Titolo: at the end of this night
Fandom: Mahoutsukai No Yome/The Ancient Magus' Bride
Personaggi: Chise Hatori/Elias Ainsworth
Genere: romantico? erotico? non lo so nemmeno io lol- ah sì, e fantasy
Avvertimenti: pwp, future fic???? IDK BOH NON HO IDEA DI COSA ABBIA SCRITTO TBH, tentacle (sort of)
Parole: 939
Note: SAI COSA VUOL DIRE FARE UNA ROBA E NON AVERE IDEA DI COSA STAI FACENDO? Ecco. Questa fic è così. Sono sicura che infrange almeno cinquemila leggi del canon ma la mia testa dice anche che fottesega.
Comunque. Pornfest11, prompt "la prima notte di nozze". E avverto anche che seguo solo l'anime quindi ho solo pezzi della storia, però ste potenzialità le ho viste subito perché mlmlmlmlmlmlml e faccio schifo. *_*v
"Elias-"
Il suo nome le esce dalle labbra quasi senza che possa accorgersene. Le dita del mago passano fra i suoi capelli rossi, con un movimento leggero che fa spandere un piccolo brivido lungo le sue braccia.
"Chise, sei sicura? Posso cambiare forma e-"
Chise scuote la testa, sdraiata sul letto con la forma enorme del suo maestro e sposo sopra di lei, e sebbene abbia un teschio come faccia sono gli occhi di Elias a dirle tutto quello che le serve sapere. Non lo fa per piacere, anzi, forse lo irrita, ma è Chise che l'ha desiderato, ha desiderato toccarlo oltre i limiti entro i quali si è sempre mantenuta. Forse Elias non possiede nemmeno la capacità di eccitarsi, o il desiderio di fare cose come questa.
Ma Chise gliel'ha chiesto, usando i riti del matrimonio come leva. "Solo una volta," gli ha detto.
Elias la osserva ancora, con lo sguardo vagamente confuso, senza togliere gli occhi da quelli di Chise che invece lo guarda con un lieve sorriso.
"Voglio te, non qualcosa che mi assomigli," gli dice, con le guance che si fanno rosse mentre passa le dita lungo lo zigomo duro che sembra fatto d'osso. "Però non so come si faccia."
"Io lo so," Elias risponde, con la voce esitante - e l'occorrenza è rara. Chise stringe le dita attorno al bavero del suo mantello, mentre Elias la guarda per qualche secondo, con gli occhi rossi che sembrano essere completamente concentrati su di lei. Eppure Chise lo vede calcolare. Lo fa in continuazione, e per distrarlo alza la testa per lasciare un bacio piccolo sulla punta del suo muso. Pare funzionare, visto il lieve grugnito che esce dalle profondità dello spirito che l'ha comprata quando nessun altro la voleva, e poi salvata, e sposata.
"Allora fallo," Chise comanda piano, chiedendosi se sia davvero appropriato dire a questo mago dall'esistenza così lunga che lei non la può nemmeno immaginare, ma Elias non protesta.
Semplicemente si abbassa su di lei, mentre il suo corpo emana piccole protuberanze tentacolari e sembra espandersi mentre l'avvolge, con le nuove estensioni di sé che scivolano attorno a lei, sollevandola delicatamente dal materasso e accarezzandola piano, come se fossero le sue mani, quelle di Elias.
Le palpebre della apprendista si abbassano, e poi si chiudono lentamente, con la pelle che avverte il corpo di Elias mentre le stringe il corpo e si adatta a lei, alle sue forme. Lo sente scivolare fra i seni, lo sente scorrerle fra le gambe, e Chise trema appena quando le dita - quelle vere - della creatura battezzata con Elias le toccano la guancia. Quando apre gli occhi appena, per un momento, tutto ciò che vede è nero, e due punti rossi fissi su di lei.
"Elias..." sussurra mentre il suo corpo si accomoda meglio nel bozzolo che Elias ha creato attorno a lei. Non si muove, mentre il nero continua a stringersi con cautela attorno al suo corpo nudo, accarezzandone ogni centimetro con la delicatezza della seta.
Quando lo guarda negli occhi, Chise scorge solo calcoli e concentrazione, col piccolo mondo che Elias ha creato attorno a lei che si stringe fino ad aderire al suo corpo, sicuro e caldo. Il posto più confortevole del mondo.
E poi qualcosa prende ad accarezzarla fra le gambe, lenta e prudente ma deciso, e il primo gemito esce dalle sue labbra attorcigliandosi attorno a Elias.
Quando si fa spazio in lei diventa sottile, la trattiene nel suo guscio nero con tutta la più estrema cautela come se la stesse tenendo fra le mani e lei fosse troppo piccola e fragile per potersi permettere di cadere; rimane silenzioso e rimane ad ascoltare il battito del suo cuore, ad ascoltarne i respiri; si muove piano, con cautela, con la propria sostanza che continua a stringerlesi addosso, a penetrare in lei, ad ascurare i suoi occhi perché non lo possa guardare e magari spaventarsi.
Come se fosse possibile.
Chise trema per qualche minuto, fuori dalle sue labbra spinge piccoli versi che esplodono solo fra loro come segreti che non usciranno mai da quel guscio di oscurità, ma Elias li ascolta tutti.
Quando finalmente Chise lascia andare un gemito roco e stringe le labbra per non fare più rumore mentre si contrae attorno ad Elias, la penombra della stanza bagnata dalla sera torna a riempirle gli occhi, ed Elias torna ad avere contorni chiari e definiti. La guarda, il suo corpo torna ad avere una forma e con la mano le sfiora il fianco.
"Stai bene?"
Chise rimane a guardarlo per qualche secondo, col corpo che ancora ricorda la morbidezza di ciò che quasi la cullava e la toccava con la gentilezza che nessuno le aveva mai dato.
"Sto bene," risponde infine con la voce indebolita, e un piccolo sorriso pieno però di sollievo.
Gli occhi del mago la fissano per qualche momento ancora, prima che finalmente si sdrai accanto a lei posando la grande testa sul suo petto, in silenzio.
Chise sorride ancora, sorride di più con gli occhi ancora pieni del buio che la nascondeva dal resto del mondo, che la teneva al sicuro, con le mani strette attorno a quella di Elias.
"Grazie," gli dice, accoccolandoglisi contro con le braccia che ora avvolgono il suo, come se dovesse abbandonarla nella notte.
Elias la osserva in silenzio quando chiude gli occhi, e si muove esitando per circondarle la vita con un braccio, in modo incerto finché Chise non sorride di più, divertita, prima di sussurrare, "buona notte, Elias."
Non le risponde se non qualche secondo dopo, e strofina piano un dito sulla sua guancia morbida e calda.
"Buona notte, Chise."