe ceduto il passo alla neve, i raccolti sarebbero stati perduti, il vento gelido avrebbe invaso anche il sud, ma Jaime Lannister credeva di esserci preparato.
Allo stesso modo in cui aveva sempre creduto che la sua storia con Cersei sarebbe stata semplice.
Quando erano bambini e volevano scambiarsi baci e carezze, non avevano timore di farlo; evitavano di mostrare il loro amore di fronte ad altri, ma perché non volessero essere scoperti: perché era loro e al resto del mondo non spettava conoscerlo.
Sembrava tutto così facile a quei tempi, quando potevano dormire insieme e lasciarli soli non avrebbe preoccupato nessuno; in fondo, dovette ammettere Jaime, lui non aveva mai neanche provato a trasformare quegli incontri d’amore in qualcosa da rivelare al mondo. Era sempre stata Cersei a tenere le redini del loro rapporto, era stata lei a decidere per entrambi che i loro figli sarebbero dovuti essere per Jaime come dei nipoti - quante volte Jaime avrebbe voluto stringere Tommen quando piangeva dopo la morte di Robert. Se Cersei aveva decretato che il loro amore era una questione privata, allora non c’era modo di ribattere.
Non per Jaime, che con lei non aveva mai agito.
Ma ora le cose sarebbero andate diversamente: dopo mesi di prigionia e di viaggio era finalmente tornato ad Approdo del Re - pur ricoperto di fango e privo di una mano - ed era deciso a sposare sua sorella. Joffrey avrebbe saputo la verità, Myrcella sarebbe stata trattata come una principessa dal suo vero padre e Tommen avrebbe ricevuto tutti quegli abbracci che Cersei gli aveva negato di dargli.
L’estate stava finendo, ma ad Approdo del Re, di fronte ai capelli dorati di Cersei, Jaime si rese conto che non faceva poi così freddo.
«Cersei.»
Fino a quando sua sorella non posò lo sguardo sul suo moncherino. E non disse niente.
In realtà l’ultimo giorno d’estate, pur breve e mite, non era mai freddo - mai così freddo come il primo giorno di inverno, che era appena calato su Westeros e sul suo cuore.
Allo stesso modo in cui aveva sempre creduto che la sua storia con Cersei sarebbe stata semplice.
Quando erano bambini e volevano scambiarsi baci e carezze, non avevano timore di farlo; evitavano di mostrare il loro amore di fronte ad altri, ma perché non volessero essere scoperti: perché era loro e al resto del mondo non spettava conoscerlo.
Sembrava tutto così facile a quei tempi, quando potevano dormire insieme e lasciarli soli non avrebbe preoccupato nessuno; in fondo, dovette ammettere Jaime, lui non aveva mai neanche provato a trasformare quegli incontri d’amore in qualcosa da rivelare al mondo. Era sempre stata Cersei a tenere le redini del loro rapporto, era stata lei a decidere per entrambi che i loro figli sarebbero dovuti essere per Jaime come dei nipoti - quante volte Jaime avrebbe voluto stringere Tommen quando piangeva dopo la morte di Robert. Se Cersei aveva decretato che il loro amore era una questione privata, allora non c’era modo di ribattere.
Non per Jaime, che con lei non aveva mai agito.
Ma ora le cose sarebbero andate diversamente: dopo mesi di prigionia e di viaggio era finalmente tornato ad Approdo del Re - pur ricoperto di fango e privo di una mano - ed era deciso a sposare sua sorella. Joffrey avrebbe saputo la verità, Myrcella sarebbe stata trattata come una principessa dal suo vero padre e Tommen avrebbe ricevuto tutti quegli abbracci che Cersei gli aveva negato di dargli.
L’estate stava finendo, ma ad Approdo del Re, di fronte ai capelli dorati di Cersei, Jaime si rese conto che non faceva poi così freddo.
«Cersei.»
Fino a quando sua sorella non posò lo sguardo sul suo moncherino. E non disse niente.
In realtà l’ultimo giorno d’estate, pur breve e mite, non era mai freddo - mai così freddo come il primo giorno di inverno, che era appena calato su Westeros e sul suo cuore.