Re: [Glee] Blaine, Mercedes; Slice of Life; SAFE; 909morshireJune 28 2013, 11:35:29 UTC
Sospirò e si passò una mano tra i capelli, come al solito domati col gel. “Voglio che ascolti i miei demo.” Le disse e l’espressione di lei si fece subito seria, professionale. “Non sei esattamente il tipo di artista che cerca la mia agenzia.” Rispose. “Per favore, Mercedes. - Quasi supplicò - Perché sono il migliore amico di tuo marito, almeno.” Lei inarcò un sopracciglio, ma non fece commenti: evidentemente era abituata a persone che andavano da lei sfruttando vecchie amicizie, anche se era un errore e Blaine lo sapeva. Infine sospirò. “Ascolterò i tuoi demo, se vuoi. - Disse - Ma qui si creano delle popstar, Blaine, voglio che sia chiaro questo. Puoi diventarlo? Forse, o forse no. La voce certo non ti manca. Ma devi cambiare.” “Cambiare?” Chiese lui e Mercedes annuì. “Look, abbigliamento, atteggiamento... anche sessualità, se necessario.” Ci fu un momento di silenzio, poi Blaine gesticolò. “Mi stai chiedendo di cambiare tutto ciò che sono.” Constatò e lei si strinse nelle spalle. “Almeno pubblicamente, sì. - Disse - Io vendo persone che vendono dischi, Blaine, non soltanto la loro musica.” Lui lo capiva. Davvero, lo capiva. Era solo infuriato con se stesso, incapace di scendere a compromessi. Si alzò dal divano e Mercedes con lui. “Mi dispiace, Blaine.” Disse in tono contrito e lui le fece un sorriso triste. “Non farlo, è colpa mia. Ho avuto lo stesso problema praticamente in ogni fottuto posto dove sono stato negli ultimi dieci anni.” Si abbracciarono di nuovo e si congedarono da amici esattamente come si erano salutati quando lui era arrivato. Blaine avrebbe rivisto volentieri anche Sam, ma non se la sentiva di restare; aveva lasciato troppa amarezza tra quelle mura, un ultimo sogno infranto, e voleva tornare in Ohio il prima possibile - se non altro a Lima sapeva chi era: il tizio che serviva ai tavoli da Breadstix dopo aver sprecato il suo talento rincorrendo sogni che non si erano realizzati. Una volta uscito, un’ondata di caldo lo investì. Odiava il caldo e odiava Los Angeles. E odiava anche un po’ se stesso, il suo peggior nemico. Sospirò e decise che avrebbe vissuto le ultime ore che gli restavano in quella città fingendo di essere qualcun altro. Camminò per le strade immaginando di vivere la vita di qualcun altro che era diventato tutto ciò che desiderava e, quando riprese l’aereo, quell’altro che era stato lo lasciò lì a Los Angeles a realizzare sogni ormai vuoti.
LA told me, "You'll be a pop star, All you have to change is everything you are."
“Voglio che ascolti i miei demo.” Le disse e l’espressione di lei si fece subito seria, professionale.
“Non sei esattamente il tipo di artista che cerca la mia agenzia.” Rispose.
“Per favore, Mercedes. - Quasi supplicò - Perché sono il migliore amico di tuo marito, almeno.”
Lei inarcò un sopracciglio, ma non fece commenti: evidentemente era abituata a persone che andavano da lei sfruttando vecchie amicizie, anche se era un errore e Blaine lo sapeva. Infine sospirò.
“Ascolterò i tuoi demo, se vuoi. - Disse - Ma qui si creano delle popstar, Blaine, voglio che sia chiaro questo. Puoi diventarlo? Forse, o forse no. La voce certo non ti manca. Ma devi cambiare.”
“Cambiare?” Chiese lui e Mercedes annuì.
“Look, abbigliamento, atteggiamento... anche sessualità, se necessario.”
Ci fu un momento di silenzio, poi Blaine gesticolò.
“Mi stai chiedendo di cambiare tutto ciò che sono.” Constatò e lei si strinse nelle spalle.
“Almeno pubblicamente, sì. - Disse - Io vendo persone che vendono dischi, Blaine, non soltanto la loro musica.”
Lui lo capiva. Davvero, lo capiva.
Era solo infuriato con se stesso, incapace di scendere a compromessi.
Si alzò dal divano e Mercedes con lui.
“Mi dispiace, Blaine.” Disse in tono contrito e lui le fece un sorriso triste.
“Non farlo, è colpa mia. Ho avuto lo stesso problema praticamente in ogni fottuto posto dove sono stato negli ultimi dieci anni.”
Si abbracciarono di nuovo e si congedarono da amici esattamente come si erano salutati quando lui era arrivato.
Blaine avrebbe rivisto volentieri anche Sam, ma non se la sentiva di restare; aveva lasciato troppa amarezza tra quelle mura, un ultimo sogno infranto, e voleva tornare in Ohio il prima possibile - se non altro a Lima sapeva chi era: il tizio che serviva ai tavoli da Breadstix dopo aver sprecato il suo talento rincorrendo sogni che non si erano realizzati.
Una volta uscito, un’ondata di caldo lo investì. Odiava il caldo e odiava Los Angeles.
E odiava anche un po’ se stesso, il suo peggior nemico.
Sospirò e decise che avrebbe vissuto le ultime ore che gli restavano in quella città fingendo di essere qualcun altro.
Camminò per le strade immaginando di vivere la vita di qualcun altro che era diventato tutto ciò che desiderava e, quando riprese l’aereo, quell’altro che era stato lo lasciò lì a Los Angeles a realizzare sogni ormai vuoti.
LA told me, "You'll be a pop star,
All you have to change is everything you are."
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