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Romero sta tornando.
Questa è una gioia a prescindere.
Chiunque abbia una conoscenza minima di questo regista sa bene quanto il suo occuparsi di "horror" sia più o meno una scusa per girare film con forti metafore sociali, sociologiche e politiche.
I morti viventi di Romero siamo noi: massa sempre più decerebrata, ipnotizzata dal consumismo e dalla brama di possesso (la fame di carne umana degli zombie).
Siamo noi, i mostri: sempre più indistinguibili l'uno dall'altro, una massa amorfa e compatta.
Siamo noi, i sopravvissuti: spesso più crudeli dei mostri stessi, per poter sopravvivere.
Dopo la sufficienza senza lodi di "Land of the dead", G.A.Romero torna con "Diary of the Dead", quinto capitolo della sua saga iniziata nel lontanissimo 1968.
Dopo così tanti anni il regista gira un film nelle esatte condizioni degli esordi: da indipendente, con un budget ridotto e attori sconosciuti.
"La notte dei morti viventi" fu un successo mondiale. Una rivoluzione cinematografica, e non solo.
Lo sarà anche Diary?
Sopra, il trailer ufficiale.
Debutto statunitense il 15 febbraio. In Italia, data ancora da definire.