Seguire le sue orme

Apr 14, 2019 15:32

Cersei lo ammirava. Le sue compagne sospiravano ogni volta che lo incontravano nei corridoi, starnazzando come galline in un pollaio, come se non avessero mai visto un ragazzo; lo seguivano di nascosto, ridacchiavano se lui le salutava con un cenno dettato solo dalla buona educazione, arrossivano quando mostrava di ricordare i loro nomi. Si sarebbero perfino fatte mettere in punizione pur di sentirsi rivolgere la parola.
Cersei no, Cersei ammirava Tom Riddle. Non aveva mai conosciuto un tipo come lui, silenzioso e abile negli incantesimi, misterioso e pieno di talenti nascosti. Avevano una cosa in comune: l’ambizione. Cersei era solo un Prefetto per ora, puntava a diventare il prossimo Caposcuola una volta che lui avesse finito Hogwarts, tuttavia le cariche scolastiche non erano le uniche a interessare entrambi. Volevano imparare, volevano il potere.
Era sempre stata brava a osservare le persone per comprendere i loro desideri, le vette che intendevano raggiungere; era un gioco che faceva con Jaime fin da piccola e lei vinceva sempre. Gli occhi di Tom brillavano quando usciva da un’aula, dopo avere appreso qualcosa di nuovo, come se non fosse nato tra i maghi. Ipotizzare che fosse un Nato Babbano non aveva senso, quindi doveva per forza trattarsi di desiderio di conoscenza. E a cosa serviva la conoscenza? A ottenere il potere, diceva sempre un amico di suo padre.
«Il potere è potere» aveva risposto lei, però non poteva negare che, ai suoi occhi, Tom stesse utilizzando la scuola per accrescere la propria fama e divenire un grande mago. Cersei era attratta da lui, ma non solo per l’evidente bellezza, ed era ciò che la distingueva da quelle oche che la circondavano.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa perché lui la notasse.

Jaime era l’arma di Cersei: ogni volta che voleva ottenere qualcosa, sua sorella si rivolgeva lui, spiegandogli quello che sarebbe stata intenzionata a fare o chiedendogli aiuto. E, nel caso di Tom Riddle, si trattava della seconda opzione.
Riddle era uno studente di Serpeverde dell’ultimo anno, un tipo affascinante e pieno di risorse, e come sua sorella Jaime lo ammirava. Si dedicava completamente allo studio, ma in modo diverso da quei secchioni che volevano solo fare bella figura con i professori; Riddle studiava perché era bramoso di imparare e correva voce che gli bastasse provare un incantesimo un paio di volte per saperlo eseguire alla perfezione.
Quando Cersei gli aveva chiesto di avvicinarlo in una delle riunioni di Lumacorno, Jaime non aveva dovuto farselo ripetere: Riddle era stato cordiale, gli aveva parlato della vita da Prefetto - motivo che aveva spinto sua sorella a fare il possibile per ottenere quella stessa carica - e aveva acconsentito a uscire con lui per una delle gite a Hogsmeade, però era finita lì. Durante quell’unico finesettimana, Riddle non aveva quasi proferito parola, salutandolo dopo solo un’ora per unirsi al suo fidato gruppo di amici, senza neanche invitarlo ad andare con loro. Continuava a salutarlo e a discutere delle lezioni preferite quando erano da Lumacorno, ma il loro rapporto si era fermato lì.
Lui ci aveva messo una pietra sopra, Cersei no, e questo lo faceva impazzire. Continuava a chiedere al fratello di trovare un modo per farsi invitare nel gruppo di Riddle, era arrivata al punto di ossessionarlo e Jaime cominciava a essere geloso. Il suo rapporto con Cersei era sempre stato molto stretto da quando la loro madre era morta, a tratti diveniva perfino morboso, come quando il Cappello Parlante si era rivelato indeciso sulla Casa in cui collocarlo, ed era stato lui stesso a convincerlo a metterlo a Serpeverde con Cersei invece che a Grifondoro. C’erano sempre stati solo loro due - più Tyrion, ma Cersei nemmeno lo considerava - e ora per Jaime era impensabile vedere sua sorella impegnarsi tanto per ottenere l’attenzione di un estraneo.
Lo stava facendo impazzire.

Tyrion non era ossessionato da Tom Riddle, ma neanche lo sottovalutava. Il Caposcuola di Serpeverde era obiettivamente il miglior studente dell’ultimo anno e Tyrion puntava a essere ricordato allo stesso modo, quando sarebbe giunto il suo momento. Ammirava il suo ingegno e la sua capacità di applicarsi in qualsiasi materia, però a differenza dei suoi fratelli non era assolutamente interessato a entrare nelle sue grazie.
In primo luogo, Riddle non era campione di popolarità: attirava schiere di ragazze di ogni Casa, sapeva essere cortese con compagni e professori ed era sempre ligio al dovere, ma passava poco tempo in compagnia di nuove conoscenze; perlopiù si dedicava a una stretta cerchia di amici Serpeverde che non si era mai allargata da quando Tyrion era arrivato a Hogwarts, circa un anno e mezzo prima. Jaime stava facendo il possibile per entrare nel suo gruppo, purtroppo per lui senza successo, e ogni volta che suo fratello cercava di comprenderne il perché Jaime spalancava gli occhi come se la risposta fosse palese. E in effetti era palese: Cersei. La domanda più sensata avrebbe riguardato ciò che Cersei volesse ottenere conquistando l’attenzione di Riddle, ma sapeva che Jaime si sarebbe rabbuiato. Così Tyrion lasciava perdere e si dedicava in silenzio ai propri studi.
Fu in uno degli ultimi finesettimana di marzo, quando gran parte della scuola era a Hogsmeade, che uscendo dalla biblioteca Tyrion rischiò di finire addosso al professor Silente.
«Quella pila di libri è più alta di te» si limitò a sorridere l’insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure.
Tyrion non si offese: per quanto in molti lo deridessero per la sua acondroplasia - sempre lontano dalle orecchie di Jaime - il tono di Silente sembrava porre l’accento sulla quantità di volumi che stava trasportando.
«Ho intenzione di leggere metà della biblioteca entro la fine dell’anno» sentenziò in risposta.
«Sei uno studente molto promettente perfino per la tua Casa. Sono certo che i prossimi anni per te saranno una passeggiata.»
«Secondo mio fratello sarò perfino in grado di raggiungere il suo Caposcuola. Personalmente, non so se ritenerlo un complimento.»
C’era qualcosa, in Tom Riddle, che non riusciva a convincerlo. Qualcosa nel suo sguardo. Silente parve pensare lo stesso.
«Il signor Riddle è un ottimo studente, ma personalmente preferirei che intraprendessi un cammino tutto tuo» commentò dopo qualche attimo di silenzio, salutandolo infine con un altro sorriso.
“Tom Riddle. Tom, Tom… che nome banale per un grande uomo.”

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