Vademecum per scrivere un romanzo di genere (2- Fantascienza)

Jun 07, 2008 08:34



2 - Fantascienza 
Visto che il primo capitolo di questa sorta di “mega-dossier” sui romanzi di genere vi è piaciuto, ne propongo un secondo, dedicato alla fantascienza. Seguiranno (se ne varrà la pena ^_^) quelli sul fantasy e sul thriller e derivati. Fatevi bastare questo post per almeno tutto il week end :)

Direi di partire dalla definizione di cos'è la fantascienza. Ancora ci viene utile quella gran cosa che è Wikipedia: “La fantascienza (in inglese science fiction, Sci-Fi) è un tipo di narrativa (fiction) popolare di successo. Genere letterario al suo debutto, si è ben presto estesa ai fumetti, al cinema, alla radio e alla televisione, nonché ai videogiochi e ai giochi di ruolo. Nelle arti figurative è rappresentata soprattutto dall'illustrazione fantascientifica legata al mercato editoriale. La fantascienza ha come tema fondamentale l'impatto che una scienza e/o una tecnologia (attuale o immaginaria) avrà sulla società o sull'individuo. I personaggi possono essere umani, o anche alieni, robot, cyborg o mutanti; la storia può essere ambientata nel passato, nel presente o, più spesso, nel futuro.
Il termine è usato, in senso più generale, in riferimento a qualsiasi tipo di letteratura di fantasia che includa un fattore scientifico, comprendendo a volte ogni genere di racconto fantastico o fantasy. Tuttavia un certo grado di plausibilità scientifica rimane un requisito essenziale”.

Sottogeneri della fantascienza


Mentre l'horror è più omogeneo, la fantascienza si caratterizza da una molteplicità di sottogeneri molto variegati. Ne cito alcuni, tanto per darvi l'idea:

  • Cyberpunk

  • Space opera

  • Apocalittica

  • Ucronia

  • New Wave

  • Utopia/Distopia

  • Viaggio nel tempo

  • Fantapolitica

Come vedete, c'è di che sbizzarrirsi. Ovviamente ciascun sottogenere vive di più o meno successo in relazione a un determinato periodo storico. Una volta la space opera era la punta di diamante della fantascienza, col grande sogno dell'uomo: la conquista dello spazio. Con gli anni '80-'90 e, soprattutto, col nuovo millennio, la leadership del settore è stata conquistata dal Cyberpunk, e dal Postcyberpunk. In Italia il postcyberpunk è caratterizzato da un particolare movimento, il connettivismo, che in realtà nasce prendendo spunto dall'autore canadese Alfred E. Van Vogt. 
Un classico esempio di “passaggio del testimone” tra questi due filoni fantascientifici lo possiamo notare nel cinema: le icone degli anni '80 sono stati film come Star Wars e Alien, quelle di fine '90 e 2000 Matrix e la serie di animazione giapponese “Ghost in the shell”.
Un particolare sottogenere fantascientifico che non è mai passato di moda è quello catastrofico-apocalittico, che nasce dalla scuola britannica degli anni '40 (e anche se prima, per essere precisi), e arriva fino ai giorni nostri. Visto che è uno dei miei filoni preferiti, vi cito qualche autore che vale la pena di riscoprire: John Wyndham (“L'orrenda invasione”), John Christopher (“Morte dell'erba”, recensito qualche mese fa su questo blog), Wilson Tucker (“L'anno del sole quieto”). Se poi volete buttarvi sugli albori del genere, cercate “La nube purpurea”, di M.P. Shiel.

Stato di salute



Concentrandoci sulla letteratura, direi che il genere attualmente non gode di buona salute. Ne ho già parlato qualche settimana fa, ma vale la pena tornare sull'argomento, seppur brevemente. Occorre infatti specificare che non tutta la fantascienza va male. La vera crisi è infatti tipica della Space Opera, che oramai è un genere di nicchia, apprezzato da pochi, affezionati fan. Lo stesso spettatore che si va a vedere la nuova trilogia di Star Wars, solitamente non riesce a digerirsi un romanzo dello stesso genere (per quanto, a mio parere, Star Wars sia più assimilabile al fantasy che non alla fantascienza).
Il motivo di questa crisi è identificabile nel fatto che il lettore ama immedesimarsi, almeno in parte, in quel che legge e, attualmente, il tema del viaggio nello spazio interessa a pochi. La frontiera dell'esplorazione del sistema solare affascina ancora, ma solo teoricamente. Da quando l'uomo ha inviato sonde su Marte e su altri pianeti, non trovando nulla di “alieno”, l'attenzione e l'interesse per lo spazio è andato progressivamente diminuendo. Allo stesso modo, il concetto del contatto con l'extraterrestre è stato approfondito in decine e decine di romanzi, con (quasi) tutte le sfaccettature possibili, tanto che è difficile scrivere qualcosa di veramente originale in materia.
Viceversa, la fantascienza in stile Matrix solletica la fantasia del lettore, perchè oramai abbiamo quotidianamente a che fare con concetti quali la realtà virtuale, il Web, il fenomeno degli hacker e l'ipertecnologia delle comunicazioni.

Allo stesso modo gode di buona salute la fantapolitica, la cui definizione tecnica è questa: “è un genere narrativo trattato nella letteratura con la scrittura di romanzi e racconti, oppure un carattere o sfaccettatura di un genere cinematografico; tutti questi si fondano sul racconto dello svolgersi di avvenimenti politici di fantasia, ad esempio ambientati in un prossimo futuro, utilizzando riferimenti a fatti accaduti e persone esistenti presentati in forma romanzata. Non mancano tuttavia esempi, anche classici, di romanzi fantapolitici ambientati in un mondo immaginario, in cui si fa ampio ricorso all'allegoria o si attribuiscono a personaggi o popoli evidentemente inventati vizi e difetti che l'autore intende mettere alla berlina”.
Vi cito un romanzo su tutti, per rendervi l'idea: 1984, di George Orwell, vero capostipite del genere. 
“Se i fatti invece dicono il contrario, allora bisogna alterare i fatti. Così la storia si riscrive di continuo. Questa quotidiana falsificazione del passato, intrapresa e condotta dal Ministero della Verità, è necessaria alla stabilità del regime. [...] La mutabilità del passato è il dogma centrale.” (1984- G.Orwell)

Urania

 

In Italia è impossibile parlare di fantascienza senza citare Urania. Urania è una collana editoriale italiana di fantascienza. Nel 1952 la casa editrice Mondadori lancia con questo nome una collana di romanzi ed una rivista, ispirandosi per il nome a Urania, la musa dell'astronomia. La rivista (di racconti) finisce le pubblicazioni dopo soli 14 numeri, ma il nome rimane legato ai romanzi, che invece incontrano subito i favori del pubblico: il primo dei "Romanzi di Urania", Le sabbie di Marte di Arthur C. Clarke, esce il 10 ottobre 1952.
Nata per alternarsi decadalmente con la rivista (usciva il 10 e il 20 di ogni mese), la testata “I romanzi di Urania” diventa prima decadale poi, per un breve periodo, settimanale (1955-1956) e quindi quattordicinale, finché nel 1957 prende il semplice nome di Urania. Rimane quattordicinale fino al n. 766 (1979), allorché ridiventa settimanale, con una tiratura mensile che arriva a sfiorare le 100.000 copie. Torna quattordicinale con il n. 896 (1981) fino al 2004, quando l'uscita diventa mensile. Il ruolo di Urania nella lettura fantascientifica degli italiani - malgrado una rigida programmazione editoriale dello sviluppo in termini di pagine che comportava tagli anche non indifferenti del testo originale - è considerato rilevante: molti autori come Isaac Asimov, Ballard, Dick e tanti altri furono pubblicati per la prima volta in questi libri dal cerchio rosso in copertina.
Dopo oltre 50 anni di storia, Urania è tuttora in edicola. La collana ha inoltre istituito un concorso letterario, il Premio Urania, per opere inedite di fantascienza italiana. (fonte Wikipedia e altre)

Come scrivere buona fantascienza


I capisaldi per scrivere della buona fantascienza sono due: le idee e la documentazione. Ok, le idee servono per scrivere qualunque libro ma sono importanti in particolare per questo genere, che sulle idee ci campa. Cos'altro è la fantascienza se non il mettere alla prova la propria intelligenza, e quella dei lettori, immaginando “cosa potrebbe succedere se”...
E i “se” sono la prime cose che uno scrittore di fantascienza dovrebbe pensare. Cosa succedderebbe se l'uomo potesse viaggiare oltre il sistema solare? Cosa accadrebbe se incontrassimo un'altra forma di vita? Come sarebbe la vita se il nostro sole iniziasse a “spegnersi”? Eccetera eccetera...
Come ho sempre detto anche in passato, non occorre cercare l'originalità a tutti i costi, ma una buona idea ovviamente colpirà molto di più che non la solita vecchia trama riciclata. Non vorrete leggere dell'ennesimo libro sulla conquista di Marte, o ambientato sull'astronave che carica a bordo un alieno che germina nello stomaco dell'ufficiale medico?
La buona fantascienza necessita una sfida alla modernità, cercando di andare oltre. L'esempio più calzante può essere Matrix (che, se proprio vogliamo, non è nemmeno originalissimo), che pone l'accento sull'ibridazione tra realtà tangibile e realtà virtuale, e sulla convivenza uomo-macchina. Gli autori di Matrix non hanno fatto altro che prendere un argomento di stretta attualità (Internet e l'intelligenza artificiale) per mischiarlo con tematiche vecchie ma sempre attuali e attualizzate (la caverna di Platone).
Altro punto cardine per scrivere fantascienza è la documentazione. È molto stupido pensare di buttarsi in questo genere senza conoscere le fondamenta di cui ci si occupa. Volete scrivere un libro cyberpunk? Dovete conoscere l'informatica, e lo slang classico di questo sottogenere. Non vi basterà sapere accendere un PC, ma vi occorre un'infarinatura sul linguaggio di programmazione, i sistemi di sicurezza informatici, i virus, la realtà virtuale... queste menate qua.
State scrivendo un romanzo in cui i vostri eroi volano sul pianeta Vega B102 in cerca di un nuovo posto per fondare una colonia? Bene, vi occorre sapere (almeno in linea di massima) come hanno intenzione di terraformare il pianeta, in che modo la loro astronave ha percorso distanze così impressionanti, quale ecosistema vogliono ricreare nella colonia, come potranno comunicare con la Terra, etc etc.

Anche la fantascienza catastrofica non sfugge alla necessità di documentarsi. Ok, avete deciso di distruggere il pianeta con un enorme tsunami (purtroppo la Natura vi ha rubato l'idea, ma facciamo finta di niente). Sapete come nasce uno tsumani? Conoscete quali paesi hanno adottato contromisure efficaci contro questo tipo di disastro ambientale? Siete in grado di quantificare il potenziale danno economico, oltre che in termini di vite umane? Avete un'idea di come i vostri eroi potranno razionalmente cercare la salvezza, o intendete farli vagare qua e là come dei fessi?

Un esempio pratico


---> Punto di partenza del vostro romanzo: un grosso meteorite colpisce il Centro Europa, causando un cataclisma di immani dimensioni. Quando i soccorsi arrivano al punto d'impatto, si accorgono che il meteorite ha portato con sé delle spore batteriche che rischiano di causare una pandemia globale.

---> Idea: le spore batteriche sono in realtà state create da una razza aliena che ha sviluppato una civiltà basata sull'ingegneria genetica e non sulla tecnologia in senso stretto. Questi alieni diffondono le spore a -tot- anni luce dal loro mondo, in modo che possano ripulire i pianeti da eventuali parassiti (gli umani) per poi rimpiazzarli nel tempo con coloni della loro specie, che viaggiano nel cosmo attraverso enormi astronavi-alveari organiche. Ok, non sarà originalissimo ma può andare...

---> Documentazione: l'autore dovrà sapere quali danni può potenzialmente causare un meteorite di -tot- dimensioni cadendo nel bel mezzo dell'Europa. Dovrà poi informarsi su cosa sono e come si diffondono le spore batteriche. Gli occorrerà sapere quali sono le procedure d'emergenza standard adottate dai paesi colpiti. Infine, ma non certo per importanza, dovrà tratteggiare i dettagli riguardanti biologia, civiltà, società e punto di vista etico/morale degli invasori che hanno indirizzato la meteora sul nostro pianetuncolo.

Spero che l'esempio vi abbia dato un'idea sul come dovrebbe essere elaborato un romanzo di fantascienza che si distingua da un lavoro amatoriale e scontato.

Come proporre un romanzo di fantascienza a un editore


Semplicemente omettendo che si tratta di fantascienza. Chiamatelo come volete, fanta-thriller, romanzo catastrofico, fantapolitica, romanzo pulp, ma non usate la fatidica parola fantascienza, specialmente se siete esordienti: l'editore avrà un immediato mal di pancia e si guarderà bene nel pubblicarvi... a meno che, ovviamente, non si tratti di una casa editrice specializzata nel genere.

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