Umani vs Mostri: Vampiri (occidentali e dell'est europeo)

May 11, 2009 14:41




Il vampiro compare in quasi tutte le tradizioni, fin dagli albori della civiltà umana. Oggi tratteremo il più conosciuto genere di vampiro: quello occidentale, radicato alla tradizione mitteleuropea e slava, ma da tempo attecchito anche in tutta l'America del nord.
Solitamente questo essere è un morto che torna dalla tomba per succhiare il sangue ai vivi. In altri casi si tratta di creature sospese tra la vita e la morte, la cui sopravvivenza è legata proprio al consumo abituale di sangue per poter nutrire il parassita che vive come un simbionte nell'organismo umano.

Caratteristiche distintive: secondo tradizione, i vampiri sarebbero riconoscibili da un pallore accentuato e dalla naturale ritrosia nell'esporsi alla luce solare (per loro letale, vedi dopo). E' anche vero che, nei tempi moderni, le caratteristiche fisiche di un vampiro sono facilmente occultabili con un normalissimo trucco estetico, in modo che essi possano agire indisturbati tra gli esseri umani.
Una finta credenza popolare riguarda gli specchi: in realtà sono pochi i vampiri che non riflettono la loro immagine (o che non vengono catturati da una pellicola fotografica). Anzi, la maggior parte di loro non ha nessun problema, nemmeno a livello psicologico, nel guardarsi in uno specchio. 
Altro tratto distintivo di questi esseri è la virtuale immortalità, che li costringe di tanto in tanto a cambiare identità e dimora per non destare sospetti nei viventi con cui dividono il territorio. I vampiri più anziani vengono chiamati Maestri. Dalla loro hanno secoli di esperienza, un controllo totale sui poteri che possiedono e, solitamente, ampie basi economiche per pagare seguaci e per comprarsi dimore sicure dove nascondersi durante le ore diurne.
Spesso e volentieri un vampiro mantiene la sua intelligenza anche nel momento della trasformazione. Questo permette loro di attuare tutte le misure necessarie per preservare la nuova non-vita che li anima. Capita ogni tanto che qualche vampiro venga "difettato" dalla trasformazione. In tal caso la creatura sarà intontita, mossa da istinti basilari (nutrirsi, sfuggire alla luce del sole), ma incapace di altri comportamenti "civili", e quindi più facilmente individuabile. Se l'artefice della trasformazione è un Maestro, questi provvederà a eliminare il nuovo nato non in grado di badare a se stesso. Qualunque cosa abbiate visto nei film, la segretezza è l'arma più utile ai non-morti, per questo cercheranno di preservarla a ogni costo.
Ovviamente il tratto distintivo più noto di tali creature è la necessità di nutrirsi di sangue. Alcuni di loro, desiderosi di non uccidere i mortali, tentano dapprima di sostentarsi col sangue animale. In realtà tale apporto energetico è del tutto insufficiente per la sopravvivenza di un vampiro, che quindi verrà presto obbligato dalla sua stessa fame a procurarsi del vero "cibo".

Poteri e armi: sui vampiri c'è una grandissima confusione riguardo ai loro presunti poteri. Molti di questi variano da ceppo a ceppo, mentre altri sono totalmente inventati, oppure confusi con la biologia di altri mostri. Il caso più evidente è la trasformazione in animali. Non sono in pochi coloro che credono il vampiro capace di trasformarsi in lupo o pipistrello, ma pare che tale potere sia esclusiva di pochissimi Maestri, mentre per il resto si fa confusione con i "cugini" licantropi.
Su alcuni poteri invece concordano tutti gli esperti: il vampiro possiede una forza soprannaturale, un'agilità eccezionale e dei sensi più sviluppati rispetto ai mortali. Tutto questo fa di loro dei predatori temibilissimi, specialmente se incontrati di notte, il loro regno.
Altro punto che accomuna tutti i ceppi di vampiri europei e occidentali è il morso. Di solito queste creature sono dotate di canini retrattli in grado di bucare la pelle e le vene, da cui succhiare il sangue. Altri non morti dispongono di una dentatura ancora più temibile, composta da denti simili a quelli di certi canidi (per esempio i vukodlac serbi, i priculic rumeni e gli upyr russi). Il morso di un vampiro generalmente non infetta la sua vittima, anche se questo vale solo per alcuni ceppi di non-morti (mentre altri sono altamente contagiosi). Ciò che invece è comune a quasi tutti i vampiri è la capacità di infettare un mortale con il reciproco scambio di sangue. Il rituale della trasformazione, in realtà ancora ben poco conosciuto, prevede dunque che un non-morto faccia bere poche gocce del suo sangue alla vittima che vuole trasformare in un vampiro. L'infezione ha dunque così inizio e al momento del decesso il soggetto sorgerà dalla tomba come un nuovo nato.
Altri poteri riscontrati in diversi ceppi di vampiri comprendono una sorta di influenza ipnotica (o mesmerica), esercitabile semplicemente guardando negli occhi la vittima prescelta. Caratteristica tra l'altro presente in altri predatori (i grandi felini su tutti), ma ancor più accentuata nel caso dei non-morti.
O ancora: pur non essendo dei metamorfi naturali, diversi vampiri sono in grado di trasformare singole parti dei loro corpo, come ad esempio le dita in artigli o la rigenerazione di arti e tessuti danneggiati durante la caccia.
Altri ceppi vampireschi sono caratterizzati da poteri ancora più singolari, come gli strigoi rumeni, dotati di due cuori, oppure le erestun del Mar Baltico, in grado di uccidere le loro prede con la forza del pensiero canalizzata attraverso lo sguardo. Ma è impossibile elencarli tutti, anche perchè, nel corso dei secoli, è proprio il nosferatu ad aver assunto un ruolo predominante nella caotica bio-necrosfera vampiresca occidentale.

Punti deboli: anche qui, i diversi ceppi e sottogruppi di vampiri hanno vulnerabilità variabili, ma quasi tutte sono accumunati da almeno due talloni d'Achille.
In primis ogni vampiro ha un'avversione totale per la luce del sole. La maggior parte di essi muore nel giro di pochi secondi (o minuti, se si tratta di Maestri) se esposti a luce solare diretta. Anche i loro poteri sono notevolmente limitati se costretti a combattere sotto i temibili raggi ultravioletti. Altri non-morti non vengono distrutti dal sole, bensì cadono in uno stato catatonico tale che li rende vulnerabili e indifesi. Alcuni particolari vampiri riescono invece a sopravvivere se indossano pesanti protezioni (abiti pesanti, maschere e guanti, tute antiradiazioni), in modo da proteggersi le carni dall'esposizione diretta al sole. Va da sé che però ogni vampiro con un minimo di cervello cercherà di non scendere mai in battaglia durante il giorno.
Il secondo tallone di Achille è la vulnerabilità del loro cuore. Quasi tutti i vampiri possono essere distrutti distruggendo il cuore. Non è necessario, come recita invece la tradizione, utilizzare un paletto di legno. In realtà basterà un qualsiasi attrezzo appuntito in grado di penetrare la coriacea pelle del non-morto e di sfondare il cuore in modo tale da creare danni tanto estesi da impedire la rigenerazione cellulare. Proprio per questo è sconsigliabile l'uso di proiettili di calibro medio, a cui è preferibile l'uso di quadrelli, lance, coltelli o simili oggetti. Altre armi da fuoco potrebbero risultare efficaci, come ad esempio i fucili d'assalto dotati di proiettili dirompenti, anche se colpire il cuore a grandi distanze è ben più difficile di quanto si è portati a credere dai film d'azione. Proprio per questo, spesso e volentieri, l'unico modo sicuro per uccidere un vampiro è scagliarsi in una pericolosa mischia corpo a corpo o, preferibilmente, cercare la sua tana durante le ore diurne.
Un altro punto debole su cui molti esperti concordano è il fuoco. Avvolgete un nosferatu nella vampa di un (già citato) lanciafiamme, e vedrete che non avrà scampo, a dispetto di tutti i suoi poteri innaturali.
Molti uccisori di vampiri suggeriscono anche la decapitazione come sistema sicuro per distruggere un vampiro. Ciò è vero, anche se tagliare la testa a uno di questi mostri è ancora più complicato che impalarli. Inoltre, una volta decapitato, il non-morto dovrà essere bruciato, onde evitare spiacevoli resurrezioni postume.
Riguardo all'utilizzo di oggetti sacri per tenere a distanza i vampiri ci sono invece molte informazioni erronee assimilate dall'uomo comune. Croci, acqua santa, ostie benedette e miscellanee varie funzionano solo in casi molto rari: quando i vampiri erano già in vita molto religiosi (magari al punto da nutrire quindi un'avversione innata a ciò che prima rispettavano e veneravano), oppure quando appartengono a ceppi le cui origini derivano dalla magia nera. A tale categoria appartengono per esempio i murony valacchi, i kudlak dei Balcani e le erestun.
Tutti gli altri vampiri non saranno in alcun modo condizionati dall'ostentazione di croci o altri oggetti consacrati. Proprio tale erronea credenza popolare sta alla base delle morte di tanti sprovveduti cacciatori di vampiri.
Stesso discorso per quel che riguarda l'aglio e altre erbe protettive, utili solo in casi limitatissimi (ad esempio l'ubour bulgaro). Per il resto tali rimedi saranno del tutto inutili, se non controproducenti.

La reazione degli umani: La figura del vampiro è talmente radicata nell'immaginario comune che non è raro trovare dei mortali che simpatizzano per loro o che addirittura anelino a ingrossarne le fila. Attraverso la letteratura e il cinema, il vampiro è stato mitizzato quasi al punto da farne una figura romantica. Qualcuno ipotizza anche una pacifica convivenza tra viventi e non-morti, anche se in realtà questa è una pura mistificazione: necessitando di sangue umano per sopravvivere i mortali occuperanno sempre un gradino inferiore rispetto ai vampiri, che piaccia o meno. Ciò nonostante è interesse dei Maestri far sì che il numero dei loro "figli" sia rigidamente controllato, di modo che la segretezza della specie sia protetta, e che il bacino alimentare non rischi mai di esaurirsi.
Una figura piuttosto comune associata al vampiro è quella del guardiano diurno: esseri umani votati al male (solitamente studiosi di magia nera e necromanzia) che proteggono il non-morto durante le ore diurne, ricevendone in cambio soldi, conoscenza occulta e la promessa, un domani, di venire a loro volta trasformati.
In linea di massima si può quindi sostenere che gli umani provano un senso di attrazione-repulsione per i vampiri. L'importante è non dimenticarsi mai una considerazione di massima, valida a tutti gli effetti: noi, per loro, siamo stuzzichini deambulanti, né più né meno. Saperlo potrà salvarvi la vita più e più volte.

Letture consigliate: Dissertation sur les Apparitions des anges, des démons e des esprits et sur les revenants et vampires de Hongrie (Dom Augustin Calmet)
Film consigliati: Nosferatu il vampiro
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