I Maya avevano previsto Paris Hilton

Oct 21, 2009 14:15




Per me Paris Hilton è l'antitesi della donna sensuale, affascinante e capace di scatenare quell'erotismo di cui gli uomini vanno matti.
Guardatela: è una ragazza carina (come tante), magra come un acciuga, con un naso piuttosto pronunciato e un'espressione tipica di certe dementi yankee che vivono nell'alta borghesia statunitense.
Nullafacente, nota per essere una ricca ereditiera e una frequentatrice di party vip, la Hilton è diventata l'icona stylish-erotica delle nuove leve. Come ci è riuscita? Nel modo più semplice: ha iniziato a farsi fotografare senza mutande, intenta a scendere da lussuose auto (e ben attenta ad aprire bene le gambe), per poi arrivare al famoso video "rubato" in cui lucida l'attrezzo del suo ex boyfriend, succhiandolo come un'idrovora. Un video talmente "rubato" che ha fatto il giro del mondo nel giro di pochi giorni, diventando uno dei più visti dell'era Internet.
La Hilton è il simbolo di quanto possa essere avvilente e squallido il termine "icona sexy". Per come sono fatto io, una come Paris non mi riuscirebbe a eccitare nemmeno se mi sparassi direttamente una flebo di viagra liquido nel vasi venosi del pisello. Una come lei è la negazione di ciò che dovrebbe essere l'erotismo e arriva perfino a declassare la pornografia, che almeno ha il pregio di arruolate attrici in cerca di soldi, e non multimiliardarie annoiate.
Sono molto più eccitanti quelle attrici che si spogliano poco alla volta, o che si prestano a shooting fotografici di un certo livello. Il nudo a me piace, ma non quel nudo che s'intende col mostrare una vagina depilata mentre si scende da una Cadillac.

Facendo una metafora ardita, forse la Hilton è lo specchio fedele dei tempi in cui viviamo. La maggior parte della gente, soprattutto i giovanissimi, cercano tutto e subito. Le nudità esposte come quarti di manzo, senza classe, senza scoperta. Il sesso inteso come moda (fatevi in giro in Corso Como verso le 19 di un sabato qualunque... sentendo i discorsi delle adolescenti accalcate fuori dai locali, rimpiangerete di non vivere a Teheran), come moneta da scambiare per un iPod, un cellulare o un drink in discoteca.
Roba da nobilitare il caro vecchio "Colpo Grosso", che almeno aveva il pregio di mettere l'erotismo sul piano del gioco, della piccola trasgressione notturna da vedere di nascosto, mentre mamma e papà dormivano.
Perfino nella vita di tutti i giorni la filosofia del "tutto e subito" dilaga. A 15 anni vogliono l'auto senza patente, a 18 la Mini, a 18 e un giorno la carta di credito intestata. Mettere in mostra soldi e libbre di carne è l'unica cosa che veramente conta.

Volete che rientri nei miei soliti argomenti? Lo faccio. Come pretendere che queste nuove generazioni, cresciute idolatrando "la Paris", possano nutrire interesse per la lettura, o per l'arte in generale. Sia chiaro: sto generalizzando e ne sono consapevole. Per fortuna non tutti sono così. C'è chi s'interessa, chi si distingue, chi non accetta l'idea di vivere in una mignottocrazia. Se qualcuno ha intenzione di scrivermi una banalità del genere, per l'amor di Dio, eviti di farlo.
Ma, in linea di massima, i dati statistici sono desolanti. Il numero dei lettori cresce spaventosamente. Oppure (e forse è peggio), pure nella letteratura oramai si punta a conquistare consensi buttando sul mercato le famose "libbre di carne". Romanzi che sembrano preconfezionati, studiati a tavolino, adattissimi per gli studi di marketing, che mi paiono gli unici reali investimenti che fanno molte case editrici.
E il resto? Il cinema italiano, salvo eccezioni, fa cagare i porci. Oramai il filone adolescenziale-liceale fa più schifo dei cinepanettoni. Sulle fiction alla "Carabinieri" ho già parlato, e preferisco tacere. Il resto è il grande Nulla che avanza. Anche se ci sono idee, le ammazzano subito, perchè una buona idea potrebbe svegliare qualche coscienza di troppo.
L'ambizione delle ragazze è quella di fare le Veline.
Quella dei ragazzi di fare il tronista.
Quella comune a tutti, di entrare nella casa del Grande Fratello.
Studiare? Scrivere? Imparare un mestiere? Roba da sfigati.
Di certo la cosiddetta società civile non aiuta. Basta vedere quei gran mignottari che occupano i posti di potere.

Senza scendere troppo nello specifico, ultimamente mi è toccato sorbirmi una carrellata di e-mail da parte di giovani tra i 18-23 anni, che si proponevano per una serie di possibili interviste sul mondo del precariato e degli studenti-lavoratori. L'aver notato il livello di abissale ignoranza, la mancata conoscenza delle regole base della lingua italiana (il livello medio delle mail è paragonabile a una quinta elementare), l'incapacita di manifestare un'ambizione slegata dal mondo dello spettacolo, mi ha indotto a scrivere questo post. Spero di essere stato sfortunato io a beccare una netta predominanza di giovani sub-umani, anche se qualcosa mi dice che sono in piena media statistica.

Forse i Maya avevano previsto anche Paris Hilton, quando avevano calcolato la data dell'Apocalisse.


riflessioni

Previous post Next post
Up