La biblioteca, che Billy ci è arrivato d'istinto, perché è ancora Billy Beckett però già incomincia ad essere Bible, un pochino, gli è bastato quel bacio di Daniel, è cominciata così, tu boca ya sin luz para mi muerte, la biblioteca è più polverosa e buia della topaia in cui Billy vive a Seattle, della topaia che Bible lascerà ad imbruttirsi ancora a Seattle. L'aria è ferma, non c'è un rumore e persino i libri sembrano morti. Daniel cammina tra gli scaffali chiamando ogni scheggia di legno per nome, e dietro di lui sembra che venga la vita; sorride appena, poi, quando incontra il suo vecchio amico Karl Popper, e tira uno schiaffo a Charles Dickens non appena se lo trova davanti. Trascina Billy in fondo in fondo in fondo in fondo al corridoio più stretto, dove si vede il muro e c'è una crepa che sembra un artiglio che piove giù dal soffitto e s'incunea nel pavimento. Billy la guarda, per un momento soltanto, i polmoni pieni di polvere e lo stomaco pieno di niente, e pensa a Seattle, pensa all'aereo che non hanno preso, pensa che ha voglia di leggere, pensa che ha voglia di Daniel, e Daniel, che non è Bible neppure lui, però è Daniel, Daniel, Daniel lo sa, lo capisce, e gli si preme addosso, in mezzo ai libri, lo bacia, come se stesse morendo. Billy preme più forte che può il pollice contro il tatuaggio sul suo fianco, perché gli piace il modo in cui il livido si confonde con le lettere, le parole di Lorca marchiate e nascoste dall'ombra possessiva delle sue dita.
La biblioteca, che Billy ci è arrivato d'istinto, perché è ancora Billy Beckett però già incomincia ad essere Bible, un pochino, gli è bastato quel bacio di Daniel, è cominciata così, tu boca ya sin luz para mi muerte, la biblioteca è più polverosa e buia della topaia in cui Billy vive a Seattle, della topaia che Bible lascerà ad imbruttirsi ancora a Seattle.
L'aria è ferma, non c'è un rumore e persino i libri sembrano morti. Daniel cammina tra gli scaffali chiamando ogni scheggia di legno per nome, e dietro di lui sembra che venga la vita; sorride appena, poi, quando incontra il suo vecchio amico Karl Popper, e tira uno schiaffo a Charles Dickens non appena se lo trova davanti. Trascina Billy in fondo in fondo in fondo in fondo al corridoio più stretto, dove si vede il muro e c'è una crepa che sembra un artiglio che piove giù dal soffitto e s'incunea nel pavimento. Billy la guarda, per un momento soltanto, i polmoni pieni di polvere e lo stomaco pieno di niente, e pensa a Seattle, pensa all'aereo che non hanno preso, pensa che ha voglia di leggere, pensa che ha voglia di Daniel, e Daniel, che non è Bible neppure lui, però è Daniel, Daniel, Daniel lo sa, lo capisce, e gli si preme addosso, in mezzo ai libri, lo bacia, come se stesse morendo.
Billy preme più forte che può il pollice contro il tatuaggio sul suo fianco, perché gli piace il modo in cui il livido si confonde con le lettere, le parole di Lorca marchiate e nascoste dall'ombra possessiva delle sue dita.
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