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[Hannibal] Will Graham; AU, angst; SAFE; 437w. mikamikarin June 13 2013, 11:21:40 UTC
And you, why you wanna stay?
Oh my God! Have you listened to me lately?
Lately, I've been going crazy
[Some Night (intro), Fun.]

C’era una leggenda, una sorta di fiaba della buonanotte per i bambini disubbidienti, quella che raccontavano i genitori che non usavano le punizioni fisiche ma erano più subdoli, preferendo riempirli di incubi da cui poterli lavare con una mano fra i capelli e un bacio sulla fronte. Solo Will ne rimaneva affascinato, tanto da chiedere più volte in una sola notte alla mamma di raccontargliela, e quando ebbe quattordici anni la mise per iscritto, quando iniziò a crederci per davvero.
Nel bosco, la strada più veloce per arrivare dal villaggio alla città, nel mezzo sorgeva una villa che pareva abbandonata, le mura una volta bianche ora color intemperie, i rampicanti che si erano fatti strada indisturbati; ma al contrario di un reale edificio lasciato a se stesso gli animali non vi si avvicinavano, perché vi abitava il Cannibale, quello che trecento anni prima era stato il sindaco di quello stesso villaggio, amato e rispettato, ma che un giorno era stato posseduto dal Diavolo e aveva mangiato tre bambini prima di essere scoperto: poiché Satana era dalla sua parte nessuno era stato in grado di ucciderlo, ma aveva fortunatamente scelto la vita in esilio nel bosco. Nessuno lo aveva più visto - si diceva si cibasse di quelli della città, ed ecco perché nessuno prendeva la strada corta per arrivarvi.
Era solo una storia sciocca, gli ripeteva sempre sua mamma una volta arresasi al fatto che non avrebbe mai potuto spaventare suo figlio più di quanto lui non spaventasse se stesso e che le era impossibile salvarlo. (si sarebbe sempre maledetta per il giorno in cui aveva deciso di punirlo a quel modo per non aver rispettato la chiesa mettendosi ad urlare, ignara che non era in se stesso, e mai lo sarebbe stato, e per tutti i giorni in cui continuava a parlarne)
Ma Will non riusciva a toglierselo dalla testa: perché, se nessuno ci credeva, nessuno attraversava il bosco? Preferivano perdere un’ora per il giro lungo, trascinando il carretto per una salita. E perché nessuno aveva sfidato quel credo? Non era possibile che tutti fossero così soggiogati dalla paura da non poter mettere neppure un piede là. Se i bambini lanciavano un giocattolo a cento metri dal limitare del bosco lo lasciavano lì, se un figlio ubriaco vi si avvicinava il padre non lo recuperava. Non riusciva a smettere di pensarci, nel silenzio sentiva i meccanismi del suo stridere, senza dargli tregua.
Una notte, a diciassette anni, si ritrovò davanti agli alberi. Aveva di nuovo camminato nel sonno. Ma lì davanti, la luce della luna che chiazzava l’erba, decise di non pensare e di entrare.
Avrebbe trovato il Cannibale.

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