Re: Headshot - Roleplaymisako93November 28 2014, 22:51:43 UTC
--- Evelyn doveva ammettere che San Pietroburgo era una gran bella città. Nonostante il freddo e il chiasso nelle strade, il fatto che tutti gli edifici fossero molto bassi e le strade molto larghe, dava un'impressione di ariosità che raramente le metropoli avevano.
Peccato che Evelyn odiava il freddo. Visceralmente. Lo sentiva anche intabarrata nella vecchia pelliccia che la moglie del proprietario le aveva regalato, impietosita dalla loro (finta) storia di viandanti derubati.
Evelyn conosceva un po' di russo, ma non abbastanza da intrattenere una conversazione. Era davvero una fortuna che Ilya fosse con loro. Aveva passato tutta la serata a fare loro da interprete tra gli avventori della locanda che si erano incuriositi abbastanza da rivolgere loro la parola, ed era riuscito a convincere Alexandr Nikolaevich, il padrone di casa, a cedere loro una delle stanze più spaziose.
Non che avesse dormito un granché. Il letto era uno solo, per cui avevano dovuto condividere, e tra Axell che cercava di rubare tutte le coperte, e Ilya che sembrava intenzionato ad accaparrarsi tutti i cuscini, Evelyn si era ritrovata praticamente circondata. Era la prima e ultima volta che stava in mezzo a quei due.
"Notizie di Maddalena?" chiese ad Axell, che camminava di fianco a lei. Ilya era qualche passo più avanti, apparentemente impegnato a fare un confronto della mappa mentale della Pietroburgo che conosceva, e della città vecchia.
"Non ancora. Stanno cominciando a congelarmisi le chiappe. Sono già le undici e mezzo. A che ora aveva detto che ci avrebbe mandato il messaggio con la foto?" rispose, nascondendo uno sbadiglio dietro una mano guantata.
"Verso le undici. Ma non fidarti dell'ora di quei cellulari, è tremenda."
La sera prima Maddalena aveva mandato loro un sms con delle nuove coordinate. Corrispondevano alla piazza del Senato, per cui si stavano avviando in quella direzione. Per essere sicuri, aveva programmato il software perché la notificasse quando una nuova traccia veniva identificata nella linea temporale. Non lo avrebbero mancato questa volta. Per niente al mondo.
Avevano ormai raggiunto l'enorme piazza che si affacciava sul Neva, quando Axell richiamò la sua attenzione toccandole il braccio.
"Ah, ecco il messaggio di Maddalena," esclamò Axell, estraendo il cellulare dalla tasca e mostrandoglielo. Mike Turner era un uomo di mezza età con l'aria di uno che si beccava sempre i lavori più ingrati del mondo, i capelli biondo topo e un maglione orrendo.
"Bene. Speriamo che non si sia mimetizzato troppo bene, e che Anderson non lo becchi prima di no-"
Re: Headshot - Roleplaymisako93November 28 2014, 22:52:54 UTC
"Ehi, non è quel tipo?" chiese Axell, indicando.
Evelyn alzò lo sguardo. Dall'altra parte della piazza, proprio sotto la statua equestre, un uomo stava consultando un libro. Un uomo dall'aria stanca e i capelli biondo topo. Sbatté le palpebre. Dopo il primo errore, non si aspettava che le coordinate fossero così precise, ma non poteva sbagliarsi. Era proprio l'uomo della foto. Il che voleva dire che-
Ping.
-anche Anderson doveva essere nei paraggi. Non avevano idea di che faccia avesse, per cui avevano bisogno di tutti gli occhi disponibili per individuare persone dall'aria sospetta. Si girò verso Ilya, per comunicargli istruzioni, e improvvisamente le mancò il fiato.
Ilya aveva negli occhi uno sguardo che Evelyn conosceva bene; era lo sguardo del predatore che aveva preso di mira la preda, il cecchino che aveva trovato il momento adatto per il colpo, la frazione di secondo tra il battito del cuore e il respiro che era l'ingrediente segreto per un centro perfetto. Aveva la pistola sguainata, uno stridio dissonante nella piazza innevata, e la mascella rigida, il dito sul grilletto, pronto a sparare dove chiunque poteva vederlo.
Rapida come un fulmine, Evelyn lo colpì al polso, facendogli perdere la presa sull'arma. Ma prima che potesse rimproverarlo, afferrarlo per il bavero della giacca e scuoterlo finché la sua misera pelle si fosse staccata dalle sue inutili ossa, Evelyn commise un errore di calcolo, di cui non poteva prevedere la gravità.
Era normale istinto di qualcuno che per vivere cacciava prede umane, controllare la posizione della preda per ripristinare l'inseguimento in un altro momento. Non aveva nessuna ragione per non farlo. Eccetto che questa volta la preda sapeva perfettamente chi aveva alle calcagna, e sapeva perfettamente il vantaggio che aveva sul proprio inseguitore.
Evelyn guardò Anderson, e vide Adam, un sorriso malevolo sulle labbra, prima di sparire in una piega del tessuto spazio-temporale, come l'oscura visione, incerta e dubbia, di un demone durante un'alluvione.
Re: Headshot - RoleplaylisachanoandoNovember 29 2014, 00:53:23 UTC
Il disegnino d'apertura è DE-LI-ZIO-SO <3 Also Evelyn, la prossima volta fai bene a non dormire in mezzo perché qua ormai si vive solo in attesa del momento in cui Axell stringerà Ilya fra le sue possenti braccia convincendolo che non è etero PER NIENTE.
Evelyn doveva ammettere che San Pietroburgo era una gran bella città. Nonostante il freddo e il chiasso nelle strade, il fatto che tutti gli edifici fossero molto bassi e le strade molto larghe, dava un'impressione di ariosità che raramente le metropoli avevano.
Peccato che Evelyn odiava il freddo. Visceralmente. Lo sentiva anche intabarrata nella vecchia pelliccia che la moglie del proprietario le aveva regalato, impietosita dalla loro (finta) storia di viandanti derubati.
Evelyn conosceva un po' di russo, ma non abbastanza da intrattenere una conversazione. Era davvero una fortuna che Ilya fosse con loro. Aveva passato tutta la serata a fare loro da interprete tra gli avventori della locanda che si erano incuriositi abbastanza da rivolgere loro la parola, ed era riuscito a convincere Alexandr Nikolaevich, il padrone di casa, a cedere loro una delle stanze più spaziose.
Non che avesse dormito un granché. Il letto era uno solo, per cui avevano dovuto condividere, e tra Axell che cercava di rubare tutte le coperte, e Ilya che sembrava intenzionato ad accaparrarsi tutti i cuscini, Evelyn si era ritrovata praticamente circondata. Era la prima e ultima volta che stava in mezzo a quei due.
"Notizie di Maddalena?" chiese ad Axell, che camminava di fianco a lei. Ilya era qualche passo più avanti, apparentemente impegnato a fare un confronto della mappa mentale della Pietroburgo che conosceva, e della città vecchia.
"Non ancora. Stanno cominciando a congelarmisi le chiappe. Sono già le undici e mezzo. A che ora aveva detto che ci avrebbe mandato il messaggio con la foto?" rispose, nascondendo uno sbadiglio dietro una mano guantata.
"Verso le undici. Ma non fidarti dell'ora di quei cellulari, è tremenda."
La sera prima Maddalena aveva mandato loro un sms con delle nuove coordinate. Corrispondevano alla piazza del Senato, per cui si stavano avviando in quella direzione. Per essere sicuri, aveva programmato il software perché la notificasse quando una nuova traccia veniva identificata nella linea temporale. Non lo avrebbero mancato questa volta. Per niente al mondo.
Avevano ormai raggiunto l'enorme piazza che si affacciava sul Neva, quando Axell richiamò la sua attenzione toccandole il braccio.
"Ah, ecco il messaggio di Maddalena," esclamò Axell, estraendo il cellulare dalla tasca e mostrandoglielo. Mike Turner era un uomo di mezza età con l'aria di uno che si beccava sempre i lavori più ingrati del mondo, i capelli biondo topo e un maglione orrendo.
"Bene. Speriamo che non si sia mimetizzato troppo bene, e che Anderson non lo becchi prima di no-"
Ping.
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"Ehi, non è quel tipo?" chiese Axell, indicando.
Evelyn alzò lo sguardo. Dall'altra parte della piazza, proprio sotto la statua equestre, un uomo stava consultando un libro. Un uomo dall'aria stanca e i capelli biondo topo. Sbatté le palpebre. Dopo il primo errore, non si aspettava che le coordinate fossero così precise, ma non poteva sbagliarsi. Era proprio l'uomo della foto. Il che voleva dire che-
Ping.
-anche Anderson doveva essere nei paraggi. Non avevano idea di che faccia avesse, per cui avevano bisogno di tutti gli occhi disponibili per individuare persone dall'aria sospetta. Si girò verso Ilya, per comunicargli istruzioni, e improvvisamente le mancò il fiato.
Ilya aveva negli occhi uno sguardo che Evelyn conosceva bene; era lo sguardo del predatore che aveva preso di mira la preda, il cecchino che aveva trovato il momento adatto per il colpo, la frazione di secondo tra il battito del cuore e il respiro che era l'ingrediente segreto per un centro perfetto. Aveva la pistola sguainata, uno stridio dissonante nella piazza innevata, e la mascella rigida, il dito sul grilletto, pronto a sparare dove chiunque poteva vederlo.
Rapida come un fulmine, Evelyn lo colpì al polso, facendogli perdere la presa sull'arma. Ma prima che potesse rimproverarlo, afferrarlo per il bavero della giacca e scuoterlo finché la sua misera pelle si fosse staccata dalle sue inutili ossa, Evelyn commise un errore di calcolo, di cui non poteva prevedere la gravità.
Era normale istinto di qualcuno che per vivere cacciava prede umane, controllare la posizione della preda per ripristinare l'inseguimento in un altro momento. Non aveva nessuna ragione per non farlo. Eccetto che questa volta la preda sapeva perfettamente chi aveva alle calcagna, e sapeva perfettamente il vantaggio che aveva sul proprio inseguitore.
Evelyn guardò Anderson, e vide Adam, un sorriso malevolo sulle labbra, prima di sparire in una piega del tessuto spazio-temporale, come l'oscura visione, incerta e dubbia, di un demone durante un'alluvione.
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Also Evelyn, la prossima volta fai bene a non dormire in mezzo perché qua ormai si vive solo in attesa del momento in cui Axell stringerà Ilya fra le sue possenti braccia convincendolo che non è etero PER NIENTE.
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