La concezione di campo morfico o morfogenetico è stata creata dal biologo
Rupert Sheldrake, e sarebbe una struttura grazie alla quale le cose assumono la loro forma o la loro organizzazione. Secondo Sheldrake tale campo non è fisso, ma si evolve, e la sua struttura dipende da ciò che è accaduto in precedenza, vale a dire che il campo contiene una sorta di memoria del passato. Una volta che un nuovo campo ha cominciato ad esistere, esso si rafforza attraverso la ripetizione, così diventa sempre più probabile che il modello si riproponga. I campi divengono una sorta di memoria cumulativa, evolvendosi nel tempo, e sono alla base della formazione delle abitudini.
La teoria dei campi morfici sostiene che se lo stesso fenomeno avviene più volte, si forma un campo morfico, il quale esercita la sua influenza su sistemi successivi mediante un processo chiamato risonanza morfica.
Se l'individuo di una specie impara un nuovo comportamento, il campo morfico cambia, mentre la risonanza morfica, con una sorta di vibrazione, si trasmette all'intera specie. La risonanza morfica è un processo per cui ogni individuo facente parte di una specie attinge alla memoria collettiva della specie (o campo morfico della specie) e si sintonizza con i suoi membri passati, contribuendo così all’ulteriore sviluppo della specie stessa.
In zoologia e in botanica i campi morfici che presiedono allo sviluppo e al mantenimento della forma vengono chiamati campi morfogenetici; quelli che si occupano della percezione, del comportamento e dell’attività mentale si chiamano campi percettivi, comportamentali e mentali; quelli che si riscontrano in mineralogia sono detti campi cristallini e molecolari; quelli invece che si osservano in sociologia sono detti campi sociali e culturali.
Alcuni esempi nel mondo animale
Durante il maremoto del sud-est asiatico del dicembre 2004, gli elefanti, poco prima dell’arrivo dell’ondata, si precipitarono verso l’interno del territorio e si salvarono così dall’imminente calamità. Sull’arcipelago delle Andatane e Nicobare vivono popolazioni che sopravvissero al disastro annoverando un numero sorprendente alto di persone. Esse imitarono il comportamento degli animali ritirandosi assieme a loro nell’entroterra, senza peraltro sapere ciò che stava per accadere. Si sono semplicemente fidate dell’istinto degli animali, i quali erano in una misteriosa e perfetta risonanza tra loro.
Osservando le abitudini di alcune specie animali, possiamo riscontrare per l’ennesima volta la legge della risonanza morfica. Difatti, nel periodo luglio-agosto i cuculi volano in Africa. I loro piccoli in quel periodo non sono ancora in grado di volare. Essi partono quindi un mese più tardi ma ritrovano comunque i loro genitori. Le colombe, invece, trovano la via del ritorno anche se la loro casa si trova su navi in movimento, mentre le termiti costruiscono un termitaio attraverso lunghe generazioni A questo punto viene da chiedersi: chi possiede i progetti del termitaio?
Estratti di un'intervista a Sheldrake
- D.: Lei suggerisce che la mente non nasce dal cervello, ma è bensì un “qualche cosa” di non locale, o almeno di non confinato all’interno dei nostri corpi. E’ giusto?
Sheldrake: No, non esattamente. Non dico che si tratti di un qualcosa di non locale o non confinato all’interno dei nostri corpi, questo ricorda di più il dualismo cartesiano.
Per diversi secoli abbiamo avuto due posizioni ben distinte. Quella del materialismo, in cui la mente era il cervello, oppure il dualismo cartesiano, in cui la mente era vista come qualcosa di non fisico, di non locale appunto, e che in qualche misterioso modo interagiva col corpo. Quello che invece sto suggerendo, è che la mente sia composta da campi che compenetrano il cervello e si estendono oltre esso, proprio come quanto accade nei magneti, o come accade nella terra.
Non suggerisco quindi che si tratti di non località, altrimenti non sarebbe da nessuna parte e ricadremmo nel dualismo cartesiano. La mente è centrata nel cervello ma si estende ben oltre questo.
- D.: Questi campi, che lei chiama Campi Morfici, potrebbero aiutarci a spiegare capacità insolite della mente, quali la telepatia?
Nel suo libro c’è una vastissima documentazione a proposito. Cosa intende quando dice che la telepatia è un fenomeno non così assente dalla vita di tutti giorni, ma parte integrante di diversi avvenimenti quotidiani?
Sheldrake: Naturalmente le più semplici considerazioni e prese di coscienza sulla telepatia si hanno a distanza. Mi riferisco ad esempio a quando stai pensando ad una persona che non vedi da anni o che si trova lontana ed in quello stesso istante suona il telefono ed è lei che ti chiama. Questo è un caso che si può definire di telepatia ordinaria. Accade anche in altre circostanze. Ad esempio è molto sviluppata tra madre e figlio, sono molte le mamme che sentono i bisogni dei loro figli.
La distanza ci assicura che un certo avvenimento sia dovuto alla telepatia, e non ad altri tipi di comunicazione. Ma se la telepatia funziona a grandi distanze, non c’è motivo di pensare che non funzioni a breve distanza. Io credo che sia presente anche quando siamo vicini, in questo caso però è più difficile discernerla da forme di comunicazione non verbale, il linguaggio del corpo etc...
- D.: Non è lei che in una conferenza assieme a Terence Mc Kenna ha suggerito che i sistemi elettromagnetici abbastanza complessi come quello del sole potrebbero essere coscienti?
Sheldrake: Sì, certo, lo penso. E se un sistema come quello del Sole è cosciente, allora potrebbe avere anche delle aspettative, degli scopi, ed in questo senso allora potremmo considerare un’influenza dal futuro. Ma sarebbe un’ influenza simile a quella delle nostre menti, un’influenza proveniente dai nostri futuri autocreati, o almeno dai nostri futuri virtuali. Noi creiamo dei futuri virtuali in ogni istante in cui formuliamo un pensiero o ci formiamo un piano mentale. Quindi, se ci sia un’influenza dal futuro o meno, è una domanda molto sottile e “metafisica”, in quanto tale influenza si esplicherebbe non tanto in modo convenzionale, ma da un futuro virtuale. E’ un problema che non può essere slegato dalla metafisica e dalla filosofia. La visione secondo cui l’Universo è modellato dal futuro in realtà, è quello che sosteneva il mio amico T. Mc Kenna. Lui diceva che esiste un “Attrattore Cosmico” per l’intero Universo, che tira letteralmente l’evoluzione verso uno scopo finale.
L'intervista completa, interessantissima, potete trovarla
qui.
Infine, ecco un articolo che mette in relazione la teoria di Sheldrake a un recentissimo film di grande successo:
I campi morfici e "Il curioso caso di Benjamin Button".