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[RPF Basket] Rudy Fernandez/Ricky Rubio; Slash, Fluff; SAFE; 565w waferkya February 21 2012, 01:09:52 UTC
Ci sono circa un miliardo di cose che un giocatore di pallacanestro di fama mondiale può decidere di fare, in quell’unico giorno in cui si ritrova miracolosamente libero da qualsiasi partita o allenamento, e, no, in effetti un miliardo non è sufficiente; ci sono interi universi di cose, ecco, che Ricky potrebbe andare a fare, con tutti i soldi e la notorietà e gli amici importanti che ha adesso, per cui Rudy proprio non riesce a capire come abbia fatto a scegliere proprio la più stupida, la più insensata, la peggiore in assoluto. Ci vuole del talento, seriamente.

«Eddai,» ride Ricky, allungando una mano per strizzargli un ginocchio. «Non fare il vecchio, Rodolfo, sarà divertente!»

Quando Rudy si volta per guardarlo male, - gli ha dato del vecchio e l’ha chiamato Rodolfo nella stessa frase? Oh, il ragazzino è proprio in cerca di guai, - Ricky ha la faccia di bronzo di fargli l’occhiolino, furbo ed eccitato. Insiste, persino, a strizzargli il ginocchio, anzi pensa bene di risalire un poco verso la coscia, cosa per cui rischiano d’infilarsi molto drammaticamente nel bagagliaio dell’auto che li precede in fila al semaforo, e Rudy pensa, ok, ok. Ok.

Va tutto bene. La situazione è sotto controllo. Ed è vero, eh, va tutto bene e la situazione è sotto controllo sul serio, finché tiene gli occhi sulla strada. Perché poi, di nuovo, si volta verso Ricky, solo che stavolta lo guarda per bene, stavolta lo guarda con attenzione, e Ricky è ridicolmente bello, mentre guarda fuori dal finestrino sorridendo con l’aria di aver appena scovato un barattolo di Nutella che non finisce mai, e con addosso quel suo stupido smoking cucito su misura del suo stupido, stupido corpo perfetto.

Rudy non riesce a non pensare a quanto più bello ancora sarebbe, con addosso nient’altro che quel sorriso.

Si schiarisce la gola, vagamente imbarazzato e vagamente propenso a fare inversione di marcia e tornare a casa; Ricky lo guarda, indovina i suoi pensieri e stringe un po’ gli occhi, compiaciuto.

«Non ci provare,» dice. «Cerca di essere un gentiluomo, per una volta.»

E Rudy è piuttosto sicuro del fatto che un gentiluomo non si sarebbe mai aggrappato alle sue spalle conficcandogli le unghie nella pelle e implorandolo, a voce alta e lamentosa e ricca di piacere e di voglia, di dargli di più, di prenderselo più forte e più veloce e ancora, ancora, oh, Rudy, Rudy, Rud--- ah! E Rudy è piuttosto sicuro, poi, anche che un gentiluomo non avrebbe mai ridotto il suo bagno all’apocalittico disastro che Ricky è riuscito a combinare nei venti minuti che s’è preso per farsi una doccia.

Infine, Rudy è piuttosto sicuro che un gentiluomo non esca di casa con l’unico intento di imbucarsi al ballo di fine anno del primo liceo che gli capiterà sulla strada, e questo solo perché un ragazzino iperattivo e incontrollabile aveva voglia di vedere se i prom, nella vita vera, sono proprio uguali uguali a quelli dei film.

Il semaforo diventa verde, una trentina di macchine più avanti. Mentre avanzano lentissimi, Rudy azzarda ancora un’occhiata a Ricky, che ha praticamente appiccicato la faccia al parabrezza per scrutare il proprio riflesso e sistemarsi la frangetta, e sospira tra sé.

È piuttosto sicuro che un gentiluomo non pigerebbe mai bruscamente sul freno, spedendo Ricky a sbattere la faccia contro il vetro, rischiando che si faccia male davvero o che, Dio non voglia, si rovini la messa in piega delle ciglia. Ma Rudy non è un gentiluomo, no?

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