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Re: ERROR 404 (ROLEPLAY) caith_vision November 26 2014, 17:51:11 UTC
Arya e Yuurei si voltarono verso la voce sottile - spiritata avrebbero detto - che aveva parlato, incontrando gli occhi semitrasparenti di Hailie che, a sua volta, li fissava inconsistente ed eterea come uno spettro.
Abbassarono l’attenzione al vino, ma esclusero subito l'ipotesi di essere ubriachi. Un paio di bottiglie non erano sufficienti a stordirli e questo significava soltanto una cosa:
«Hailie aveva una gemella!»
Ovviamente, non questa.

Avevano pensato fosse stato un sogno, un'allucinazione dovuta al disturbo post traumatico da stress nato dalla perdita di un’amica, ma il mattino li aveva accolti con il volto furioso della Sentinella ancora lì con loro, seduta - o più che altro fluttuante - sull'unica seggiola della stanza.

Il denaro era bastato appena per pagare un'unica squallida stanzetta, avevano diviso il letto e, nel sonno, l'amazzone aveva trovato conforto nel corpo caldo di Yuurei, spingendosi contro di lui e dormendogli addosso. La punta dei suoi capelli corti e corvini solleticava il collo dello Sciamano, mentre la lunghissima treccia che scivolava dal capo si mescolava con la folta capigliatura di lui, finendo stretta tra le sue dita lunghe.
Fu lui il primo a svegliarsi, con un peso che lo schiacciava al petto.
Piano aprì gli occhi. Alla luce del sole che filtrava da una finestra mezza sgangherata, notò le curve del corpo femminile di Arya sdraiata su di sé e il suo seno premuto contro il proprio petto. Gli ci volle qualche lungo istante in cui indugiò sulle sue forme, carezzandone la pelle dorata con la vista, prima di rendersi conto che non c'erano abiti a coprirla. Scattò seduto, spingendola via con violenza e coprendosi con le lenzuola, mentre la ragazza riapriva gli occhi.
«Perché continui ad attentare alla mia purezza?!» le urlò addosso. Che fosse maledetta lei e la sua totale mancanza di pudore!
«Argh! Puoi abbassare la voce di un'ottava? Ho la testa che mi sta scoppiando…» borbottò lei, sbadigliando nel mettersi seduta, senza alcun problema nel mostrare le sue grazie.
Stringendosi nel lenzuolo, Yuurei afferrò il primo indumento che gli capitò alla mano, lanciandolo all'amazzone, perché si coprisse.
«Gli dèi ti guardano e ti giudicano, svergognata!»
«Mhmmm, tra tutti gli sciamani figli dei fiori proprio il verginello doveva capitarmi.» sbuffò, infilandosi senza troppa cura la tunica dell'albino «Hei, finalmente hai messo su un po' di carne su quelle ossicina.» notò con piacere; nonostante l'altezza fosse quasi la stessa, le scivolò larga lungo i fianchi a dimostrazione di una muscolatura e una stazza più accentuata nel ragazzo.
Yuurei non commentò, invece le fece segno di togliersi di torno e permettergli di alzarsi dal letto ma, quando entrambi puntarono lo sguardo al resto della stanza, si ritrovarono a fronteggiare Hailie e la sua essenza spettrale.
«…»
«…»
*Non avete niente da dire?*
«…»
«…»
*Non vi sentite in colpa per quello che mi avete fatto?*
Arya schiuse le labbra.
Yuurei la imitò.
Si guardarono, bianchi in volto quanto le lenzuola.
«È… è una così bella giornata oggi, che dovremmo proprio passarla fuori all'aria aperta.» azzardò l'amazzone, con un sorriso forzato.
«Hai… hai ragione. E poi potremmo approfittarne per cercare un fabbro o un armeria per recuperare nuove armi.» le diede corda lo sciamano, sudando freddo e puntando lo sguardo ovunque non fosse il volto semitrasparente dell'ex-Sentinella.
*Smettetela di ignorarmi, bastardi!*

Una volta rivestiti ed usciti dalla stanza, avevano fatto di tutto per tenere la mente occupata: con un bagno caldo, una colazione parca e nell'inutile tentativo di impedire a Bubbolo Quartus di rubar loro quel poco cibo che si erano potuti permettere.
Hailie, ovviamente, non era scomparsa e il furetto aveva iniziato a trovare divertente balzarle attraverso, da un lato all'altro, con il pelo che si rizzava per il gelo della sua presenza.
Infine si erano messi alla ricerca di nuove armi, trovando con facilità la fucina del fabbro della città.
Seccata, Arya calciò un sassolino lungo la strada. Trattare con fabbri, mercanti e locandieri non era mai stato il suo forte e, considerato il temperamento focoso che condivideva con il compagno di viaggio, avrebbero certamente faticato ad ottenere delle armi decenti.

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