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La luce penetrava appena nel capannone in fondo al Racely Avenue, poco distante dal porto. Un uomo sulla quarantina d'anni era a terra, contro il muro come un topo messo alle strette dal gatto. La paura dipinta negli occhi, sapeva che era giunta la sua ora, ma l'istinto di sopravvivenza che c'è in ogni uomo emerse.
<> La voce smorzata dai tremiti, giunse tagliente alle orecchie della ragazza che gli stava puntando una pistola alla fronte.
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<> L'uomo alzò lo sguardo verso di lei con aria di sfida, non c'era più timore nei suoi occhi, ma un barlume di speranza. Voleva farla vacillare, sapeva che avrebbe potuto farlo solo psicologicamente e forse ce l'avrebbe anche fatta se non avesse aggiunto quelle ultime parole. <>
La ragazza sparò senza pensarci due volte, non poteva rischiare che si diffondesse la notizia. Erano anni che operava sotto copertura, badando bene a non rivelare la sua identità e non avrebbe gettato tutto al vento così facilmente.
***
Il suono dello sparo risuonò forte nell'aria. Riley era sdraiato sul sedile della sua Cadillac, si destò di scattò guardando verso il capannone. Era stanco e non vedeva l'ora di tornare a casa per fare una bella dormita. La giornata precedente era stata estenuante. Avevano trascorso tutta la notte in giro per locali squallidi alla ricerca di quell'uomo. Da qualche giorno girava notizia che un certo Carlos, avesse scoperto l'identità di Ray Spinner ed era disposto a vendere l'informazione al miglior offerente. Si erano messi immediatamente a lavoro su ordine del capo e dopo svariate ore l'avevano trovato. Sapendo che sarebbe stato avventato agire in mezzo a una folla, in un luogo pubblico e malfamato, Riley era riuscito a ottenere un appuntamento nel capannone della Racely Avenue. L'uomo troppo desideroso di portare a termine i suoi affari, non aveva sospettato nulla ed era caduto nella trappola. Giunti all'appuntamento, Ray aveva insistito per occuparsene da sola. Conoscendola sapeva che non ci sarebbe stato verso di convincerla e così accettò l'alternativa di aspettare in auto controllando il perimetro. Non era preoccupato per lei, era in gamba e Carlos era solo e poco astuto, ma ora che erano trascorsi ben 5 minuti dal rumore di quello sparo, la sua mente iniziava a immaginare il peggio non vedendola uscire. Non poteva più aspettare, scese dalla macchina e avanzò verso l'edificio. In quell'istante una figura snella e alta uscì a passo svelto dal capannone, riponendo la pistola nella fondina. Il sole le illuminò il viso e Riley potè constatare che il suo sguardo era teso, qualcosa la turbava.
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Ciao ragazzi! Chi non muore si rivede, ma causa esami è da giugno che non riesco a fare niente! Cercherò di recuperare il più possibile, finalmente ho un po' di tempo libero (gli esami sembrano davvero infiniti)! Siccome vado un po' di fretta evito di fermarmi a scrivere più scemenze di quante se ne possano leggere e vi posto il prologo della mia nuova storia. L'avevo annunciato a qualcuno tempo fa, ora eccolo. Spero possa piacervi. Mi aspetto critiche sincere, perchè si tratta di una storia che immagino da una vita, per questo motivo ero un po' restia a metterla su carta (carta virtuale) , in un certo senso la sento troppo mia, troppo intima per condividerla, ma soprattutto ho difficoltà a renderla nel miglior modo. Ecco a voi ragazzi... un saluto!