Arte e denaro

Jan 06, 2008 21:39




La quasi totalità degli aspiranti scrittori/scrittori emergenti che conosco sarebbero ben lieti di essere pubblicati anche gratuitamente, vale a dire senza ricavare un euro dalla loro arte.
Pensate, molti di loro (di noi), sono disposti addirittura a pagare di tasca propria per vedere il loro romanzo edito e distribuito.
Sull'editoria con contributo sapete come la penso (bocciata su tutta la linea, o quasi), ma non è di questo che voglio parlare.
Chi è sano di mente sa che con la scrittura non potrà campare, a meno che non faccia Eco, Faletti, King (o pochi altri) di cognome. Oramai sono poche le professioni artistiche che permettono di guadagnare abbastanza per poter dedicarsi solo ad esse. Gli stessi cantanti spesso fanno altro (DJ, programmi TV, sagre di paese) perchè con la sola vendita dei CD non guadagnano poi molto. Gli attori, tranne quelli più affermati, spesso lavorano gratuitamente, o quasi. Mi riferisco allo sterminato panorama che va dalle produzioni indipendenti ai corti, non certo ai film-fuffa finanziati da mamma RAI o da qualche produttore paraculato (eh, sì, in Italia funziona così).
Di certo gli scrittori fanno parte della categoria più sfigata tra quelle artistiche. La crisi dei lettori c'è, ed è perenne. Le persone disposte a spendere 15-20 euro per un libro sono davvero poche. Visto che le case editrici non sono enti di solidarietà, sono sempre meno disposte a puntare su scrittori non già affermati, per non rischiare perdite inutili.
Questo, dal loro punto di vista, ha un senso.
In realtà c'è molto altro dietro. Le vendite di prodotti artistici sono in calo, ma non il loro consumo. Le nuove tecnologie permettono oramai di usufruire gratuitamente, o a prezzi molto contenuti, di film, dischi ed eBook. 
A fronte di un crollo totale determinato dalla diffusione dei programmi di P2P (peer to peer), qualcosa si sta finalmente muovendo.
Alcuni cantanti hanno messo in vendita i loro nuovi lavori direttamente in formato mp3, scaricabile con un contributo decisamente più onesto rispetto al prezzo dei CD. Qualcuno ha addirittura provato una coraggiosa "strategia di mercato": lasciare che sia il fan a decidere il prezzo di quello che scarica. Che sia un euro, dieci, o cento. 
Anche per i film, molti si stanno orientando per la pubblicazione in streaming, visionabili online gratuitamente o pagando pochi euro. I DVD per vendere si orientano sempre più offrendo i famosi "contenuti extra" a prezzi abbordabili.
E i libri?
In un certo senso, le case editrici sarebbero già sorpassate, obsolete. Ora che si stanno diffondendo nuovi lettori eBook comodi, moderni e con buone prestazioni, il formato eBook sta ridiventando di moda rispetto al passato, in cui risultava scomodo sui monitor dei PC.
Io apprezzo molto gli eBook. Molti sono brutti e dilettanteschi, ma altri non hanno davvero nulla da invidiare a certi romanzi pubblicati malamente da editori semisconosciuti e con campagne promozionali indegne di questo nome.
EBook come "Mozart di Atlantide" o "Gesha Olers e il viaggio nel Masso Verde" sono molto conosciuti nell'ampio circolo dei weblettori/scrittori. Sicuramente resteranno più nella memoria che non altri cento e passi altri romanzi pubblicati in forma cartacea e presto dimenticati.
Il mio primo eBook, "Paralleli", ha avuto circa 400 scaricamenti in circa quattro mesi, ricevendo anche graditi apprezzamenti da coloro che l'hanno poi effettivamente letto. E questo senza eccedere in campagne promozionali esagerate.
Immaginiamo uno scenario in cui i lettori possano lasciare effettivamente un contributo, anche minimo, a ogni scrittore di eBook, magari dopo aver letto il prodotto scaricato. Anche se lasciassero solo 50 centesimi ciascuno, sarebbe tuttosommato un "secondo lavoro" ancor più interessante da svolgere, sebbene sono certo che tutti noi continueremmo a scrivere anche solo per la gloria.
Forse l'unico problema potrebbe essere quello della tipica mentalità italiana "furba": quando un italiano può, evita di pagare qualsiasi cosa. La vedo difficile che torme di internauti del Belpaese si prodighino a dare piccoli contributi per aver scaricato un eBook (o anche una canzone o un cortometraggio, se è per questo). 
Se la cosa funzionasse, le Case Editrici fallirebbero o si adeguerebbero a loro volta. Si creerebbe un sistema meritocratico, in cui gli artisti di valore sarebbero ricompensanti per la loro effettiva bravura, e non per strane raccomandazioni. Gli incapaci si autoeliminerebbero dal mercato, e non per critiche da parte di recensori in cerca di visibilità o ex scrittori falliti.
Ci sarebbe più scelta, un mercato adeguato a tutti i gusti. Certo, ci sarebbero decine di cloni della Troisi o della Palazzolo, ma anche autori più particolari, preparati, coraggiosi.
Purtroppo per ora tutto questo è solo utopia. Il vecchio sistema, sentendosi minacciato, combatte con unghie e denti per sopravvivere. Al momento il suo stato di salute è ancora buono, ma un domani...
O è solo utopia?

gesha olers, riflessioni, e-book, p2p, mozart di atlantide, paralleli, scrittore esordiente, scrittura

Previous post Next post
Up