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Re: [RPF Calcio] Totti, De Rossi/Borriello; Slash, Fluff, Commedia; SAFE; 1149w waferkya February 20 2012, 22:17:09 UTC
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«Nu’ je dovresti da’ er tormento, Marco, lo sai com’è fatto Francesco. Me lo prometti, che lo lasci sta’?»

Daniele sta apparecchiando la tavola, ordinato e preciso e misurando bene che i coltelli siano allineati con il bordo dei tovaglioli, come piacerebbe tanto alla madre di Marco, e Marco ridacchia, strappa via il coperchio di cartone della prima pizza. Gli pare che stiano mangiando solo pizze, ultimamente.

«Sei veramente stronzo,» dice, mettendo da parte l’ortolana di Daniele e demolendo la scatola della propria. «Sei quello che si diverte di più a guardarlo quando pare che gli debba saltare una vena.»

Daniele alza gli occhi dalla tavola e per un momento lo guarda; poi, quasi esitando, gli concede un più che raro sorrisone scemo e spensierato.

«È vero,» ammette, e Marco mette giù la pizza e va a baciare via dalla sua faccia quell’espressione tanto insolita e bellissima, solo che, quando si allontana, si accorge che il sorriso di Daniele non s’è stretto neppure un po’ e, beh.

Valgono bene la sanità mentale di Francesco, questa suprema contentezza che brilla negli occhi chiari di Daniele, e la stretta possessiva delle sue mani sui fianchi di Marco.

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Francesco ci lavora per una settimana intera, al coraggio di andare da Marco e chiedergli cos’è che Daniele gli ha raccontato, - e soprattutto perché l’abbia fatto, Dio santo, ma s’è impazzito? Danielino dovrebbe essere quello intelligente, tra loro due, - ma ogni volta che si ritrova un momento da solo con lui o le parole gli crepano in gola, oppure si rende conto che non sono soli davvero, perché, a quanto pare, di questi tempi Daniele sta incollato a Marco peggio che un’ombra.

Finché un giorno, mentre si sta consumando il cervello e un po’ anche annegando sotto la doccia a Trigoria, Marco gli batte due dita su una spalla, e Francesco fa un salto per aria perché Cristo santo, non l’aveva minimamente sentito arrivare.

Marco fa un sorriso un po’ contrito e un po’ soltanto impertinente, la testa chinata contro il getto della doccia e gli occhi socchiusi per via dell’acqua che gli piove sul viso.

«Fra’, scusami,» dice, e Francesco non sa come riesce a non guardare più giù della sua faccia, però ce la fa, bravo che è. «Non è che mi passeresti lo sciampo?»

Francesco si congela, in cortocircuito, e poi, appena il tempo ricomincia a scorrere, lui avvampa da capo a piedi, tanto che quasi l’acqua gli evapora via di dosso. Senza neanche chiudere la doccia, fa dietrofront, afferra al volo l’accappatoio e scappa via dal bagno; sulla porta incrocia Daniele, te pareva, che si accorge che c’è qualcosa che non va, e lo ferma tenendolo per un braccio.

«Oh, tutt’apposto?» chiede, e Francesco, pur sconvolto com’è, si accorge del lievissimo ricciolo all’insù che disegnano le sue labbra, Cristo ma è un sogghigno divertito, quello; lo manda a farsi fottere, allora, dal profondo del cuore, però se gli chiedessero a farsi fottere in che senso, probabilmente non saprebbe rispondere.

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