arrivo e prime impressioni.

Jan 22, 2004 11:39

I fusi orari sono delle cose strane , amici del viaggiatore a volte, ma molto piu' spesso scasamiento di ball totale, con l'aggiunta di uno stato di confusione diffuso che ti fa sembrare uno zombi o un anfetaminico a seconda della direzione che prendi. Ora sono qui in attesa di ritornare (in realta' son tornato martedi') , con qualche riga di racconto da aggiungere a quelle gia' registrate per i miei quindici lettori, in costarica ancora per un ora e nel tentativo di riallacciare gli sfilacciati ricordi che ho in testa, cercando di rendere il tutto piacevole e scorrevole. eravamo rimasti all'aereo francese con la sua variegata clientela, ma alcune sorprese mi aspettarono anche a miami....


in barba alla security, scatto diverse foto dall'aereo, alcune delle quali riescono a rendere l'idea del clima che sta investendo l'america right now, e in grado anche di far notare la differenza enorme fra le gelate del nord e la comoda e temperata vita del sud della florida. dall'alto e' una successione di penisole, di baie, di spiagge , tutte molto emozionanti da vedere. poi si inizia a sorvolare miami , e una sterminata distesa di casette monofamiliari, cautamente pianificate in maniera da garantire la privacy l'una dall'altra, annunciano che l'atterraggio e' vicino.

Miami sembra interessante, con il suo porticciolo per yacht della middle class americana ben disposto lungo la costa ondulata, e il sole rende il tutto molto pittoresco. Attterriamo, la giornata e' ottima e le formalita' della dogana ricordano tanti film gia' visti, incluso il caratteristico welcome to the united states. poi mi accorgo di un leggero dettaglio, tutti parlano spagnolo, ci sono un sacco di ispanici, e al solito i negri fanno in lavori piu' di mmerda.luoghi comuni, luoghi comuni, ma tanti diventano realta' grottesca davanti ai miei occhi, come gli svariati tizi disgustosamente grassi con problemi di movimento, vittime di strategie di marketing troppo aggressive delle lobby del panino, le procedure di sicurezza che impongono di togliersi le scarpe (ah ah, ma saranno idioti sti tizi? e se il prossimo terrorista si mette del c4 dentro il pisello a mo di catetere o su per il culo come cazzo si fara' ad entrare negli stati uniti? con una vistita dal proctologo?)

comunque, dopo aver sopportato il tizio del check in piu' lento dell'universo, arrivo al gate, per scoprire che , ovviamente, l'aereo e' in ritardo. ne approfitto per fare due o tre giri per l'aeroporto, scoprendo che anche al di fuori dell'edificio i posti dove si puo' fumare sono segnalati con grossi cartelli, e scoprendo un simpatico rivenditore di gelati automatici che sembra una di quelle macchine del lunapark che si comandano con le leve per raccattare i peluche, solo che questa sfrutta le proprieta' della sunzione per consegnare all'ingordo bambino grasso americano, un sugoso concentrato di zuccheri al cacao.

mi annoio, ma alla fine ci si imbarca. e non basta la maledizione della luna nera a tenermi sveglio durante il viaggio. si arriva, e la prima sorpresa e' l'hotel, il marriot, very corporate, e la bella stanza. rapida mangiata, e via , a nanna, dopo circa 24 ore di viaggio.

le costaricane sono gnocche. e' un dato di fatto. un giusto mix di carne nei posti giusti e culetti sodi, con una varieta' che non annoia;in piu' dei bei vestiti che mettono in risalto le forme ,nsomma, na gioia per gli occhi. ovviamente io sono un lucaborg serio, e mi limito a guardare e ad apprezzare, senno' poi ladyborg mi scihiaccia le palle fra la porta di casa. tralascio i dettagli lavorativi perche' interessano poco anche me, figuriamoci gli altri, per arrivare alle varie cene che abbiamo affrontato: tante, tutte buone, tutte beneficiare della parola magica "conto spese", una parola che riesce a tirare fuori l'avidita' umana la maggior parte delle volte.io , al solito, mi accodo allo stile dgli altri ordini, dopoa ver individuato chi paghera' il conto, e faccio ordini sulla stessa linea economica di tale mecenate.

ah, san jose! san jose' a prima vista sembra carina, o perlomeno i dintorni di san jose', visto che l'hotel si trova a pochi minuti dall'aeroporto che e' a tanti minuti dal centro. casette monofamiliari, la maggior parte delle quali monopiani ed in genere evoluzioni di baracche preesistenti, con tetti in lamiera e molte aggiunte fai da te. altre invece stilosissime , belle, con ampli giardini e distinti posti macchina. gli shops ricordano quelli indiani,con negozi che vendono un po di tutto, alla rinfusa. le strade sono in perfetto stato, e si capisce perche' il costa rica sia uno degli stati piu' ricchi del sudamerica. i dollari americani hanno fatto il loro lavoro, e i gringos, oltre a portare la moneta estera, hanno pure contribuito a far innalzare i prezzi, che sono alti, piu' alti di quanto pensassi e decisamente a livello europeo. san jose' si trova in un altopiano, una bella ed estesa vallata circondata da alti monti, una volta giunti nei quali, si puo' godere di una vista spettacolare, soprattutto se di giorno, immagino, visto che io ci sono finito due volte ma di sera. la citta' conta un mijone emezzo di abitanti, ma la superficie e' molto piu' estesa di quanto si pensi, visto la microdensita' delle case e la quasi totale assenza di palazzoni. meglio cosi', comunque.

ci sono anche dele baracche che non hanno completato l'upgrade, ma in generale direi che le condizioni di vita medie , almeno nella capitale, sono buone.
in una serata seguente, poi, siamo pure andati a visitare il centro, che, a prima vista, pare nono offrire prorpio nulla di interesante, anche se e' dura giudicare un paese da una rapida occhiata dal pullman quando tutto e' chiuso. a parte un teatro, qualche palazzone imponente, un paio di giardini, comunque, poca roba. il centro, una serie di palazzi un po' piu' vecchi , lascia un senso di delusione, un qualcosa che davvero non mi aspettavo, nsomma, na merda. sicuramente la costa offre qualcosa di piu' interessante, ma non penso che san jose sia la citta' piu' turistica del mondo.

il cibo e' buono, il vino importato dalle vicine civilta' e' ottimo in alcuni casi, il servizio eccellente. i vari ristoranti che abbiamo visitato, sono stati una bella sorpresa dopo l'altra, e pure la super lukas steak ha fatto il suo, facendomi raggiungere quello stato di nirvana gastrologico che spesso e' seguito da una espiazione corporale.

ma tralasciando i dettagli , veniamo al pezzo forte del racconto, ovvero il teambuilding. ma prima diamo un titolo a questoparagrafo\

lucaborg e' uno schiavo delle multinazionali.

ebbene si.
Il prossimo post spieghera’ perche’.

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