Sinossi
L’agente dell’Interpol Louis Salinger e l’assistente del procuratore generale del distretto di Manhattan Eleanor Whitman sono determinati a portare in giudizio una delle banche più famose e potenti del mondo. Nel corso della loro indagine - tra Berlino, Milano, Istanbul e New York - scoprono che la finanza globale non si ferma di fronte ad attività illegali come vendita di armi, riciclaggio di denaro sporco e destabilizzazione di governi, pur di creare nuove aree di business. E che non ha alcuna intenzione di arrestarsi, neanche di fronte all’evidenza della legge…
Commento
Con "The International" abbiamo un bel ritorno al thriller finanziario-cospirazionista serio e documentato, con tanto di riferimenti fin troppo realistici all'attualità.
Abbandonando per una volta i cattivi da macchietta (non che - in generale - abbia niente contro di loro), "The International" ci presenta il vero nemico del genere umano in questo moderno e civilissimo terzo millennio: il sistema bancario internazionale.
Guerre, carestie, cambi di governo, correnti politiche, organizzazioni malavitose: tutto è riconducibile a queste rispettabili persone in giacca e cravatta che spostano ogni giorno capitali sufficienti per creare o abbattere un Sistema.
Un gioco sporco in cui l'obiettivo dei giocatori (le banche) è proprio quello di imbrigliare paesi, governanti (ma anche il loro oppositori) in quella terribile macchina di controllo che è il debito pubblico. Non per niente "chi controlla il debito, controlla il mondo", è una delle battute più riuscite del film. Chi la pronuncia? Luca Barbareschi, nei panni di un imprenditore italiano, fondatore di un partito (FUTURO ITALIANO, vale a dire F.I.), che presto potrebbe portarlo al ruolo di premier. Vi ricorda qualcosa?
Il film è un riuscito incastro di situazioni, indagini e colpi di scena. Si parte da un'indagine su una banca, per scoprire presto che gli affari di quest'ultima si intrecciano col commercio d'armi, coi giochi politici internazionali, con le organizzazioni malavitose su larga scala.
La complessità della trama non è - in effetti - per tutti. Vale a dire che questo film è sconsigliato a chi cerca solo qualcosa con cui distrarsi, un roboante circo fracassone fatto di sparatorie e inseguimenti.
Capire "The International" richiede attenzione e un minimo di conoscenza dei reali meccanismi che muovono l'economia e il potere.
Riguardo all'aspetto più "ludico" del film, non manca una certa dose di azione, ma anch'essa è resa con un certo realismo, giocando più sulla drammaticità del momento che non su scene particolarmente spettacolari.
Certo, c'è la sequenza della sparatoria al Guggenheim di New York, realizzata con tempistiche e inquadrature perfette. Questo può essere considerato il gioiellino "action" della pellicola, e sono certo che soddisferà chi non può fare a meno di piombo e sangue.
Clive Owen si conferma un attore di grande preparazione, credibile nei panni dell'agente Salinger, ossessionato da un concetto di giustizia che oramai sembra trascendere il Sistema in cui tutti noi viviamo, facciamo affari e proliferiamo. Quando c'è da sporcarsi le mani, Owen risulta anche un ottimo action-man, credibile quanto basta, sanguinante e coriaceo al punto giusto, senza eccedere in surrealismi alla Commando.
Ma non dimenticate che questo è un film puramente concettuale, in cui, tra l'altro, non ci sono dei buoni assoluti. Del resto è logico: si può affondare le mani nel marcio, nel letame, e riuscire al contempo a non sporcarsi?
La risposta, ovviamente, è no.
Consigliato a: chi ama i thriller intelligenti e gli intrighi a la Ludlum.
Sconsigliato a: chi cerca uno sparatutto di pura evasione.