Il vento e il leone

May 08, 2011 09:48




Il vento e il leone

di John Milius

USA 1975

Nel 1904 in Marocco un capo ribelle berbero, volendo procurare grane al sultano asservito ai francesi e ai tedeschi, rapisce una vedova americana e i suoi due figli. Il presidente Teodoro Roosevelt, desideroso di difendere il prestigio del suo paese, manda un contingente di marines. Frattanto tra rapitore e rapiti è nata una mutua simpatia e, quando la donna s'accorge che i tedeschi stanno tendendo un'imboscata ai ribelli, ottiene che i fucilieri americani combattano in difesa dei berberi.

Film “assoluto” per quel concerne la mia visione di un certo tipo di cinema, Il vento e il leone è un contenitore che centrifuga molteplici elementi di spessore: storia, avventura, paesaggi esotici, azione, poesia, ironia.

Sean Connery nella consueta forma istrionica offre il volto allo sceicco-bandito Raisuli, figura realmente esistita, e lo fa più che bene, dando lustro a un personaggio storico (a noi praticamente sconosciuto) che è tuttora un eroe per molti marocchini.


Come spesso accade nel cinema targato Milius gli statunitesi giocano dalla parte dei buoni, anche se in questo film sono un po' meno senza macchia e senza paura rispetto ad altre sue pellicole.

Certo, Il vento e il leone vive anche dei tipici difetti della cinematografia americana di quegli anni, vale a dire una forte impronta ideologica e una caratterizzazione dei personaggi che definirei da fumetto bonelliano (nel bene e nel male). Ciò non di meno il film vive di epicità, di una resa scenica superba ma non vanesia, con attori che, pur nella grandezza dei loro nomi, sono funzionali alla storia narrata, senza usarla unicamente come specchio per ricordare al mondo quanto sono bravi e affascinanti.

Se lo girassero ora (Dio ci scampi da un eventuale remake), avremmo dei berberi che combattono come gli elfi de Il signore degli anelli, Johnny Deep nei panni del Raisuli e Megan Fox in quelli di Eden Pecaris. A voler ben guardare, meglio l'istrionismo di Milius e la sua retorica spruzzata d'umorismo (almeno in questo film), che non le boiate in stile videoludico che ci propinano oggigiorno in 3D, all'accessibile prezzo di 12 euro a biglietto.

In fondo per sognare un'avventura nel deserto serviva ben altro. Molto meno, o forse molto più di quanto ci offrono oggi.

"A Teodoro Roosevelt.

Tu sei come il vento e io come il leone. Tu crei la tempesta, la sabbia punge i miei occhi e la terra è arsa. Io ruggisco e ti sfido, ma tu non mi senti. Però fra noi c'è una grande differenza: io come il leone devo rimanere nel mio posto; tu come il vento non sai mai quale sia il tuo posto.

Mulay Achmed Mohammed Er Raisuli, il Magnifico, Signore del Rif, Sultano dei Berberi."

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