Apre oggi a genova la festa nazionale dell'unita', oramai quasi anacronistica, come anacronostico e' sentirsi chiamare compagno quando si entra, una volta evitato il banchetto dei referendum di una lista bonino che cannibalizza il richiamo della frittella e dei ristoranti tipici della festa (qui sono lo stand dei funghi, quello dei piatti genovesi e le immancabili frittelle di baccala').
tralasciando i commenti sul cartellone che gia' son stati fatti, noto che la presunta imperiosita' della festa risulta essere molto ridotta, praticamente e' uguale alla solita festa con il padiglione S in piu'. non mancano le solite marchette, ma che ci vo fa, danno soldi al partito, e uno puo' anche scegliere di non andarci (mentre di fatto sono uno dei motivi per il quale la gente va alla festa.
facciamo un giro, io e ladyborg, lei comunista convinta e disillusa, io comunista all'acqua di rose, piu' per tradizione che per convinzione e conoscenza dei programmi e della storia.
notiamo chi ha lo stand piu' grosso, la coop, anzi l'ipercoop, e mi viene un che di vomito. bastardi. l'ipercoop e' una confraternita del male, e ha dei prezzi che dovrebbero denunciarli per falso ideologico. vediamo i gerarchi della workveerk folletto che preparano i denti dei loro squaletti , che si mettono a posto la cravatta (siamo arrivati che la festa aveva appena aperto i battenti, potenza del fancazzismo da ferie) e si preparano all'assalto. poi vediamo
una bella mostra fotografica che mi fa pensare, vedendo tanti volti di gente convinta alle manifestazioni degli anni cinquanta, quanto e' cambiato l'essere comunista. da cui la domanda iniziale.
vedo le facce e l'entusiasmo dei miei avi camminare uniti per le strade, lottare per un posto di lavoro, per diritti al lavoro,
per lo sfruttamento pacifico dell'energia atomica,
per una vecchiaia dignitosa da parte di gente che la guerra l'aveva fatta davvero , non vista in tv, forse anche due.
vedo un desiderio di cambiare le cose e l'orizzione della possibilita' di riuscirci. vedo un'entusiasmo che non ho mai visto negli occhi della mia generazione, che non ha mai conosciuto la sofferenza, la lotta, gli scioperi. e' solo buona a lamentarsi, qui a genova piu' che in altri posti, aspettando che le cose cambino da sole, perche' troppo preoccupato di esporsi in prima persona per far cambiare le cose
che cosa vuol dire essere comunista oggi?
vado agli stand della sinistra giovanile, e mi intristisco ancor di piu', non tanto per la presenza eccessiva di negozi , i soldi vanno al partito, no? ma per l amancanza di altro. cioe', c'e' il diggei che mette la musica sudamericana, quello che mette la musica di ibbizza, tanti luoghi dove si mangia (prezzi fra l'altro mica tanto popolari, ma dove cazzo l'han lasciata l'ideologia?) ma nient'altro, a parte una dispettosa rassegna fotografica di orrori delle guerre in afghanistan (con conseguente raccolta di fondi). ovviamente non puo' mancare il negozio che vende cartine e cilum, dato che il giovane comunista e' quello che si fa le canne, o meglio, quello che fa le canne diventa simpatizzante comunista per una questione di opportunismo e per continuare a farsi le canne (vedi centri sociali etc)
mi consolo con il panino e noto che quelli che stanno dietro ai banconi , i volontari , sono tutti vecchi, nessun giovane.proprio loro che sono riusciti a farsi disilludere per cinquant'anni da un partito che non ha portato quasi nulla di quello che ha promesso, pur presendandosi come partito del popolo.
il pds ha chiuso, secondo me e se andra' al potere sara' solo perche' Silvio ha finito i getttoni per il videogioco e il game over e' inevitabile.
poi ho visto lo slogan dei pds, e ho capito che non solo hanno finito le idee, ma che riciclano malamente quelle della concorrenza
slogan della festa dell'unita 2004
cartellone pubblicitario della scorsa campagna elettorale.che cosa vuol dire essere comunista?
fassino? d'alema? veltroni? mah.
comunque io di politica non capisco un cazzo.