L'Intelligence sta in chi guarda

Oct 12, 2009 15:16




Stasera arriviamo al quarto appuntamento con "Intelligence - servizi e segreti", la fiction italiana sullo spionaggio e sui servizi di sicurezza. Pur essendo ancora lontana dagli alti standard a cui ci hanno abituati i serial americani, "Intelligence" è ampiamente sopra la sufficienza e si merita una citazione, almeno per l'impegno, rispetto a tutti gli altri prodotti televisivi autoctoni a cui siamo abituati.
Appurato che in Italia la TV generalista è sempre più orientata verso un target di mezza età, pare evidente che le principali fiction siano ancora quelle che ripercorrono le vite di Santi, preti, sportivi d'altri tempi (Coppi, Bartali etc etc). Alcune di queste produzioni hanno una loro dignità interpretativa, ma paiono bolse e fuori tempo a chi si è fatto la bocca buona a furia di "Lost", "24", "Prison break" e via elencando.
L'errore più evidente in cui incappano da sempre i nostri registi è quello di infilare il buonismo in ogni frangente possibile e immaginabile. In tal modo i personaggi negativi vengono sempre dipinti in modo monocromatico, fumettistico, mentre gli "eroi" sono tutti infallibili e buonissimi.
Le uniche fiction che hanno cercato di slegarsi da questi vincoli sono "Romanzo Criminale" e "Il capo dei capi". Entrambi subito subissati di proteste benpensati, perchè accusati di traviare le anime candide dei nostri adolescenti. Accusare la TV di essere la fonte di tutti i mali è un sistema eccellente per lavarsi le mani come genitori ed educatori.
Così, se il figlioletto quindicenne dell'avvocato Rossi mena il compagno di classe disabile, è senz'altro colpa di "Romanzo Criminale", o di qualche videogioco. Mai di un cattivo esempio in famiglia, o di una mancanza di educazione basilare, oramai sostituita da lauti assegni per frequentare scuole private e università esclusive. Mai pensare che a insegnare il poco rispetto per il prossimo può essere un premier che tratta le donne come prostitute, o un capo religioso che nega la scelta di una morte dignitosa ai malati terminali.
Perfino nei puritani Stati Uniti i serial televisivi non vengono demonizzati a tal punto. Certo, c'è stato un gran polverone per l'introduzione della tortura in alcune stagioni di "24", ma da tali polemiche è nato piuttosto un dibattito politico, che non un attacco alla fiction TV. Come dire: quando qualcuno indica la luna, c'è chi guarda il dito, e chi la luna medesima.

"Intelligence" non è un serial particolarmente scorretto. Buoni e cattivi sono abbastanza distinguibili l'uno dall'altro, anche se non nella farsesca italian way descritta poc'anzi. A stupire sono piuttosto i ritmi - decisamente action - e la trama, abbastanza elaborata da essere apprezzabile anche da chi ha più di nove anni e meno di novanta. Ci sono rimandi all'attualità, c'è intreccio, c'è un discreto spiegamento di mezzi ed equipaggiamenti.
Certo, il risultato è ancora piuttosto grezzo, ma ha delle potenzialità. Mi sembra strano che nessuno abbia ancora accusato questa fiction di essere, che ne so, fascistoide o razzista. Di certo qualche furbone salterà fuori, prima o poi. Intanto però godiamoci quel che di buono passa il convento...


cose quotidiane, serial, riflessioni, televisione

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