PhOxGen
di Italo Bonera e Paolo Frusca
Romanzo compreso in Millemondi Inverno Urania 2010
Editore Mondadori
5.50 euro (comprende anche il romanzo Ascensore per l'ignoto, di futura recensione)
Quarta di copertina
Vienna, Anno Domini 2003: mancano pochi giorni all’incoronazione del nuovo Kaiser Carlo II d’Austria, figlio di Otto d’Asburgo. Sì, perché la Vienna di PhOxGen! è la gigantesca, modernissima capitale del Bund, confederazione di popoli che dal 1919 si è allargata fino a comprendere tutta l’Europa centrale ed è diventata tanto potente da dominare il mondo dal punto di vista militare, scientifico e tecnologico.
Commento
Decido di spezzettare la recensione del Millemondi Inverno Urania 2010, perché credo che il secondo romanzo del volume lo leggerò più in là nel tempo (altri arretrati richiamano la mia attenzione). Ma PhOxGen merita una recensione fresca e immediata, di modo che chiunque possa procurarsi il suddetto volume e goderne la lettura.
PhOxGen è un buon romanzo di fantascienza ucronica, ambientato in uno scenario che io da sempre trovo estremamente suggestivo. Nell'universo parallelo inventato dagli autori l'Impero Austro-Ungarico non si è sciolto dopo la sconfitta nella Grande Guerra, bensì ha riportato una brillante vittoria che gli ha consentito di sopravvivere e di espandersi come superpotenza mondiale.
Nel 2003 è proprio il Bund, come viene chiamato l'immenso regno degli Asburgo, a dominare la scena politica ed economica. Gli Stati Uniti, rimasti neutrali durante la Grande Guerra, non esistono più, sono bensì spezzettati in due nazioni di media importanza. La Russia, dopo il fallimento della rivoluzione socialista, è tornata a occuparsi soprattutto di quel che avviene all'interno dei propri confini. L'Impero Ottomano, alleato del Bund, controlla buona parte del Medioriente ed è una potenza di tutto rispetto. Cina e India si affacciano da poco sulla scena internazionale, mentre altri paesi europei hanno il peso e l'importanza di piccole realtà provinciali, ovvero quasi nulla.
Semmai il Bund, crocevia di razze, etnie e legami dinastici tra i più svariati, rischia la distruzione dall'interno, visto che diversi gruppi nazionalisti non aspettano altro che sferrare un colpo mortale agli Asburgo, per guadagnare l'indipendenza. Tra essi spiccano sicuramente i serbi e gli italiani, il cui lombardo-veneto è ancora sotto l'amministrazione diretta di Vienna. Ma, ancor di più, è il nascente movimento pangermanico che desidera riportare l'Impero a una purezza razziale persa ormai da decenni.
Come si può notare da questa breve descrizione, lo scenario dipinto dai due autori è tra i più affascinanti. Il loro ottimo lavoro si nota dai particolari, come l'introduzione di termini tedeschi in sostituzione di quelli inglesi (KD al posto di CD, Compact Disk, rechner al posto di calcolatore, etc etc). Oppure la germanizzazione di multinazionali come McDonald, che qui diventa VonRoland, e il videogioco Civilization, trasformato nell'asburgico Zivilisation.
Bravi anche a sfuggire alla più stereotipata descrizione di un possible mondo dominato dai tedeschi: non ci sono SS o leggi razziali, né una dittatura antidemocratica. Al contrario il Bund è un molosso sostanzialmente pacifista, anche se un po' meno libertario rispetto al concetto di democrazia occidentale così come lo intendiamo noi. Semmai è proprio l'estrema eterogeità di razze e popoli che compongono l'Impero a minacciarlo dall'interno, così come la lentezza burocratica di tradizione viennese, che paralizza in parte la politica interna, geneticamente improntata alla diplomazia.
Il romanzo non è esente da difetti. Ci sono forse troppi POV che a volte si confondo un po'. Alcuni personaggi sono poco caratterizzati, mentre altri lo sono forse troppo. Ancora: sebbene gli autori ci abbiano messo molta fantasia nel reinventare un mondo ucronico, potevano fare senz'altro di più, ad esempio sbizzarrendosi nella descrizione di usi e costumi all'interno del Bund, che a volte sembrano fin troppo simili al nostro mondo del presente.
Detto questo PhOxGen è senz'altro un romanzo che merita una lettura e molti plausi. Persino la trama che si snoda attraverso lo scenario non è priva di fascino, con richiami a un tardivo nascente nazismo (che nel mondo parallelo NON è nato negli anni '30), al misticismo esoterico-scientifico di stampo pangermanico e anche all'attualità geopolitica, ma distorta ovviamente dalla "realtà" in cui si muovono i terroristi. Ovvero: i terroristi non sono di certo arabi o islamici, bensì europei nazionalisti che desiderano la frammentazione dell'Impero.
Leggo con un certo stupore che PhOxGen è uno dei romanzi finalisti degli ultimi premi Urania. Senza offendere nessuno, mi pare ben superiore ai vincitori delle ultime 2/3 edizioni, che non suscitano in me entusiastici ricordi. Ma, si sa, tutto è soggettivo, ed evidentemente questo tipo di storia io la aspettavo da molto, molto tempo.