Te ne sei andato. Due giorni fa senza preavviso. Così. Solamente andato. Lasciati gli animi in questo torpore di ricordi, risate, concerti, nottate a bere e fumare. Treni che partono, treni che arrivano. E sul prossimo tu non ci sarai. Te ne sei andato troppo presto, che io ancora ti sento ridere dall'altra parte del telefono e poi suonare il campanello alle 7 del mattino con quell'aria burlona il tuo Dehiho e la tanichetta di plastica di quel venditore di vini calabrese. Era una vita fa e adesso non ci sei. E' il terzo giorno questo. E ancora mi guardo intorno e penso che cazzo, sei morto e ti devo una guinnes. Ti tengo qui. Con dignità sommessa. La tua stessa, di sempre. E sorrido, te lo prometto.
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