Secondo un’indagine del Wall Street Journal fare il blogger negli Usa oggi è molto diffuso. Infatti pare che questa categoria abbia superato quella dei pompieri e dei baristi. Oltre 1 milione e mezzo di persone ne ricava reddito e per 400 mila persone è il primo lavoro
Mark Penn, giornalista del Wall Street Journal, il numero uno dei quotidiani finanziari al mondo, ha condotto un’indagine sui nuovi lavori nell’era dell’Informazione, Information Age, scoprendo che in un campio dei 20 milioni di blogger in America, compresi chi lo fa per passione o anche solo per divertimento, ce ne sono 1,7 milioni che ci guadagnano sopra. E per 452mila di costoro quei soldi sono la prima fonte di stipendio. Un risultato eccezionale aggiungo io. “Siamo diventati la nazione più noisily ostinated (traducendo alla lettera “rumorosamente ostinata nelle opinioni”) sulla faccia della terra”, ironizza Mark Penn, arrivando anche ad affermare che il blogging potrebbe essere quella che avrà il maggiore impatto e le maggiori conseguenze “sulla nostra cultura”. Se i giornalisti erano “il quarto potere, i blogger stanno diventando il quinto”.
E pensare che il blog era stato inizialmente concepito come un diario da tenere online e che divertiva molti. Oggi in effetti le cose sono molto cambiate. Il blog è diventato una preziosa fonte dove reperire notizie, ma soprattutto un luogo dove attingere opinioni e capire le tendenze. E mi sembra che questa sia la vera caratteristica di un blog. Essere un luogo dove poter condividere le proprie opinioni con chiunque lo voglia fare per comunicare le proprie idee, cercando di esprimere el meglio lo spirito del web 2.0. Personalmente sono stato mosso da queste motivazioni, il bisogno di comunicare e condividere. Certo se anche il mio blog dovesse avere migliaia o milioni di viste al giorno allora penserei anch’io a diventare blogger di professione, ma in Italia è ancora più difficile. Bisogna prima sposare l’idea culturale del web che ancora qui da noi latita, purtroppo. Basta guardare a come il web in questi ultimi mesi sia stato considerato per farsi l’idea che c’è ancora molto da fare. Anche se di blogger, professionisti, ce ne sono anche da noi e costituiscono fonte di saggezza per i principianti come me.
L’articolo del Wsj arriva ad ipotizzare anche che con centomila visitatori unici al mese un sito può guadagnare 75mila dollari all’anno (una previsione fin troppo rosea secondo me, o no?). Per un buon “post” i blogger possono prendere da 75 a 200 dollari, qualcuno può fare addirittura lo ’spokeblogger’, pagato dai pubblicitari per “bloggare” un prodotto. Una cosa simile a quella che fa BuzzParadise qui da noi.
E ancora che a breve il blog di Arianna Huffington, The Huffington Post, continuando a crescere ai ritmi attuali e a raccogliere pubblicità come in questo periodo, varrà più del Washington Post. Un’ulteriore conferma che la stampa tradizionale è in crisi.
(Fonte: La Repubblica)