[Glee] Blaine/Kurt, R, slash. 292w melting_lullabyOctober 11 2011, 20:55:54 UTC
... ma guarda te se mi tocca scrivere Klaine.
“Quello era di mia madre,” dice Blaine, accennando allo spartito che Kurt, seduto sul panchetto, tiene in mano. Kurt fa per riporlo sul leggio, ma lui gli fa cenno di no. “Guardalo pure, a lei farebbe piacere. Nessuno lo tocca da anni.” “Suonava?” chiede Kurt, volgendo lo sguardo dal petto nudo di Blaine che si intravede dalla camicia aperta e sfogliando con grande cura le vecchie pagine un po' ingiallite piene di intricatissimi arpeggi che lui non saprebbe mai decifrare. Blaine posa le dita sul legno lucido del pianoforte a coda che fa bella mostra di sé nella casa degli Anderson, a Westerville, e ne segue le linee morbide e sinuose fino alla tastiera, davanti alla quale Kurt è seduto. “Qualche volta,” risponde “Le sarebbe piaciuto farlo di più, ma non aveva mai tempo. E' per questo che ha fatto prendere lezioni a me, suppongo.” Kurt gli sorride. “Mi suoni qualcosa?” Blaine si siede e le sue dita scivolano subito leggere sui tasti, strappando allo strumento una melodia dolce che non ha mai sentito. Kurt riapre gli occhi solo quando Blaine si ferma all'improvviso, su una nota il cui gemito si perde nella stanza. “Perché ti sei fermato?” “Mi hai distratto tu,” sorride Blaine, allungandosi a sfiorargli le labbra. “Mi sono voltato a guardarti e ho perso il filo.” Kurt sente la pressione delle sue dita e si chiede se sia la stessa che imprime sui tasti, se le sue mani scivoleranno sul suo collo con la stessa facilità con cui lo fanno sulla tastiera. Se sia capace, e arrossisce al pensiero, di strappargli di bocca gli stessi sì di un pianoforte. Blaine deve leggergli nel pensiero o, come sempre, condividerne di simili. “Vieni di là?” Chiede, prendendolo per mano. Kurt annuisce.
Guarda te se ti tocca scriverlo in un modo che me lo fa pure piacere, poi. *piange in un angolo* Tie', FacciaDaTriglia!Blaine, per punizione. *indica icon*
“Quello era di mia madre,” dice Blaine, accennando allo spartito che Kurt, seduto sul panchetto, tiene in mano. Kurt fa per riporlo sul leggio, ma lui gli fa cenno di no. “Guardalo pure, a lei farebbe piacere. Nessuno lo tocca da anni.”
“Suonava?” chiede Kurt, volgendo lo sguardo dal petto nudo di Blaine che si intravede dalla camicia aperta e sfogliando con grande cura le vecchie pagine un po' ingiallite piene di intricatissimi arpeggi che lui non saprebbe mai decifrare.
Blaine posa le dita sul legno lucido del pianoforte a coda che fa bella mostra di sé nella casa degli Anderson, a Westerville, e ne segue le linee morbide e sinuose fino alla tastiera, davanti alla quale Kurt è seduto. “Qualche volta,” risponde “Le sarebbe piaciuto farlo di più, ma non aveva mai tempo. E' per questo che ha fatto prendere lezioni a me, suppongo.”
Kurt gli sorride. “Mi suoni qualcosa?”
Blaine si siede e le sue dita scivolano subito leggere sui tasti, strappando allo strumento una melodia dolce che non ha mai sentito. Kurt riapre gli occhi solo quando Blaine si ferma all'improvviso, su una nota il cui gemito si perde nella stanza.
“Perché ti sei fermato?”
“Mi hai distratto tu,” sorride Blaine, allungandosi a sfiorargli le labbra. “Mi sono voltato a guardarti e ho perso il filo.”
Kurt sente la pressione delle sue dita e si chiede se sia la stessa che imprime sui tasti, se le sue mani scivoleranno sul suo collo con la stessa facilità con cui lo fanno sulla tastiera. Se sia capace, e arrossisce al pensiero, di strappargli di bocca gli stessi sì di un pianoforte.
Blaine deve leggergli nel pensiero o, come sempre, condividerne di simili. “Vieni di là?” Chiede, prendendolo per mano. Kurt annuisce.
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... ma guarda te se mi tocca scrivere Klaine.
HO RISO IRL. *ride ancora* *rotola a scrivere*
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