di Marc D. Hauser
Editore: il Saggiatore
Euro: 19.20 (505 pagine, brossura)
L'attuale senso comune ritiene che si prendono decisioni morali in base a ciò che la società ritiene sia giusto o sbagliato. Questa prospettiva ha consolidato la convinzione che la psicologia morale delle persone sia determinata esclusivamente dall'esperienza e dall'educazione. La tesi di questo libro riconduce la morale alla teoria evolutiva di Charles Darwin: secondo Marc Hauser le regole morali avrebbero una radice profonda e inconscia, da lui definita "grammatica morale universale", sviluppatasi nel corso di milioni di anni, la cui individuazione è possibile grazie all'adozione dei parametri dei più moderni studi di linguistica (con particolare riferimento alla grammatica generativa di Noam Chomsky). Per supportare questa tesi l'autore cita fatti di cronaca, illustra i risultati di test empirici effettuati su oltre 250mila individui di 120 nazioni differenti e valuta la conoscenza morale nei casi di psicopatologie, individuando i momenti fondamentali della storia della filosofia morale.
Visto che mi sto impegnando nella scrittura di un romanzo (Fase 2, di cui ho solo accennato sul blog e il cui titolo sarà sicuramente cambiato) la cui idea di base riguarda una ricerca sulla natura biologica e genetica del Male, ho pensato bene di trovare un libro autorevole per poter andare alla fonte del problema.
Tenete presente che io non sono né un biologo, né un genetista ('sti cazzi!), né uno psicologo . Quello che so in materia è dovuto a infarinature miste, acquisite più che altro tramite letture di libri che spesso parlavano d'altro.
E' la prima volta che mi sono buttato su una pubblicazione specifica in materia, e devo dire che è stata una bella e costruttiva esperienza. Il libro di Hauser è molto valido nell'aspetto divulgativo e, al contempo, parla un linguaggio con pochi tecnicismi, facendo capire anche ai profani ciò di cui tratta.
La parte che più mi è piaciuta (forse anche in relazione a ciò che sto scrivendo), è quella centrale, che si pone il problema del come mai le persone abbiano una diversa concezione di ciò che è bene e di ciò che è male. Perchè alcuni provano disgusto alla sola idea di schiacciare una formica, e altri ammazzano il vicino di casa senza il minimo rimorso?
Le spiegazioni sono sia di tipo psicologico/filosofico, che biologico e genetico. Per esempio: lo sapevate che più il vostro ippocampo è sviluppato, più avete tendenza all'aggressività? Oppure che le persone meno empatiche sono quelle più portate a far del male al prossimo, senza nemmeno accorgersene? O, ancora, che chi ha una bassa produzione di serotonina si espone più facilmente a rischi per la propria persona?
Una lettura interessante, certo non da affrontare per avere qualche ora di svago spensierato.
Consigliato a chi ama i saggi leggibili anche dai profani.