Italian fiction style

Jul 27, 2009 14:43




Io la televisione l'ho sempre vista.
Non sono uno di quei fricchettoni alternativi e intellettualoidi che dicono non possedere una TV dal 1982. Odio chi cerca di darsi le arie ostentando una superiorità morale rispetto alla cultura popolare, lasciata da costoro a noi, poveri (stronzi) ignoranti.
A me la TV piace. Certo, non tutta.
Non guardo i varietà, non guardo le fiction sui santi e sui preti, non guardo (più) i reality e userei volentieri Simona Ventura come bersaglio mobile per una mitragliatrice Gatling. Detto questo, adoro i serial TV. Per dirla tutta credo che negli ultimi hanno ci sia stato un netto sorpasso dei serial rispetto al cinema.
In parole semplici: sul grande schermo vediamo sempre più schifezze, mentre nelle grandi saghe prodotte per la televisione troviamo tutto ciò che il cinema ha abolito. Parlo dello sviluppo psicologico dei protagonisti, dell'approfondimento della trama, della sperimentazione narrativa e stilistica (vedi "24", tanto per dirne una).
Mi accorgo di questo personale sorpasso osservando che negli ultimi mesi ho scaricato  comprato più serial che film.
Per citare qualche titolo di cui sono davvero "addicted":

Lost
Grey's anatomy
Jericho (sfortunato al di là dei suoi demeriti)
Fringe
24
Smallville (fino a qualche stagione fa)
Dexter
Dead set

A cui presto si aggiungeranno:

Torchwood
Day one
... e probabilmente anche altre.

E l'Italia?
Oggi apro il giornale e leggo: "Poliziotti, ispettori, commissari, detective. La fiction di produzione italiana - evidentemente a corto di idee - per la prossima stagione torna a pistole, inseguimenti, sparatorie, azione. A volte con toni drammatici, altre con toni comici."
Avete capito l'antifona, giusto? Zero idee, zero voglia di investire, zero novità. Ci aspettano al varco i soliti RIS, Distretto di polizia, e una nuova fiction con protagonista - udite udite - Bud Spencer nel ruolo di un cuoco detective!
Anche quest'anno niente trippa per gatti. Se volete vedere dei serial di genere, dovrete ingozzarvi di roba americana. Che poi in sé non è un male. Il male è che da noi non si riesce a mettere insieme uno straccio di sceneggiatura che esuli dai soliti poliziotti, preti o dottori. Sarebbe abbastanza vedere un accenno di fantascienza (alla Lost, o alla Fringe), un po' di horror (alla Dexter) e, soprattutto, meno robaccia politicamente corretta. Meno prodotti destinati a un pubblico geriatrico.
Ma siamo sicuri che la colpa di tutto ciò sia la mancanza di sceneggiatori decenti? In fondo è un po' come per la scrittura: se mancano dei buoni romanzi di genere scritti da italiani è perchè "gli italiani sono degli incapaci". Non perchè abbiamo a che fare con degli editori miopi e impreparati, che sanno solo scimmiottare alcuni trend esteri, senza però osare più di tanto per non offendere la morale cattolica. Fin quando ci saranno organizzazioni come il MOIGE, possiamo solo sperare nell'ennesima riproposizione della vita di Don Bosco o di Santa Rita. O al limite dei soliti poliziotti bonaccioni, a metà tra gli assistenti sociali e gli educatori da oratorio.

Sarà, ma io di certo Bud Spencer cuoco detective eviterò di guardarlo... Nulla di personale eh, Bud!


serial televisivi, riflessioni, televisione

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