Titolo: We've all been changed from what we were
Fandom: DC Comics - Lovvoverse
Beta:
namidayumePrompt: Iris West, Lian Harper - mai più come prima @
Settimana Nera IPersonaggi:
Iris West; nominati
Lian Harper,
Mar'i Grayson,
Ibn Al Xu’ffasch e
Robert LongRating: Pg
Conteggio Parole: 547 (FDP)
Disclaimer: I personaggi della storia appartengono ai rispettivi proprietari e creatori, che ne detengono i diritti. Nulla di ciò è scritto a scopo di lucro.
Note:
• Scritta come al solito un secolo fa e postata in ritardassimo. *_*
• Ambientata nell’arco di tempo tra il 2030 e un po’ dopo il 2033. [
timeline]
• La distruzione dei figli-dei-Titans è una cosa un po’ terribile, lo so. ._.
• Titolo da Smokers outside the hospital doors degli Editors.
We've all been changed from what we were
La nuova JLA non piace a nessuno. La reputano tutti troppo fredda e troppo dura, credendo che l’assenza di rapporti che non siano di lavoro tra i componenti sia un danno irreparabile, qualcosa che, prima o poi, li porterà all’errore e alla distruzione.
C’era un tempo, all’inizio di tutto, in cui Iris la pensava allo stesso modo nei confronti della sua precedente squadra; riteneva che l’Infinity Inc. si prendesse eccessivamente sul serio e, per questo, reagiva ai discorsi di Ibn sull’essere solo un gruppo di eroi che collaboravano, senza nessun legame, avvicinandosi ancora di più ai propri amici. Da allora, molte cose sono cambiate e i discorsi assurdi di Ibn hanno smesso di sembrare tanto assurdi.
Il fatto che nella JLA quasi non ci siano rapporti interpersonali, infatti, non le pesa come avrebbe dovuto. Nelle prime settimane di vita del team creatosi dalle ceneri dell’Infinity, la situazione le era apparsa così difficile che aveva creduto di non essere adatta; aveva accarezzato l’idea di andarsene, di seguire Richard nella Società della Giustizia o trovarsi semplicemente un altro posto nel mondo.
Guardare in faccia Lian e gli altri, a quel punto, era divenuto insostenibile. La infastidiva ricevere costantemente notizie della sua ex-migliore amica Mar’i che, con gli Outsiders, si metteva in pericolo ogni giorno di più di quanto facessero loro; la infastidiva Jai e il suo costante buon umore, la sua relazione con Lian che sembrava fatta di rose e fiori e che lei doveva fingere di non detestare; la infastidivano persino gli esterni - gli adulti, suo padre - che pensavano che l’amicizia tra lei e Jai, Robert, Lian, Cerdian e Mar’i non potesse mai finire, come non era mai finita quella tra i rispettivi genitori.
Eppure, nonostante questo, suo fratello alla fine era riuscito a convincerla a rimanere. La verità era che Iris sperava ancora, a quel tempo: credeva che le cose si sarebbero potute sistemare, che, anche se aveva perso un’amica, c’era sempre qualcun altro a cui potersi affidare. Aveva tentato di riavvicinarsi a Lian, allora, di mettere da parte il risentimento che provava nei suoi confronti per averli condotti a quella situazione e catalogare tutto come un grande errore.
Per alcuni mesi, quella gigantesca presa in giro aveva anche funzionato. Avevano ricominciato a ridere, a scherzare, a passare del tempo insieme; poi, come un fulmine a ciel sereno, Flash e Red Arrow avevano annunciato il loro fidanzamento e Iris, vedendosi portare via tutto un’altra volta, si era stancata di fingere e, semplicemente, aveva rinunciato ad ogni cosa.
Adesso, ad andarsene dal team non ci pensa più. È veramente convinta che la JLA funzioni - sebbene il resto del mondo ritenga il contrario - e che, tutto sommato, l’assenza di rapporti interpersonali li renda più obiettivi, più concentrati, più abili, perché non c’è realmente bisogno di amicizia, in un gruppo di supereroi, basta essere cordiali e avere un minimo di rispetto reciproco. Sa che quello è il suo posto, ormai, poiché ha smesso di sperare che le cose possano modificarsi in meglio o tornare, magari, allo stato precedente.
Ora, infatti, quando Robert le si affianca e, colto da chissà quale malinconica nostalgia, le domanda: «Non sarà mai più come prima, vero?», Iris si limita a scuotere la testa e a rispondere un secco: «No.»
Non è mai stata così sicura di qualcosa, prima d’ora.