Arena dei Gladiatori @ Notte Bianca - Post di Claim

Jun 10, 2011 18:39

Questo è il post di claim per l'Arena dei Gladiatori citata nel post della III Notte Bianca ( qui tutte le informazioni e il regolamento completo).

Tutti coloro che vorranno partecipare all'Arena dovranno lasciare un commento a questo post entro le 24 di sabato, commento che sarà nascosto agli altri partecipanti, in cui indicheranno i nomi dei ( Read more... )

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[Final Fantasy XIII] Vanille, Fang, PG crimsontriforce June 13 2011, 04:57:28 UTC
Vai Pinocchia, un giorno forse diventerai una fanfiction vera invece di un delirio insonne...
1001 parole, a prompt "Bussola fissa sull'est", con un tradimento, un colpo di scena da soap opera (...honestly, Nojima D: ) e "Non voglio vederti mai più". Tutto nella sua testa, ma ci sono molte cose che stanno solo nella testa di Vanille.

Orientamento immaginario su terra ferma

Vanille era tornata a casa. Non Oerba - quella era lontana, protetta, passata, una memoria preziosa - ma la sua vera casa, il mondo vibrante e selvaggio sotto i suoi piedi dopo cinquecento anni di esilio. L'aveva sognato, nel sonno di cristallo: il grande padre Pulse la accoglieva fra le sue braccia petrose e le sembrò in quelle ore di cammino di essersi risvegliata per la prima volta sotto il sole e gli odori freschi dell'erba alta. Saltò e si deliziò di sentirsi sprofondare nel terriccio. Tornò a sentirsi parte del dio e lo ringraziò in preghiera, sentendosi in comunione con l'anima segreta di tutte le cose. Le ombre, il vento, il muschio, gli strati rocciosi, le tracce sulla terra molle erano la sua bussola e poteva fidarsi delle loro voci oneste, lontane dall'incubo di Cocoon.
Il gruppo muoveva verso est lungo il canalone, alla ricerca di una speranza. Vanille trotterellava al seguito. Verso Archylte, poi chissà.

Non era Gran Pulse come lo ricordava. Meglio: era Gran Pulse come cercava di dimenticarlo, solcato da graffi e avvizzito dove Ragnarok aveva lasciato il suo tocco. Ma le memorie della distruzione erano ancora vivide - non era passata neanche una luna e poi solo un lungo sonno - e Vanille non riusciva a scrollare, dovunque posasse lo sguardo, la consapevolezza di essere una traditrice. Tradiva il suo focus a tenere tutto dentro, compresso dentro a una testa troppo stupida per capire cosa farne (non è finito, Anima? Cosa non ti abbiamo dato? Cos'altro vuoi prenderci?). Soprattutto tradiva Fang, che guidava la piccola spedizione poco avanti a lei. A ogni saltello Vanille riprendeva parte del distacco e arrivava a vedere, allungando il collo, il suo marchio stinto. Estinto.

Con la fantasia provava a immaginare per la loro vita un sentiero diverso da quello tracciato.
Faceva un passo più avanti ancora, raggiungeva Fang e si aggrappava a lei, rallentandola, lasciando Lightning o Snow o chi altri a fare da apripista mentre la sua protettrice tornava a essere tutta per lei. Nella sua fantasia riprendeva il discorso che cause di forza maggiore sembravano sempre interrompere da quando si erano ritrovate. Che si chiamavano fughe, scontri, aeronavi schiantate, esplorazioni. Che soprattutto si chiamavano Vanille, che quel discorso ce l'aveva fisso sulla punta della lingua e serrava i denti per non lasciarlo uscire. Ma doveva solo prenderla sottobraccio, lontana dalle orecchie altrui, e dirle che:

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