Negli abissi dei ricordi

Jun 09, 2009 14:20


 


Festa di fine anno scolastico, quinta elementare. Era il giugno 86. Praticamente una vita fa.
Per l'occasione la preside decise di allestire, oltre ai soliti giochi, anche una bancarella del libro, ovviamente improntato su titoli per ragazzi. Oltre ai classici stranoti dell'epoca (e vi ricordo che ai tempi non c'era né Harry Potter, né le Winx o la Bussola d'Oro), in un angolino del bancone facevano capolino una mezza dozzina di strani libri.
Sulle copertine accattivanti, caratterizzate dalla mitica fascetta blu, dei mostri minacciosi sfidavano noi piccoli lettori a vincere la paura e a prendere in mano quei volumi. Nel disinteresse quasi totale, io e un mio amico comprammo quello che la maestra ci spiegò essere un librogame.
Era il numero 3 della serie "Lupo Solitario", la più amata saga di sempre. Negli abissi di Kaltenland.
Per me quello fu un momento memorabile, anzi, storico.
Quei piccoli eventi che ti rimango impressi anche se per la maggior parte della gente non vogliono dire nulla.
Negli abissi di Kaltenland fu il mio ingresso nella narrativa di genere e nel mondo della fantasia.
Ingresso anomalo, ok, ma pur sempre un'iniziazione coi fiocchi.

I librogame, per chi non lo sapesse, erano libri in cui era possibile compiere delle scelte, condizionando così l'evolversi della storia e il destino del protagonista, impersonato dal lettore stesso. Ciò era possibile grazie alla suddivisione dei libri in vari paragrafi: alla fine dei paragrafi suddetti solitamente era possibile effettuare una o più scelte ed essere rimandati ad un paragrafo specifico dove si potevano leggere le conseguenze generate dalla decisione presa.
Tra gli anni '80 e '90 vissero il loro momento di massima gloria, prima dei giochi di ruolo, dei videogames, di Internet. Proprio la Rete si portò via tutto, mietendo vittime a destra e a manca.
Molti miei amici avevano collezioni intere di librogame, e ci si "sfidava" a chi li finiva prima, si stilavano classifiche, facevamo quelle che ora chiamiamo pomposamente "recensioni".
Proprio oggi mi sono ricordato che circa 17-18 anni fa scrissi personalmente due librogame!
Uno era un palese clone di Lupo solitario (definiamolo "tributo"!), mentre il secondo era un librogame basato su Ken il guerriero.
Volete sapere il bello? Entrambi li scrissi a mano, su dei quaderni a quadretti comprati in cartoleria! Un lavoro improbo, altro che OpenOffice e strumenti informatici vari! Del resto ai tempi non avevo alcun supporto informatico, men che meno una macchina da scrivere.
Rileggerli mi fa sorridere, ma mi mette addosso anche tanta nostalgia dei tempi andati, e dell'innocenza perduta (ma c'è mai stata?).

Da dove nasce questo post?
Oggi sono entrato in Feltrinelli e mi sono trovato davanti i primi tre numeri di Lupo Solitario ripubblicati in versione expanded, con tanto di disegni nuovi e di oltre cento paragrafi extra scritti per l'occasione.
Un ritorno in forze di librogame? Non credo. Non è più il tempo, non ci sono le condizioni per farli funzionare. Ma è bello sapere che qualche ragazzino avrà ancora modo di scoprire questo piccolo grande mondo.
Un ragazzino come me: ho comprato "Negli abissi di Kaltenland", versione expanded.
23 anni sono passati, ma per un attimo mi sono ricordato perfettamente di quel giugno, armato di gomma e matita, a lottare contro i baknar nel continente più freddo del Magnamund.

Allora le macchine del tempo esistono...
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"Nelle distese ghiacciate delle terre di Kaltenland, dove un vento polare si accanisce senza sosta su ogni forma di vita, tu, Lupo Solitario, sei in caccia di Vonatar, il mago traditore, il gobbo infernale che ha messo le sue arti al servizio del Male. Dovrai scegliere il tuo percorso nel labirinto che si apre nei sotterranei di Ikaya, la fortezza di ghiaccio. Dietro ogni pagina puo'celarsi un agguato mortale, ad ogni passo metti in gioco la tua vita e il successo della tua missione."
 

riflessioni, ricordi di un'estate, librogame, scrittura

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