Parliamo di Papi. No, non Enrico Papi, mi spiace per tutti i suoi fans.
Mi spiace a prescindere, intendo. Brutta cosa, la lobotomia.
Dicevo: invece di parlare di Giovanni Paolo II, che effettivamente siamo tutti un po' stufi, parliamo del suo successore. Ovviamente non è facile predire il nome del prossimo papa, sono troppi i fattori segreti che ne determinano l'elezione. Tuttavia, esiste un modo "laterale" di approcciare la problematica:
sfruttiamo le profezie e da esse tentiamo di evincere qualche dato. E con "profezie" non intendo le parole di qualcuno che sia profeta, cioè che denunci un male in nome di Dio. No, no, intendo proprio le previsioni magggiche più famose.
Ovviamente il fatto che esse siano attendibili o meno è del tutto irrilevante, per un motivo molto semplice: le conoscono bene anche i cardinali che partecipano al conclave. E' quindi possibile che la loro scelta possa in qualche modo (anche inconscio) essere condizionata dalle profezie conosciute, come sicuramente è accaduto in passato. Ma andiamo con ordine.
Le profezie accreditate che parlano di papi prossimi venturi sono principalmente due: la profezia di Nostradamus e quella di Malachia.
La prima dice qualcosa tipo "dopo il papa venuto dall'est verrà un papa nero e quindi ci sarà la fine del mondo".
La seconda è invece attribuita a un monaco del 1100: a ogni papa del futuro viene attribuita una frasetta latina che ne dovrebbe riassumere il pontificato (la lista completa
qui). Ovviamente molte frasi sono talmente generiche che si addicono bene a chiunque ("Pastor Angelicus", per esempio), altre invece danno da pensare che certe scelte siano state fatte proprio tenendo conto della profezia medesima (Leone XIII, "Lumen coeli" aveva nel suo stemma una stella cometa).
In altri casi, invece, la profezia calza incredibilmente bene, come per Giovanni Paolo I ("De medietate lunae", e infatti il suo pontificato è durato un mese), o lo stesso Giovanni Paolo II ("De labore solis", a indicare il suo lungo girare per il mondo oppure il suo provenire dall'est).
Questa profezia, in ogni modo, è probabilmente un falso cinquecentesco, visto che i primi papi della lista sono davvero "troppo" calzanti (e gli ultimi troppo generici).
Comunque, secondo Malachia, il prossimo papa sarà "Gloria Olivae", e ad esso seguirà un "Petrus Romanus", dopodiché ci sarà la solita fine del mondo che tutti noi attendiamo. In particolare, il testo dice:
"In persecutione extrema sacrae romanae ecclesiae sedebit Petrus romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibi transactis, civitas septis collis diruetur, ed Judex tremendus judicabit populum suum. Amen."
(Durante l'ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa, siederà Pietro il romano, che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni; quando queste saranno terminate, la città dai sette colli sarà distrutta, ed il temibile giudice giudicherà il suo popolo. Amen.)
Ovviamente le due profezie non quagliano: una dice che il prossimo papa sarà l'ultimo, l'altra dice che ne mancano due. Ma si possono far quagliare in almeno due modi diversi: o supponendo che Giovanni Paolo non venga da abbastanza ad est (e quindi il prossimo sarà ancora più orientale, per esempio indiano o filippino, e non sarà perciò il "papa nero", che slitta di una posizione), oppure supponendo che l'appellativo di Petrus Romanus in realtà sia generico e quindi non sia il nome di un papa: ciò rende il sig. Gloria Olivae l'ultimo della lista, il papa nero e tutto quadra (ipotesi forse più calzante, perché un "Petrus Romanus" nero appare perlomeno bizzarro).
Cerchiamo adesso di capire cosa possa significare la frasetta "Gloria Olivae" per azzardare qualche pronostico; la tesi più accreditata è che sarà un papa di pace, e sembra un'interpretazione abbastanza ovvia ma che purtroppo non ci dà nessuno spunto per azzardare previsioni.
Trovo probabile anche che ci si possa riferire al colore della pelle del papa: olivastro (e questo collima con la sua provenienza orientale, per esempio, ma anche con la definizione - un po' forzata - di "papa nero"), il che deporrebbe a favore di un papa indiano o filippino, come detto sopra.
Non dimentichiamo inoltre che i monaci benedettini sono detti anche "olivetani" (dal nome dell'Abbazia di Monte Oliveto): questo potrebbe indicare la provenienza monastica del papa (ipotesi purtroppo improbabile, perché significherebbe scegliere come papa un non cardinale; anche se ci sarebbe qualche nome interessante cui attingere, quale quello del priore della comunità ecumenica di Bose, Enzo Bianchi); i monaci benedettini cluniacensi, peraltro, sono i "monaci neri", e questo collimerebbe perfettamente con il "papa nero", dando tra l'altro un'interpretazione della profezia di Nostradamus diversa da quella che tutti - razzisti! - si figurano.
Altra ipotesi non certo trascurabile, ricordando che l'albero di ulivo è anche il simbolo evangelico del popolo di Israele, è che il papa sarà di origine ebraica (in tal senso il grande favorito sembrerebbe essere il cardinale di Parigi, Jean-Marie Lustiger).
Oppure, la profezia si riferisce semplicemente al fatto che l'Ulivo ha appena stravinto le elezioni regionali. In tal caso,
i giochi per il Conclave sono ancora aperti, staremo a vedere.