Jun 15, 2013 13:18
Se Jorah Mormont si guardasse allo specchio, vedrebbe un orso su campo verde al centro del petto, una sagoma nera fiera e intimidatoria. “Sono un membro dell’Isola dell’Orso,” sembrerebbe dire quello stemma, “l’erede di Jeor Mormont.”
Ma non lo dice né Jorah lo vede, troppo impegnato a preparare i bagagli. Sua moglie Lynesse aspetta, paziente, forse speranzosa di trovare a Essos tutto ciò che il matrimonio con un Mormont sta rischiando di precluderle: abiti sfarzosi, gioielli, una vita agita.
Jorah non può più tenere quello stemma, è arrivato il tempo di metterlo da parte, al sicuro in un baule e nei suoi ricordi migliori; è ricercato, Eddard Stark vuole la sua testa perché è venuto meno ai suoi doveri e fuggire celando per un po’ la propria identità sembra la soluzione migliore.
L’orso, tuttavia, continua a fissarlo, pur immerso sotto pile di abiti e parti d’armatura: è il cipiglio deluso di suo padre, sono gli sguardi increduli degli abitanti dell’isola, è l’arrivederci della sua terra, che spera di non sparire sotto il coperchio di un baule.
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