Stimolato in un certo senso dal buon Glauco, stamattina mi son svegliato con l'idea fissa di scrivere questo post ^_^
Di cosa conviene scrivere in Italia?
Vale a dire: quali sono i generi e le tematiche che vendono, nel nostro già ristretto mercato?
La risposta romantica e politicamente corretta sarebbe questa: "scrivi quello che ti piace".
Già, e poi lo infiliamo in un cassetto a fargli prendere la polvere ;)
Scherzi a parte, questo è un buon inizio, anzi è indispensabile. Per me, ad esempio, scrivere di qualcosa che non m'interessa sarebbe impossibile.
Purtroppo però sto imparando che occorre anche valutare ciò che potrebbe interessare il pubblico, e quindi un editore, sempre che si abbia velleità di essere pubblicati.
Voglio dire, a uno scrittore piacerebbe magari scrivere di una storia d'amore ambientata in Cina durante la rivolta dei Boxer ma, in Italia, quante copie potrebbe vendere un romanzo del genere?
A questo punto vediamo, genere per genere, ciò che funziona e ciò che non funziona nel nostro stitico mercato letterario.
Nota bene: le mie sono valutazione personali, non dati statistici. Inoltre ho preso in considerazione solo genere di cui mi ritengo più che informato.
Giallo
Inutile negarlo: il genere giallo da noi funziona. Intendo dire il giallo all'italiana, perchè è di quello che mi voglio occupare. Quest'anno sono usciti moltissimi titoli, anche di esordienti, per case editrici grandi e piccole. Il giallo all'italiana di solito è caratterizzato da una forte "regionalizzazione" dello scenario, basti pensare al commissario Montalbano, con la sua Sicilia a fare da sfondo. Il giallo all'italiana gioca infatti spesso sui luoghi comuni: l'investigatore arguto ma dalla vita privata un po' sfigata, con qualche appuntato dei carabinieri un po' tontolone a fare da spalla. Un delitto che coinvolge di solito una piccola comunità, la quale nasconde altarini più o meno torbidi.
Se sapete scrivere un romanzo così (in un buon italiano, si capisce), siete a cavallo.
Thriller
Il genere che va per la maggiore all'estero, da noi comincia ad affermarsi solo ultimamente (mi riferisco sempre al discorso riguardante scrittori italiani). Sicuramente abbiamo dei veri assi nel genere thriller/action-thriller, due su tutti: Alan Altieri e Stefano di Marino. Scrivere un romanzo di questo tipo richiede maggiori approfondimenti tecnici che non rispetto a un giallo, e anche una dose di "cattiveria" superiore.
Inoltre i thriller di solito hanno un'ambientazione più urbana che non rurale, spesso fanno richiamo ad argomenti di stretta attualità, come politica, guerra, criminalità organizzata.
I rischi nello scrivere un thriller sono soprattutto legati alla possibilità di riproporre tematiche già trattate da altri autori, magari con varianti minime. Un thriller del tutto originale è, ahimè, piuttosto raro.
E' un genere che mi piace molto, posso solo dirmi felice nel vedere che si sta affermando anche tra gli autori italiani.
Thriller esoterico
Una variante del precedente. Questo sottogenere ha avuto il suo boom dopo "Il codice Da Vinci". Dall'estero sono arrivate caterve di imitazioni o romanzi ispirati al codice, generalmente scritti moooolto meglio del libro di Brown. Questo ha dato spazio anche a quegli autori italiani che da tempo sognavano di scrivere qualcosa di questo tipo.
Ad esempio, vi segnalerei i libri scritti da Pietro Borromeo, che davvero non hanno nulla da invidiare al Codice ma che, senza di esso, probabilmente non sarebbero mai stati pubblicati da un editore italiota. ^_^
Comunque, è un altro genere tra quelli che preferisco.
Horror
Dolente nota. L'horror nostrano zoppica e si nasconde bene, nonostante molti nostri autori siano migliori (parere personale) del loffio King degli ultimi anni. Gente come Danilo Arona, Gianfranco Nerozzi, Eraldo Baldini, scrivono romanzi che meriterebbero di vendere tanto quanto il Faletti nazionale, che si può solo sognare una creatività a livello di questi tre.
Purtroppo l'horror vanta molti potenziali ammiratori, ma pochi reali lettori. Forse il cinema moderno ha guastato un po' la reputazione del genere, con tutti quei film su serial killer e texani dalla maschera di cuoio. L'horror è molto altro, non certo solo una sorta di diario su carta di una mente malata.
So che qualcuno apprezza molto le storie di persone che impazziscono e si mettono ad ammazzare il prossimo. Per me l'horror è altra cosa: la possibilità di sondare i misteri umani, utilizzando l'escamotage letterario della paura. In altre parole, quello che apprezzo è un horror con richiami soprannaturali, non scrittura da bassa macelleria o di puro splatter.
Detto questo, la letteratura di questo genere, in Italia, è ancora piuttosto di nicchia.
Fantasy
All'estero il fantasy post "Signore degli Anelli" cinematografico ha avuto un boom esagerato. Basta entrare il qualche libreria e dare un'occhiata agli scaffali che vendono fantasy: troverete saghe infinite, titoli a profusione, edizioni di lusso ed economiche, ristampe dei vecchi classici.
E gli scrittori italiani?
Quasi nulli.
Ci sono le eccezioni, come Licia Troisi che ha venduto moltissimo coi suoi libri sul mondo emerso. Oppure Andrea d'Angelo, che ha venduto di meno ma si è fatto un nome, nel genere.
Per il resto, non si sa perchè, gli editori italioti preferiscono puntare sui nomi americani piuttosto che dare una possibilità ai tanti scrittori di fantasy del nostro paese. A proposito, da quel che so, gli aspiranti scrittori di questo genere sono tra i più numerosi.
Diciamoci la verità: la qualità dei libri fantasy che possiamo attualmente comprare in libreria spesso è molto bassa. Trame ripetitive, zero originalità, a volte perfino una scrittura mediocre.
E allora perchè non provare a pubblicare qualcosa di nostrano?
Purtroppo, per il momento, dico che gli scrittori italiani di fantasy sono molto ghettizzati.
Fantascienza
Siamo ai livelli del fantasy, forse anche peggio.
Però occorre fare un distinguo. La "high science fiction", vale a dire la fantascienza che racconta di navi stellari, di flotte galattiche e cose del genere, è un genere quasi morto, e non solo in Italia.
Viceversa, funziona piuttosto bene la fantascienza sociale, quella che si occupa di un futuro prossimo (per capirci, libri e film come "I figli dell'uomo"). Altro sottogenere che va bene è la fantascienza cyber-filosofica, alla Matrix, o quella che mischia tematiche a metà con fantasy, dove la scienza è talmente evoluta che è facile confonderla con la magia.
Tornando al succo del discorso, di scrittori italiani pubblicati, qualunque sia il loro genere di fantascienza, ne vedo davvero pochissimi. Qualcosina, ma proprio -ina -ina, si muove, ma il panorama è desolante.
Fortunatamente esiste un'istituzione come Urania, che pubblica ogni tanto dei romanzi italiani, ma è un caso quasi unico, insieme a quelli di Delos Book, che però non sono diffusissimi, almeno in libreria.
Peccato perchè il genere merita molto, arrivando a trattare tematiche molto profonde e importanti, alla faccia di chi pensa alla fantascienza solo come agli scontri tra Jedi in Star Wars.