Un brivido gli rotolò lungo la schiena. Castiel - la testa inclinata, le braccia abbandonate lungo i bianchi, la fronte accigliata - lo stava fissando. Niente di nuovo, insomma, ma essere scrutato con tanta intensità, mentre si portava il cibo alla bocca, era disturbante. Dean alzò gli occhi al cielo, seccato. Cristo, non era nemmeno libero di godersi quella delizia in santa pace. «Cosa?» sbottò, seccato e gli occhi dell’angelo si spostarono dalla sua bocca alla stecca di zucchero filato che stringeva in mano. Mio, fu quasi tentato di ringhiare Dean, il mio tessssoro - e, okay, magari questo era un po’ esagerato, ma andiamo, era il suo zucchero filato! «Vuoi assaggiarlo, moccioso?» si arrese, infine, spostando la stecca in mezzo a loro. Imitando i suoi gesti, Castiel prese un pizzico di nuvola rosa tra pollice ed indice. «È appiccicosa» constatò perplesso. «Capitan Ovvio è tra noi» sbuffò il cacciatore. «Mangiala, su» lo incitò, quando lo vide esaminare il boccone con insistenza. A furia di tenerlo tra le dita, lo zucchero si sciolse nella sua presa, creando un anello attorno all’indice. Castiel si portò il dito alla bocca, risucchiando all’interno la nuvoletta insieme a tutto il polpastrello. Il mugolio che gli sfuggì, quando lo zucchero si sciolse sulla sua lingua, era semplicemente osceno, e Dean… Dean non riusciva a smettere di guardare quelle labbra rosse tutte appiccicose di zucchero. C’era qualcosa di molto, molto, molto sbagliato in lui. Il piccolo pop che la sua bocca - indecente, oh, così indecente - produsse, quando rilasciò l’indice, lo fece quasi trasalire. Gli occhi blu dell’angelo erano socchiusi per il piacere e, quando si allungò per prendere un altro boccone, Dean non riuscì a fermarlo.
Dean alzò gli occhi al cielo, seccato. Cristo, non era nemmeno libero di godersi quella delizia in santa pace. «Cosa?» sbottò, seccato e gli occhi dell’angelo si spostarono dalla sua bocca alla stecca di zucchero filato che stringeva in mano.
Mio, fu quasi tentato di ringhiare Dean, il mio tessssoro - e, okay, magari questo era un po’ esagerato, ma andiamo, era il suo zucchero filato!
«Vuoi assaggiarlo, moccioso?» si arrese, infine, spostando la stecca in mezzo a loro.
Imitando i suoi gesti, Castiel prese un pizzico di nuvola rosa tra pollice ed indice. «È appiccicosa» constatò perplesso.
«Capitan Ovvio è tra noi» sbuffò il cacciatore. «Mangiala, su» lo incitò, quando lo vide esaminare il boccone con insistenza.
A furia di tenerlo tra le dita, lo zucchero si sciolse nella sua presa, creando un anello attorno all’indice. Castiel si portò il dito alla bocca, risucchiando all’interno la nuvoletta insieme a tutto il polpastrello. Il mugolio che gli sfuggì, quando lo zucchero si sciolse sulla sua lingua, era semplicemente osceno, e Dean… Dean non riusciva a smettere di guardare quelle labbra rosse tutte appiccicose di zucchero. C’era qualcosa di molto, molto, molto sbagliato in lui.
Il piccolo pop che la sua bocca - indecente, oh, così indecente - produsse, quando rilasciò l’indice, lo fece quasi trasalire. Gli occhi blu dell’angelo erano socchiusi per il piacere e, quando si allungò per prendere un altro boccone, Dean non riuscì a fermarlo.
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