Nel primo episodio di questa stagione compare uno dei personaggi che credo sia tra i più universalmente amati di ER: Lucy Knight, dolcissima studentessa di medicina con un bel caratterino, al suo primo tirocinio in pronto soccorso. Credo che tutti conoscano la sua storia e comunque il grande spoiler su Lucy appartiene alla prossima serie, quindi per questa basti dire che lei e Carter non vanno propriamente d’accordo (lui è il suo mentore del tirocinio), ma alla fine trovano modo di far funzionare le cose, soprattutto perché, al di là degli scontri personali, Lucy è una studentessa molto in gamba. Si scambiano un bacio che ha fatto impazzire torme di fanwriter, ma i due decidono di non dargli peso, soprattutto visti i ruoli che ricoprono. Verso la fine della serie comincia la sua rotazione in psichiatria (attenta, Lucy…)
C’è da dire che il povero Carter è sicuramente abbattuto per la partenza di Anna, che non compare mai ma viene solo nominata a inizio stagione: ha deciso di seguire il suo non-più-ex ex-tossico e John non l’ha presa proprio benissimo. In questa serie finisce il periodo “Carter naive” e comincia quello “Carter dannato” che continuerà più o meno fino alla quindicesima serie. Questo personaggio conosce davvero tanti cambiamenti di personalità, tutti abbastanza ben sviluppati, durante lo svolgersi dei fatti, ma personalmente ho sempre preferito il Carter più leggero e ingenuo delle prime stagioni. Simbolo di tutto ciò è la lunga barba incolta che John sfoggia a inizio stagione, e che viene rasa al suolo qualche puntata più tardi dopo un caso piuttosto difficile.
Dopo aver perso, a causa di Lucy, la sua stanza nello studentato Carter subaffitta una camera niente di meno che a Kerry Weaver, e tra i due comincia una strana amicizia. È una delle prime volte che Kerry si apre, dopo Jeanie, con un collega (sottoposto, per di più). È uno sviluppo interessante di questi due personaggi, forse poco sfruttato.
Benton si dà da fare per Reece e la sua sordità; la sua storia con Elizabeth ha alti e bassi, ma alla fine termina proprio perché lui sente di doversi dedicare a suo figlio con maggior impegno e senza distrazioni. È un peccato, perché come coppia mi sono piaciuti sempre moltissimo. Lei inoltre vive momenti difficili perché è stata retrocessa a interna, nonostante le sue ottime capacità chirurgiche. Alla fine della serie Carla comunica a Benton di volersi trasferire in Germania con il marito e di voler portare con sé Reece, quindi Benton comincia una causa di affidamento.
Mark tratta Moubalage e sua moglie, un uomo di origini africane dal passato complicato. È una storia dolce e molto bella, nella scia delle “denunce sociali” di ER, un aspetto che ho sempre amato molto di questa serie. Di queste fa parte anche l’episodio 16, che divide idealmente a metà questa stagione (Doug è appena andato via): Benton viene mandato in una provincia abitata principalmente da neri, poverissimi, a sostituire il medico locale per un certo periodo. Inizialmente Peter si trova molto male, privo com’è di forniture mediche decenti, ma alla fine riesce a farsi amare e aiutare la popolazione, fino a portare con sé a Chicago una bambina che ha bisogno di un intervento cardiaco. Questo episodio è il primo a carattere medico che si svolge lontano da Chicago e, almeno per me, è chiaramente una prova degli sceneggiatori prima di introdurre il ciclo africano; evidentemente piacque al pubblico. Io non lo ricordavo affatto e l’ho apprezzato molto.
Kerry vorrebbe il posto di capo del pronto soccorso, ma per il momento viene nominata una tale Amanda Lee, che dura solo poche puntate: si scopre che è una psicopatica la quale ha fatto solo finta di essere un medico. Kerry, pur di non dare a te quel posto, lo darebbero perfino a me!
Kerry continua a cercare sua madre biologica senza risultati.
Veniamo, infine, a Carol e Doug. Anche in questa serie, inizialmente, ci sono mille momenti fluffosi e amorosi fra loro, di quelli che facevano la mia giornata quand’ero bambina (sì sì, solo quando ero bambina…). Dopo un ritardo mestruale imprevisto, i due cominciano perfino a programmare di avere un bambino. I dialoghi tra loro, perfino quando si dicono che tutto sommato potrebbero fare un figlio insieme, sono fissi nella mia testa da anni; sono una coppia così poco scontata! Li adoro e vi invito tutti a cercare su YT i video.
Doug comincia il suo progetto di pronto soccorso pediatrico, nonostante i paletti imposti da Kerry, e Jeanie chiede di poter collaborare con lui. Il progetto funziona bene finché non viene coinvolto nella storia di Joi, madre di un bimbo con una malattia terminale. La donna e suo figlio occupano praticamente tutta la prima metà della stagione; Carol e Doug fanno di tutto per aiutarli, perfino procurare una serie di macchinari per il controllo del dolore a domicilio; il bambino però soffre comunque moltissimo quindi Doug, senza coinvolgere Carol, svela alla madre il codice segreto per aumentare la dose di antidolorifici a livelli mortali, di fatto aiutando Joi a porre fine definitivamente alle sofferenze del bambino. Questa è evidentemente l’ultima infrazione delle regole che Doug può permettersi, e rassegna le sue dimissioni per trasferirsi a Seattle. Lui e Carol dapprima litigano perché, come sempre, Doug non ha pensato alle conseguenze: il macchinario era stato affittato tramite l’ambulatorio per poveri di Carol, che quindi rischia di chiudere lasciando senza assistenza tantissimi pazienti. Alla fine, però, Doug chiede a Carol di seguirlo a Seattle, ricominciare insieme da un’altra parte. Carol non vuole lasciare Chicago e la scena d’addio fra loro è b-e-l-l-i-s-s-i-m-a. Io l’ho guardata in italiano, inglese e francese per notare tutte le differenze di traduzione e le sottili implicazioni che una diversa sfumatura può implicare (“I love you” e “amore mio” non sono esattamente la stessa cosa, no?). Potrei forse fare un post da psicopatica apposta per tale analisi approfondita.
Pochi episodi dopo, Carol scopre di essere incinta di due gemelli e decide di portare avanti la gravidanza senza dire nulla a Doug, con il quale hanno deciso di non sentirsi per un po’.
E niente, la storia di Carol e Doug finisce così.
Per questa serie, almeno.
Verso la fine della stagione, Mark ed Elizabeth cominciano ad uscire insieme ed infine si baciano. L’inizio della loro storia è debole, poco passionale, calmo. Non me lo ricordavo e non mi è piaciuto molto, ma tutti sappiamo come andrà a finire.
Questa serie è particolare. L’ho amata e odiata in egual modo principalmente per la storia tra Doug e Carol; tutto il resto è interessante ma non accade niente altro di epocale. Ma non vi preoccupate… la sesta arriva presto e con lei tanto testosterone di pregevole qualità per rimpiazzare il fu George Clooney (qualcuno ha detto Croazia?), insieme a una quantità non indifferente di lacrime. A presto!