[KILLING STALKING] Crazy little thing called love

Apr 03, 2019 22:06

 
Titolo: Crazy little thing called love

Fandom: Killing Stalking

Personaggi: Sangwoo/Yoon Bum

Genere: romantico (kiiiiind of????), erotico, horror (kiiiind of?!?!?)

Parole: 3067

Avvertimenti: spoilers sull’ultimo capitolo (anche se vabbè dai we been knew come sarebbe andata a finire), reincarnation!AU, universi paralleli, un po’ di gore, sequel (kind of!)

Note: Per il COW-T9, ultima settimana (waaah è l’ultima fic di questa edizione ç_ç), M5 con prompt “spirito”. Perché è una reincarnation AU.

E niente, questa idea mi ha folgorato quando ho trovato questo prompt su tumblr e tipo mi sono detta ieri che l’avrei scritta tutta oggi in tempo per la fine del cow-t. E poi è anche l’idea perfetta per fixare quel finale che insomma sì, per carità, l’avevamo visto arrivare da eoni nella sostanza, ma mi ha fatto TROPPO male. E questo prompt mi ha dato il pretesto per A. farli incontrare ancora una volta, B. metterli in una situazione in cui non si devono più fare così tanto male. Sono belli e matti da legare ma almeno in questa nuova dimensione non sono così fuori di testa come nel canon. È perfetto <3
E a proposito di follia, prometto che prima o poi userò come ispirazione They're Coming to Take Me Away. È la definizione della follia in musica ed è meravigliosa.


Non avrebbe dovuto stare sveglio a studiare fino a così tardi, ieri. Se avesse dormito un po’ prima non si sarebbe appisolato sul treno, anche in piedi. Si sveglia così, in piedi, nel vagone. Il suono e gli scossoni delle rotaie che scorrono sotto i suoi piedi sembrano scuotere anche il suo cervello mentre, con gli occhi pesanti e lo sguardo catatonico, abbassa di nuovo la testa. Manca ancora un po’ alla sua stazione, può tranquillamente chiudere un altro po’ gli occhi. Stasera finirà di studiare prima e andrà a letto presto, se ne fa un appunto mentale.

È quando le sue palpebre stanno per abbassarsi del tutto che lo scorge. Le fa sbattere un po’, col cuore che prende a battere con furia.

Seduto proprio davanti a lui, con le gambe schiuse sulla poltroncina, i ciuffi di capelli visibilmente tinti, un po’ mossi. Lo sguardo annoiato mentre scrolla attraverso la timeline di un social network. Uno sguardo che conosce molto bene.

Non l’ha mai visto prima, ma lo conosce.

Sangwoo. Sangwoo. È lui, è lui! È qui. Qui davanti a lui, e vederlo così, in questa situazione, gli ricorda qualcosa. Gli ricorda l’inizio di tutto.

“S-Sangwoo…?” bisbiglia, piano piano. Pianissimo. Lo conosce. Lo conosce molto bene. Il ragazzo seduto davanti a lui solleva lo sguardo, si guarda attorno. Poco dopo, torna a guardare lo schermo forse pensando di aver allucinato il suono del suo nome.

Sangwoo. Più pensa a quelle due sillabe, più sensazioni emergono dal nulla sulla sua pelle, vibrazioni nelle budella si fanno sempre più intense fino a farle contorcere.

“Avrei dovuto essere migliore quando eravamo insieme / ho tutti i miei rimpianti / come un pazzo ho nascosto i miei sentimenti, così a lungo…”

Una visione che non gli appartiene fulmina la sua mente - una visione di colori che si agitano davanti a lui, una folla estasiata, una voce. Una voce calda, una voce che ha sentito così spesso, da qualche parte.

Una voce che allo stesso tempo non aveva mai sentito prima.

“Che maleducato. Non è carino urlare quando guardi una signora in faccia.”

Nella testa gli appare qualcosa di orribile come fosse proprio davanti a lui, insieme a quelle parole - un viso. Sfigurato. Senza vita. Sangue, sangue, sangue rosso dappertutto, occhi vuoti. Il cuore gli batte forte, e un terrore così intenso da diventare reale si arrampica lungo la sua spina dorsale mentre gli occhi si spalancano, fissi su un punto vuoto davanti a lui.

Stringe le dita attorno alla maniglia per cercare di rimanere in piedi, in equilibrio mentre i corpi attorno a lui gli ballonzolano addosso, e sbatte le palpebre rapidamente. Qualcosa sta succedendo, delle memorie che non riconosce gli hanno invaso la testa - possibile che fosse una scena di un film, o qualcosa che ha visto in un drama? Può essere. Forse questo tipo è un attore. Certo! Potrebbe benissimo averlo visto da qualche parte in televisione. Un film dell’orrore. O… o qualcosa di simile. E Yoon Bum deve solo essere molto stanco - l’università è una bestia che può far diventare matto chiunque.

“Non mi importava rimanere solo, quella che mi ha reso così sei tu!”

Seni si scuotono davanti ai suoi occhi, così chiari e vividi che potrebbero essere veri. Boing, boing, boing. E fra loro, la sua mano che scende stringendo un coltello. Scende ancora, e ancora, più e più volte, perché è giusto così. La sua mano scende ancora, dodici volte, incontrando ossa e muscoli e pelle e sente nelle orecchie il ciac ciac del sangue nel quale si immerge, nelle sue viscere si agita una furia che non riconosce, ma che in qualche modo deve appartenere a lui. È oltre la rabbia, è pura follia. Ma non è sua. Non l’ha mai provata prima. È sempre stato un ragazzo così timido, e non ha mai voluto del male a nessuno, e perché mai avrebbe dovuto accoltellare una ragazza?

“Muori! Muori! Crepa!”

“No,” borbotta, portando le mani alla bocca, gli occhi spalancati. Le sue gambe decidono di cospirare contro di lui proprio in quel momento, quando uno scossone più forte degli altri gli fa perdere l’equilibrio. Non ha mai avuto gambe molto forti e stabili, in fondo - tant’è che gli capita sempre così spesso di inciampare su qualsiasi cosa - ma proprio ora? Cade, fra un paio di mormorii e gli sguardi dei passeggeri. Cade in modo goffo sulle ginocchia, davanti a quel ragazzo. Sangwoo, a quanto pare, che gli lancia solo un’occhiata con il sopracciglio alzato, poi i suoi occhi tornano allo schermo del cellulare. E Yoon Bum lo guarda col cuore che palpita sempre pià forte mentre tornano su di lui, di nuovo. E ancora, schermo, poi la faccia di Yoon Bum.

E poi il sopracciglio si abbassa, lo sguardo cambia. Lo riconosce. Non sa come, ma deve averlo riconosciuto. Per un momento, Yoon Bum si convince di starsi tuffando in un tipo di sguardo che gli è spaventosamente familiare, uno sguardo che l’ha braccato a lungo, e per qualche motivo il terrore lo avvolge come braccia forti, lo trattiene come il senso di colpa, e quando il ragazzo - Sangwoo - schiude le labbra, Yoon Bum si alza di scatto prima di sentirlo parlare, si scusa con tutto il vagone con la voce stridula, si gira e comincia a spingere, a farsi strada - spostatevi cazzo, spostatevi ho paura - fino a raggiungere la porta chiusa. Passa qualche secondo lì, pigiato contro la porta, con gli occhi chiusi, cercando di controllare il respiro che si è fatto sempre più intenso e pesante.

Non è niente, non è niente.

E poi il treno si ferma, le porte si aprono con un rumore forte che lo fa guardare intorno prima che i suoi piedi lo scaraventino fuori dal vagone, e poi si guarda intorno. La stazione affollata sembra rassicurarlo un po’, e fa qualche passo di corsa prima che l’aria vibri attorno a lui, costringendolo a fermarsi.

“Bum?”

Sempre più brividi gli corrono su per la schiena, stringe i denti con gli occhi spalancati per il terrore mentre si volta verso l’altro.

“Bum… Bum!” Sangwoo sta lì, fra la gente che si spinge fuori dal vagone e sembra non finire più. Ha la mano tesa verso di lui. È proprio Sangwoo. Non lo conosce, non l’ha mai visto prima di oggi, ma è Sangwoo. Il suo Sangwoo. Ha gli occhi pieni di confusione, e tende la mano verso di lui. Come stesse chiedendo aiuto. Il cuore di Yoon Boom batte ancora con furia, orripilato, con il senso crescente di essere in pericolo. Ma i suoi piedi si muovono, lo fanno tornare indietro.

“Sangwoo…”

Che lo guarda, con aria completamente sconvolta.

“Bum, perché… perché ti conosco? Non- questi ricordi non sono miei. Cosa succede? Cosa succede, Bumi?”

Sembra così innocente. Così inconsapevole di tutto. Forse ha ricordato cose anche lui. E i suoi ricordi devono essere ancora più orribili.

Eppure ti ha ingannato anche prima. In qualsiasi momento sia avvenuto, Sangwoo mi ha ingannato. Ha finto di essere quello che non era, costantemente.

Stringe la testa fra le mani, cercando di decidere quale voce nel cervello sia la sua, ma un’altra voce spezza il dibattito.

“Bum, aiutami.”

Gli ha già sentito dire qualcosa di simile. Prima che lo prendesse a botte, che gli ficcasse il cazzo in bocca, che lo legasse ad una sedia in una stanza piena di gas e prima che minacciasse la sua vita.

Ma questo non è quel Sangwoo, giusto? Questo non l’ha mai visto prima. Quelli sono… cosa sono? Ricordi, ma non gli appartengono. Guarda Sangwoo, e nei suoi occhi scorge… paura?

“Non capisco… Bum, perché mi passano per la testa tutte queste cose orribili? Non ti conosco ma perché mi ricordo di te?”

Yoon Bum si guarda attorno. C’è qualcuno che li guarda, qualcuno che rallenta per ascoltare. Una cosa è sempre vera ed è che la gente non sa veramente mai farsi i cazzi propri.

Fa qualche passo in avanti. Col cuore che scalpita sfiora la mano di Sangwoo.

“Vieni,” dice, con lo sguardo basso, e afferra il suo braccio trascinando l’altro nel bagno della stazione. Che fa schifo, è lurido, ma a Yoon Bum non interessa. Attira Sangwoo in uno dei bagni, chiudendosi la porta dietro, infine si morde le labbra, tremando.

“Anch’io mi ricordo di te. Ma mi ricordo che eri morto.”

Sangwoo spalanca gli occhi, e poi si siede sul cesso lurido.

“... Ah. Ah, sì. Sì, mi ricordo… mi ricordo…”

Si copre il viso, e Yoon Bum vede le lacrime scivolargli fra le dita. Povero Sangwoo, dovrei consolarlo.

“Mi ricordo che poi… poi mi hanno dato le tue ceneri. Me le sono sparse addosso, e tu… tu eri lì con me.”

Un singhiozzo scuote la figura di Sangwoo, e Yoon Bum, per qualsiasi motivo, si siede sul suo grembo, con le braccia che scivolano attorno al suo collo.

“Non ti conosco, ma è come se ti conoscessi da tanto tempo,” Yoon Bum mormora. Le parole escono dalle sue labbra da sole, senza che le debba pensare. Come se i suoi pensieri si mischiassero alle parole di qualcun altro.

“Mi dispiace,” Sangwoo dice, allargando le dita abbastanza da farsi vedere. “Qualunque cosa ti abbia fatto… quello non sono io. Non ho mai ucciso nessuno. Non ho mai fatto del male a nessuno. Mia madre… mia madre non ha mai… e mio padre è in prigione, perché ho questi ricordi…?”

Yoon Bum lo guarda, col cuore che si stringe.

“Lo so. Lo so che non volevi, so che ti dispiace. Non… non ti devi scusare, non mi hai fatto niente.” E poi gli occhi gli si allargano per la sorpresa. “Non in questa vita.”

Sangwoo solleva lo sguardo, per la sorpresa le lacrime si fermano.

“Cosa… cos’hai detto?”

Si guarda le mani. Forse è per la penombra, ma per un attimo gli sembrano rosse.

“Non lo so. Però forse… forse questi ricordi ci appartengono, dopotutto. Solo che questa è una vita diversa.”

Sangwoo inclina la testa, asciugandosi le lacrime.

“Ma io non ho fatto tutte queste cose. Non ho mai… non ho mai ucciso nessuno.”

“Lo so. Non ho mai avuto le caviglie rotte. Non sono mai stato chiuso in uno scantinato. Ma forse da qualche parte è successo… non lo so. È tutto così difficile...” sussurra, e finalmente Sangwoo prende la sua mano. Ed è così calda e grande. Così grande e piacevole al tocco e Yoon Bum ci si accoccolerebbe nel centro.

“Stai parlando di universi paralleli?” Chiede Sangwoo, con una voce incredula. Eppure ha senso. “Non dirmi che è questo che stai dicendo. Che cazzata.”

Eppure ha senso. In qualche modo.

Yoon Bum stringe la mano fra le sue.

“Ma cos’altro potrebbe essere? Non ti ho mai incontrato né toccato prima, ma… ma la tua mano… è così calda. Mi fa stare così bene…” dice piano, quasi sottovoce, e un calore si spande dal centro verso ogni centimetro della sua pelle. “Sangwoo… credo di star diventando matto.”

Sangwoo lo guarda, dubbioso, addirittura scettico, ma quando Yoon Bum porta la sua mano fra le proprie gambe, quasi gli sembra che stia portando una gonna. Che stia invitando la mano grande a toccarlo, a masturbarlo lì, nei cessi pubblici. Gli sembra di scivolare.

Lo tocca fra le gambe e lo guarda con attenzione, mentre Yoon Bum piega la testa all’indietro, prendendo ad ansimare.

“Ah, Sangwoo… Sangwoo…”

Adesso, come nei suoi ricordi, lo trova vagamente irritante. Gli viene voglia di sbatterlo contro la porta e scoparselo così, a secco, solo per sentirlo frignare come sempre. Invece accoglie la testa di Yoon Bum sul suo petto, guarda i suoi occhi socchiusi mentre geme, chiamando il suo nome.

“Devo essere impazzito,” borbotta Sangwoo, muovendo la mano fra le gambette magre di questo ragazzo che non conosceva fino a pochi minuti fa. Adesso è come se lo conoscesse da due anni, e forse per Yoon Bum è passato molto più tempo. Ha tutti quei ricordi assurdi che gli si infilano senza permesso nella testa, e più guarda le guancette tonde di Yoon Bum più ricorda quanto lo trovasse irritante. E quanto non potesse più vivere senza di lui.

La sua mano si solleva, seguendo uno di quei ricordi che non sono suoi, scivola sotto la maglietta di Yoon Bum che lo guarda, lo guarda e non dice niente. Aspetta e basta.

Sangwoo lo guarda negli occhi, e finalmente sorride con la faccia ancora bagnata di lacrime.

E poi solleva la maglietta rivelando un corpicino forse un po’ più grasso di quanto ricordi, ma sempre magro, rachitico. Infila la testa sotto la stoffa, prende a baciare la pelle sul petto dell’altro ragazzo.

Che subito avverte ancora più brividi caldi nascondersi sotto la sua pelle, una elettricità bollente che si agita a fondo, dentro di lui.

“Sembra un déjà vu,” dice Sangwoo, prima di aggrapparsi con le labbra ad uno dei capezzoli. “Ti piace, vero? Lo so che ti piace.”

Yoon Bum stringe i suoi capelli, si morde il labbro, le ondate calde diventano più forti e senza controllo, fino a quando la sua voce non esplode, echeggia fra le pareti del bagno, ma non importa. Che vengano pure a vedere tutti. Non importa più. Quando viene nel pugno di Sangwoo, per un momento prova di nuovo lo stesso terrore di venire colpito o peggio, sgridato. Di sollevare lo sguardo e incontrare quello scocciato di Sangwoo. Invece riceve un bacio sulla testa, e quando apre gli occhi trova un sorriso. Un sorriso che conosce, lo conosce così bene che gli viene da piangere. Sangwoo, Sangwoo è tornato. È qui. Sangwoo è vivo. Sangwoo è qui con me.

Lo abbraccia, stringe forte le braccia attorno al suo collo e prende a singhiozzare sul suo collo, e poi la sua lingua esce e comincia a leccare la sua pelle.

“Sangwoo… ah, Sangwoo… sono così felice…” La sua voce sa ancora di orgasmo, e Sangwoo l’assaggia sulla sua lingua guidando il viso di Yoon Bum in un bacio. Prende il comando ora, com’è giusto che sia. E poi parla di nuovo.

“Bum, ti va di succhiarmelo un po’? Ti piaceva tanto farlo, vero?”

Yoon Bum lo guarda sbattendo le palpebre e subito sul suo visetto tondo compare un sorriso entusiasta, annuisce con vigore e subito dopo scivola fra le gambe di Sangwoo. Aaah, fanculo l’università. Fanculo le lezioni. Fanculo tutto il resto.

E il suo cazzo è uguale. È rimasto lo stesso. È grande e bellissimo e duro, si tende verso di lui come in attesa, e Yoon Bum ride piano, deliziato, prima di farlo affondare nella sua gola.

Al contrario del solito, Sangwoo prende a gemere subito, chiude gli occhi e lascia cadere la testa all’indietro, non importa che la puzza di piscio sia troppo forte e che potrebbe farlo vomitare.

“Hai finalmente imparato come succhiare cazzi, eh? Ci è voluto che morissi prima di avere un pompino decente,” commenta ridendo, e guarda in basso verso Yoon Bum che lo fissa tutto rosso, imbarazzato, che esita nei suoi movimenti.

“No, no, scusa. Sto scherzando. Vai avanti,” riprende subito, sorridendo con gli occhi velati di piacere.

È diventato lui, pensa Yoon Bum. Ma non mi fa più paura.

E poi il sapore dello sperma gli invade la bocca, inonda la sua linga ma vorrebbe poterlo avere anche su ogni centimetro del suo corpo, vorrebbe poterlo mischiare alle vecchie ceneri che ora sa di avere sulla pelle. Ne sente la presenza, sono sparse su di lui, anche se non le può vedere. Sangwoo su di lui, dentro di lui. È meraviglioso.

Segue con gli occhi la mano di Sangwoo raccoglie un po’ sul suo sperma con la mano pulita. E poi la unisce alla mano dove teneva quello di Yoon Bum.

“Dicevi che volevi mischiarti a me, non è vero?” Dice Sangwoo a bassa voce, e poi sorride come quando aveva cantato con Jieun. Ma ora quel sorriso è per lui. Solo per lui, per Yoon Bum, anche se è così piccolo e inginocchiato su una pozza di sporco bagnato.

È tutto così bello. È così bello che Yoon Bum sente le lacrime rotolargli giù per le guance, e subito Sangwoo pare preoccuparsi ma Yoon Bum torna a sedersi tutto molle sul suo grembo, tutto rannicchiato contro il suo petto come un animaletto docile e fragile.

“Sono così felice. Sangwoo… Sangwoo, sei tornato… sei tornato da me…” singhiozza, e Sangwoo lo raccoglie fra le sue braccia, lo guarda e poi appoggia la guancia contro la sua testa.

“Ahh, cazzo. Volevi proprio rivedermi, eh?” Sussurra, sentendo Yoon Bum annuire contro il suo petto.

Sangwoo lo guarda, percorre la sua guancia con le dita spargendo un po’ del loro seme unito l’uno all’altro su quella pelle arrossita. Sorride, e preme un bacio sulle labbra morbide di Yoon Bum.

“Mi spiace per quello che ti ho detto.”

“Lo so, non imp...”

“No, davvero. Mi spiace. Per quello che ti ho detto a casa. Non è vero che non mi servi più. Ero… ero…”

Yoon Bum lo guarda incuriosito mentre lo vede combattere con le parole, prima di accarezzargli la guancia con un sorriso.

“Sangwoo. Lo so. È che mi amavi troppo, e io ti ho deluso.”

Sangwoo spinge il viso contro il collo di Yoon Bum, lo bacia, lo lecca.

“E sai,” riprende, con la voce attutita dalla pelle che sta baciando, “mi dispiace di non essere riuscito a darti l’anello.”

Sangwoo aggrotta le sopracciglia, piegando la testa.

“Quello che avevo nascosto nel cesto delle medicine… quando ti ho fatto arrabbiare. La verità è che avevo nascosto un anello per te.”

“Per me?”

“Sì. Per te. Avrei voluto tanto mettertelo al dito…”

Il prossimo respiro sembra così leggero, ora.

“Allora dovremo comprarne un altro,” dice Sangwoo, con un piccolo ghigno. E poi solleva il mento di Yoon Bum che lo guarda con una tenerezza che, nei suoi ricordi, non aveva mai potuto esprimere.

Yoon Bum abbassa le palpebre, rilassato, mentre se lo stringe addosso ma la sua pelle lo cerca ancora. Non vede l’ora di farsi scopare, adesso. Di sentire Sangwoo dentro, di sentirlo indurirsi sotto le sue mani, di sentirlo mentre lo strappa in due e lo fa sanguinare, di intrappolarlo fra le sue cosce per il resto della vita. E tutto ciò che era prima può benissimo scomparire fra le pieghe della sua testa, dove pian piano rinasce la follia.

genere: erotico, fandom: killing stalking, genere: horror, pairing: sangwoo/yoonbum, genere: romantico

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