Jan 31, 2011 01:08
Mi sono trasferito qui nella Residenza Pacchioni nel 2008, dopo una lunga e penosa esperienza in un condominio popolare rumoroso e affollato.
Era uno di quei posti orrendi pieni di immigrati meridionali che passavano le giornate ad ascoltare la televisione ad alto volume e ad urlarsi addosso nei loro dialetti incomprensibili.
Potete immaginare la mia sofferenza nel dover continuamente interrompere i miei studi sugli sviluppi della difesa Philidor, non riuscendo a mantenere la concentrazione necessaria alla visualizzazione degli scacchi mentre dalle pareti mi arrivavano le urla beluine delle massaie che rimproveravano i loro rampolli, oppure il rumero delle litigate furibonde dei reality show.
Per anni avevo cercato inutilmente di far valere le mie ragioni, ma la mia attitudine mite e silenziosa mi aveva sempre impedito di impormi in quella terrificante guerra di urla e di accuse reciproche che viene comunemente chiamata "riunione di condominio", e a nulla erano serviti i miei biglietti affissi in bacheca, nei quali imploravo un minimo di rispetto.
Dopo anni di sofferenza, finalmente, la morte della mia adorata zia Celestina mi aveva garantito una piccola eredità e la possibilità di trasferirmi in una casa più adeguata.
MI sono quindi trasferito qui, in un trilocale al secondo piano di una moderna palazzina di sei piani costruita in una tranquilla zona residenziale circondata da giardinetti e deliziosamente silenziosa.
Ero fuggito dall'inferno per ritagliarmi il mio piccolo angolo di paradiso.
I miei coinquilini sono, da quel poco che ho potuto intuire, delle persone educate e rispettose.
Non che io abbia veramente avuto l'occasione di conoscerli molto bene, dato che il contatto più intimo che ho avuto con i miei vicini è stato un "buongiorno, faccia attenzione a non scivolare che si è formato del ghiaccio sul vialetto" da parte di una giovane signora bionda che mi ha incrociato mentre uscivo dal portone.
Non partecipo più alle riunioni condominiali, dato che non ho più niente di cui lamentarmi, e mi limito a pagare regolarmente il mio bollettino postale per contribuire alle spese di manutenzione dello stabile.
Gli unici inquilini con cui ho un qualche rapporto sono gli abitanti dell'appartamento subito sopra al mio, che non ricordo di avere mai visto, ma di cui ormai ho imparato a riconoscere le abitudini dai rumorini che mi arrivano tramite il soffitto.
Niente di particolarmente fastidioso, fortunatamente, solo qualche scalpiccio e un po' di rumore quando spostano sedie e tavoli.
Da quanto sono riuscito ad intuire, si tratta di una coppia composta da una ragazza che resta a casa tutto il giorno e un giovane che rientra sempre a casa ad orari assurdi, e che quindi probabilmente lavora come metronotte o qualcosa di simile.
Io ho l'abitudine di andare a letto presto ed ho il sonno molto leggero, quindi mi capita spesso di essere svegliato dal suo rientro a tarda notte.
Intendiamoci: riesco a sentire il rumore dei suoi passi solo perché la palazzina è completamente silenziosa, e il motivo del mio risveglio non è tanto il volume sonoro quanto l'implacabile certezza della sequenza di suoni che si ripete quasi ogni notte e che mi tiene con il fiato sospeso.
"Trik trak" la chiave che apre la porta, "pluc" la porta che si chiude, "trik trak" la chiave che chiude la porta, "Clop clop clop clop" i suoi passi che lo portano verso il bagno, "Sssshhhhhhh" l'acqua che scorre nella doccia, "gniiic gniiic" un leggero cigolio del letto che accoglie il suo corpo pesante e poi, quasi sempre, il rumore che mi tiene sveglio fino all'alba.
All'inizio è quasi inaudibile e si confonde con il brusio del frigorifero e il ronzio della caldaia, poi inizia ad essere più definito e comprensibile, e dopo qualche minuto rivela la sua natura copulatoria.
Il "tunf tunf tunf" del letto che sobbalza leggermente viene presto coperto da "aaaahhh aaaahhh aaaahhhh", un pesante ansimare della ragazza che viene posseduta dal suo uomo.
Gli ansimi si trasformano lentamente ma inesorabilmente in una rapide successione di grida soffocate "hiiin hhhiiin hiiin" che a volte crescono in volume fino a diventare un urlo liberatorio di godimento "AAAAHHHH".
Poi un leggero passo femminile, di nuovo la doccia, e a volte il rumore del mio vicino di casa che russa pesantemente.
Le prime volte mi svegliavo solo al momento dell'orgasmo della ragazza, senza riuscire a capire se avessi davvero sentito quel rumore o se me lo fossi sognato, poi a poco a poco ho iniziato inconsciamente ad anticipare la sveglia ai suoi precedenti, fino ad arrivare a spalancare gli occhi e ad avere il batticuore non appena percepisco il "Trik trak" delle chiavi.
A volte il rumore proveniente dal piano superiore è molto leggero e confuso, quindi la curiosità mi spinge ad alzarmi dal letto e ad utilizzare il vecchio trucco del bicchiere appoggiato allo stipite della porta per amplificare i suoni.
Ultimamente ho notato un cambiamento delle abitudini dei miei vicini, che sempre più raramente si concedono al piacere sessuale durante la notte.
"Trik trak", "clop clop clop", e poi direttamente il pesante russare dell'uomo.
La povera ragazza è probabilmente passata all'indegno piacere solitario, perché la sento ansimare durante il giorno, quando il suo fidanzato è al lavoro.
Io ho sempre avuto di ascoltare musica classica a basso volume durante il giorno, trovo che aiuti la concentrazione e il rilassamento. Bach è perfetto, quando si tratta di studiare una scacchiera e interpretarne le geometrie senza farsi distrarre dai rumori esterni.
Ma da quando mi è capitato di sentire la ragazza che ansimava di piacere durante il giorno, ho iniziato a tenere la musica a volume sempre più basso, non riuscendo ad evitare di drizzare le orecchie per percepire il benché minimo accenno di sospiro e perdendo ogni interesse per gli scacchi.
Un paio di volte mi è addirittura capitato di masturbarmi, immaginando questo corpo triste e nudo che si contorce di piacere in un letto vuoto.
So che dovrei sentirmi in colpa per averlo fatto, ma mi sono abituato a pensare che il piacere sessuale sia in qualche modo un giusto e doveroso risarcimento per l'inaudita intrusione di quei suoni nella mia quiete domestica.
Ieri sera è successa una cosa davvero strana ed inaspettata.
La ragazza era particolarmente coinvolta dalla sua attività di autoerotismo, urlava forte e faceva sobbalzare il letto come se fosse stata posseduta dal demone della lussuria.
Non riuscivo a capacitarmi di come potesse fare così tanto baccano da sola.
Ero talmente assorto nell'ascolto che quasi non mi sono accorto di un suono familiare.
"Trik Trak!"
Il fidanzato che rientrava inaspettatamente dal lavoro? Sarebbe stata probabilmente una bella sorpresa trovare la sua compagna in quello stato.
Intendiamoci, non che io abbia alcuna esperienza in questo tipo di cose, ma suppongo che tornare a casa e trovare la propria fidanzata a letto nuda che si tocca le parti intime debba essere davvero eccitante.
Stranamente, i passi non si sono diretti verso la camera da letto, ma verso la cucina.
"Cling cling", un rumore metallico, come se l'uomo stesse frugando tra i cassetti alla ricerca di qualcosa.
Io ero immobile, cercando di mantenere un contegno dignitoso, ma sentivo che le mie pulsazioni avevano ormai raggiunto una frequenza insostenibile. "Bum bum, bum bum, bum bum, bum bum!"
"Tum tum tum", un passo stranamente pesante e nervoso verso la camera da letto.
Poi un urlo selvaggio: "PUTTANA, TROIA, TI AMMAZZO!".
Sono sbigottito.
Una serie di colpi, delle urla inarticolate.
Ho sentito una voce maschile che urlava qualcosa, ma non mi sembrava quella del fidanzato.
Poi d'improvviso il silenzio.
Passi che vanno verso il bagno, l'acqua che scorre.
Non ho chiuso occhio tutta notte, mentre dal piano di sopra arrivavano dei rumori incomprensibili: colpi violenti, un tritacarne, forse un seghetto elettrico.
E poi l'acqua che scorreva nella doccia, e lo sciacquone del bagno premuto con ossessiva regolarità.
Credo che dovrò telefonare all'amministratore per lamentarmi della cosa.