Ci siamo, ragazzi! La Notte Bianca Referendaria parte adesso, e si concluderà fra una trentina di ore, alle 15.00 precise di lunedì. E... ricordate che vi abbiamo promesso qualcosa di particolare dedicato al voto? Ebbene, se andrete a votare (se? Andate a votare!) e riuscirete a scansionare la vostra tessera elettorale/farle una foto/screencapparla
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Il cuore di Blaine si riempì di gioia, il bambino con gli occhi azzurri ora aveva un nome ed era stato il primo ad avvicinarglisi; prese una delle farfalline e gliela porse.
“Te la regalo,” disse, prendendogli la mano e appoggiandola su di essa.
“Grazie!” Kurt la toccò come se fosse un piccolo tesoro di cristallo, fragile ed importante.
Blaine lo guardo con sincera felicità, ci fu un secondo di silenzio in cui il piccolo Hummel aveva fossilizzato lo sguardo sulla creaturina di carta. Kurt si allontanò un poco dal suo banco non appena suonò la campanella per l’inizio della seconda lezione di quella giornata, ma prima che potesse esser troppo lontano, Blaine afferrò la sua mano con paura, paura che quello potesse essere solo uno sfuggevole momento.
“Se diventi mio amico ti faccio tutte le farfalle che vuoi!” gli disse, urlando più del dovuto quelle parole. Il cuore di Kurt si fece piccolo piccolo dall’emozione; annuì.
“Voglio essere tuo amico, anzi, lo ero già dal momento in cui ti ho visto solo in questa aula durante la ricreazione la prima volta, sapevo che avevamo qualcosa in comune,” disse, semplicemente, guardandolo dritto negli occhi e sentendo ancora la mano stretta alla sua.
Blaine lasciò la presa ed il suo cuore tornò a battere normalmente. Non aveva mai provato una sensazione del genere; inconsciamente, diventare amico di quel bambino era diventato il suo più grande sogno e si era avverato.
Kurt tornò a sedersi, mettendo sul proprio quaderno la farfallina di carta ed osservandola sognante, Blaine lo notò. Si scambiarono uno sguardo colmo di innocenti sentimenti.
*
“Non ci posso credere, ce l’hai ancora!” Blaine era a casa di Kurt, seduto sul suo letto e stava curiosando con gli occhi tra le varie mensole della sua libreria.
“Che cosa?” chiese, togliendosi l’asciugamano dai capelli, visto che era appena uscito dalla doccia.
“La farfallina di carta che ti regalai la prima volta che ci siamo parlati!”
Kurt annuì, contento. Erano cambiate molte cose, ormai erano passati dieci anni e la loro semplice amicizia, beh, si era trasformata in qualcosa di più.
La farfallina era stropicciata e la carta ingiallita, ma Blaine era felice di sapere che il ragazzo non l’aveva buttata e probabilmente aveva provato a costudirla con cura.
“Non posso buttare il ricordo più prezioso che ho. La vita non mi ha mai dato niente di meglio... se non incontrare te. Eravamo, siamo, entrambi degli emarginati, ma insieme siamo forti, insieme possiamo… fare tutto. Ed io, quel giorno che mi avvicinai a te sapevo che il fatto che fossimo soli entrambi non era solo una coincidenza, eravamo destinati a stare insieme,” concluse, sedendosi sul letto accanto a lui ed intrecciando la mano con la sua.
“Ti va se proviamo a costruire qualche farfallina di carta assieme?”
“Sai che non so farle, Blaine…” rispose Kurt, un po’ dispiaciuto.
“Ti insegnerò io.”
“Allora direi che possiamo provare.”
Presero due fogli di carta bianca, Kurt tentava di imitare le mosse di Blaine, con un successo però più scarso. Il risultato finale non era soddisfacente, ma Kurt era felice di poter regalare la propria farfallina a Blaine.
“La costudirò con cura, come tu hai fatto con la mia,” gli aveva risposto, Blaine, e Kurt gli aveva sorriso, baciandolo dolcemente.
Non c’erano più banchi vuoti, non c’era più il senso di solitudine.
C’erano soltanto quelle farfalle di carta, accanto, a farsi compagnia.
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