Mio, solo mio, soltanto mio

Jan 23, 2009 11:08

Ieri stavamo andando in macchina al negozio, io e ciccillo. Come al solito io guido e lui nel seggiolino dietro. Ho messo il cd che ci hanon regalato, canzoni cantateda una maestra d'asilo per metà carine carine e per metà insopportabili. Dopo un paio di canzoni carine arriva una insopportabile, e come faccio di solito invece di skippare, spengo stizzito l'autoradio. Visto il silenzio in macchina mi giro verso di lui e gli agguanto il piedino esclamando "Ciccillobbello!" Lui stava guardando fuori dal finestrino con aria assorta, è preso in contropiede dall'esclamazione e trasalisce. Mio figlio era distratto.

Era sovrapensiero.

Aveva pensieri suoi.

Suoi.
Suoi.
Suoi.

Non miei o di marina, aveva pensieri Suoi. L'aver intuito questo mi dà un pugno nello stomaco. Per tutto il viaggio tengo l'autoradio spenta e canto assieme a lui, per cercare stupidamente di recuperare lo "strappo". Ma quale strappo? E' un bimbo intelligente, crea pensieri, non è una marionetta, starà elaborando quello che abbiamo fatto tutti il giorno, le parole, i segni, i giochi, le luci i colori ecc. Strappo. Ho nella pancia una sensazione di... perdita, e non mi piace.

Torniamo a casa dopo il lavoro. Ciccillo s'è addormentato alle ultime tre curve da casa. Lo porto in braccio fin su a casa, e per permettere a marina di levargli il giubotto me lo poso sulle gambe. E' lunghissimo, con una mano tengo le ginocchia, con le gambe il tronco, con l'altra mano la testa. Sembra ieri che bastava un avambraccio per tenerlo tutto e avanzarci ancora qualcosa.

Sta dormendo profondamente. Il suo viso non è quello di un bambino di neanche un anno. Ha 3 anni. Ha 7 anni. Ha 20 anni. Cerco in lui qualcosa di me, o di marina, e non li trovo. Non vedo niente. Vedo solo lui, grande, che prima o poi se ne andrà. Un estraneo, nel senso di "qualcosa altro da me". Lo tengo così immobile, per 10 minuti tutti, e marina mi prende in giro. le chiedo di fargli una foto, ma sembra morto, cioè sembra un bambino morto, non è quello che vedo io. Mi viene da piangere, e infatti piango. Morto, perdita, di nuovo.

Alla fine marina mi convince a togliergli le scarpe e a metterlo a letto. Neanche 10 minuti più tardi si sveglia, e come spesso accade ci farà fare la notte. L'indomani faremo colazione, giocheremo, camineremo per strada, balleremo e canteremo la pappa al pomodoro o move it, mi cercherà e tenderà le braccia per esser preso in braccio, mi toglierà la mano dal mouse perchè è geloso del pc, ma la consapevolezza della "perdita", che un giorno se ne andrà, prima mentalmente e poi fisicamente, ce l'ho ancora in testa.

Parlandoci chiaro, mia suocera mi chiama il vichingo. Un bimbo che a 5 mesi gattona, a 7 cammina e a 10 corre per strada è senz'altro precoce, ma ha anche genitori che glielo permettono di fare. Come bonus track (TRAAAAAAAK) questo è il modo in cui si fa colazione in casa nostra.

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