la sopraelevata

Oct 31, 2004 05:58

la mia citta' e' trafitta da est ad ovest da una lunga strada sopraelevata. circa 7 km che collegano il centro alla prima periferia , un'arteria del traffico cosi' importante, che ogni incidente che ne blocca la viabilita' anche nella piu' minima misura, provoca un blackout totale della citta'. ah, un'altra cosa, la citta' ha una cosi' alta idiosincrasia per la pioggia,che due gocce sono abbastanza per duplicare o triplicare l'incidenza al traffico delle macchine guidate da una persona sola. ma veniamo alla sopraelevata. intitolata ad aldo moro, ma per tutti "la sopraelevata", la strada porta dalla zona portuale e segnatamente anche alla base del simbolo cittadino, la lanterna (recentemene oscurato dalle strategie del marketing ad appannagio del bigo, simbolo moderno ideato dal piu' glorioso e ricco suo figlio, tal Renzo Piano) alla Foce, nome non solo simbolico per il quartiere costruito sopra l'asphaltatura del torrente Bisagno. Torrente che ha piu' volte pero'dimostrato un certo carattere nelle recenti occasioni in cui e' straripato, portando disperazione ai commercianti e grande gaudio ad un lucaborg piu' ragazzino, che gridava vedendo il ponte romano ricostruito venir giu' dove era stato ricostruito e rimanere in piedi dove era stato costruito dai romani, gridando " minchia minchia minchia!".

la strada percorre sette chilometri, passando di fronte a tutto il golfo che una volta ospitava interament eil porto di genova, recentemente in parte riconvertito a quartiere , a circa dieci metri di altezza in media, e offrendo uno spettacolo visivo veramente unico. dallo squallore di sampardarena si passa accanto ai mostri dell'utopia moderna , dei grattacelini che l'unica giustificazione che possono trovare per essere chiamati tali e' la copertura integrale di vetro, per poi passare, schivando le buche lasciate dal traffico pesante che da li passa per dirigersi verso il porto, nella zona universalmente famosa per le soccole, anche se in genere li stazonano quelle di basso lignaggio, mostri aniba che accontentano fetish molto specifici e lievemente rotten. comunque, poi si entra nella vera e propria strada sopraelevata, che subito lascia impressionati per la vista incredibile che offre.
la stazione marittima e' il primo palazzone che si nota, se si e'cechi dall'occhio sinistro, che sarebbe senno' impegnato a notare la bizzarra forma del palazzo chiamato matitone. poi via, lungo l'anonima via milano, in genere si osserva l;andamento del traffico dei traghetti, godendo nel vedere soffrire i turisti che vanno in sardegna d'estate, domandandosi come facciano a coprire i costi con cosi' pochi passeggeri d'inverno. d'autunno e di primavera si e' troppo impegnati a godersi il tempo e ad evitare di essere investiti dalle pozzanghe che i simpatici automobilisti sembrano si divrtano cosi' tanto a farlo apposta.
io vado in sopraelevata in motorino.
l'unica emozione piu' bella dell'andarci in motorino, e' quella di andarci come passegero in macchina. ripensandoci, penso che potrebbe essere interessante andarci anche come passegero in motorino, cosa che non e' quasi mai successa dato che ladyborg ha la stessa familiarita' col motorino come ne ha con la fisica quantistica. comunque, il motorino e' una gioia, anche se la rabbia degli automobilisti frustrati, specie alla mattina quando gli tocca la solita coda , speso rende la percorrenza della strada un po' frustrante, vista la loro tendenza a stringerti come per prendesi una meschina vendeta nei confronti di Colui Che E' Insensibile Ai Mutamenti Del Traffico Cittadino.
pezzo di merda, ci morirai in coda, mentre io mi permettero' di dormire quegli utilissimi e fondamentali dieci minuti in piu; alla mattina, anzi esagerando anche venti, se vogliodavvero osare la fantozziana ricerca delle tempistiche preufficio ( ho il vantaggio dell'orario flessibile pero')
si diceva, che una volta passata la scarsa via milano, si passa in men che non si dica alla parte piu' bella, quella che adesso chiamano waterfront per ovvi motivi: affacciati sul mare , una riga compatta di palazzi, separati da solitari e strettissimi Vicoli® caratteristici, alternando con una bellissima asincronia fatiscenti palazzoni popolari a straordinari palazzi delle antiche famiglie genovesi, rese famose dalle loro ricchezze. ed e' in questo tratto che il mio lato voyeristico esce fuori. protette dall'anonimato che si puo' guadagnare offrendo solamente pochi secondi di intimita' al passante occasionale piu' attento alla guida che alla visione fugace dei cazzi altrui, la gente che vive in quelle case, lascia in genre le finestre aperte al mondo,regalando una visione totale dell'intimita' della loro vita. e si vede di tutto, dalla famiglia in preghiera davanti alla tv, ai soffitti affrescati delle case alte quattro metri, dalle case recentemente ristrutturate cavalcando l'onda della rivalutazione cittadina, ai deohr rabbuzzicatin in improbabili tetti con gazebo. odio dover guidare quando si passa di li, arrischiandomi comunque a guardare per qualche istante, mentre bestemmio poco dopo perche' la macchina davanti lo fa apposta e pigia il freno solo per far accendere le luci, e farmi cagare addosso (da piccolo volevo un pulsante per fare lo stesso ai danni dei motorini impertinenti e un po' troppo appiccicosi, idea accantonata assieme a quelle della targa intercambiabile stile bond, per questioni di costi, e a quella, piu' fattibile concettualmente ed economicamente , di impiantare una piccola elettrocalamita comandata da un pulsante, che avrebbe fatto cadede i piccoli pezzi di metallo che avrebbero confuso la I con una E. geniaccio che ero.
si passa quindi lungo il waterfront, che finisce nella zona del Boia, famosa per conservare ancora la casa dell'assassino locale, a quella rinchiusa fra i primi cantieri navali e il limite della citta' vecchia, con una invidiabile carrellata di palazzi stretti ed alti arroccati sulle vecchie mura della citta'.

poi l abruttura piu' orrida della citta', una serie di palazzoni vetrocementati, che oscura il grande ponte di carignano. una piccola visione della villa imperiale per poi rimanere delusi dalla zona a destra, invasa sia dai cantieri navali e dai moletti per gli iot che dagli zingari con relativa parabola satellitare.
alla fine della corsa, stando attenti agli autovelox assassini, la zona fiera, che quando c'e' la fiera si sente in anticipo l'odore della friggitoria, senno' c'e' la puzza di pesce marcio. arrivati alla Foce, si rallenta e si frena. il viaggio e' finito.

c'e' anche una piccola diversione, che porta dritti al centro della citta', passando per il tunnel di geeg, spesso confuso con quello di goldrake, ma era a jeeg miha che gli lanciavano i componenti, ed era la tipa che viaggiava sulla navicella che faceva il tunnel, no? un bel tunnel, conun paio di curve assassine e alla fine la camionetta della polizia penitenziaria, piu' raramente i caramba, che fa cagare immancabilmente sotto tutti i piloti con la coda di paglia.
quando piove pero' e' un'inferno.
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